Focus
Seedorf: “Calcio totale? datemi Cafù e Serginho…”

Magari gli amanti di Sacchi e del calcio totale in generale, la cui evoluzione ha portato poi al famoso tiki taka del Barcellona, potrebbero storcere il naso alle dichiarazioni di Clarence Seedorf: ”Io preferirei Cafu e Serginho sulle fasce. Ma non li ho. Non abbiamo un vero terzino sinistro, lo ha fatto solo un po’ Emanuelson in carriera e a destra Abate si è fatto male, finora Bonera ha giocato bene e ora gioca per merito“, mentre in molti hanno già dato, quindi, per partente, De Sciglio.
OCCHIO NON VEDE, CUORE NON DUOLE – Questo il Seedorf-pensiero che, tuttavia, sembra non disdegnare i 3 punti arrivati dopo una gara col Catania tutt’altro che entusiasmante. “La classifica non la guardo, abbiamo 5 partite da giocare, alla fine della stagione vedremo come siamo andati dopo aver cercato di fare il massimo. Potevamo gestire meglio la gara, ma ora la squadra gioca da squadra e così rischia molto meno. È aggressiva e determinata” continua l’allenatore rossonero.
“Sofferenza nel finale? Anche contro il Genoa è successo: la tranquillità non c’è ancora del tutto e sbagliamo le scelte, anche in contropiede. Non abbiamo il controllo. Ma ora l’importante è il risultato, poi vedremo il gioco. Migliorati nell’equilibrio? Sì, ora stanno collaborando molto, stanno capendo cosa serve in fase difensiva. Per venir fuori da una situazione del genere ci vuole molto carattere e questa squadra ha dimostrato di averlo” afferma l’olandese, mettendo uno stop deciso a tutte le critiche arrivategli nell’ulltimo periodo da chi, a ragion veduta, non vedeva un miglioramento significativo tra la sua gestione e quella dell’esonerato Allegri.
THE SONG REMAINS THE SAME – E’ anche vero che la rosa a disposizione annoveri giocatori non molto graditi all’allenatore (cosa che tra l’altro avrebbero potuto affermare sia Leonardo che Allegri), e che nessuno credeva nel miracolo tattico in pochi mesi, ma dopo 4 mensilità, con Rami,Taarabt, Honda e Kakà (ritornato dall’infotunio) e Pazzini costantemente in squadra rispetto alla vecchia gestione, pretendere un qualcosa in più era non lecito, ma obbligatorio.
“La mia idea di calcio? Ho in testa un calcio totale, un mix di tutte le scuole calcistiche” affermava tempo fa Seedorf.
L’augurio che si può fare ad un allenatore che pecca di inesperienza e che, come la maggior parte dei suoi colleghi, non si ritrova con una corazzata in campo, è di poter finalmente, dopo il mondiale, plasmare la squadra secondo la sua idea di calcio. A quel punto, però, non ci saranno più scuse, neanche se si è pupilli del presidente.
Luca Porfido
