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Inter, Luciano Spalletti insidia Walter Mazzarri: Europa League vitale

Non c’è più tempo. Le altre corrono, costruiscono e si rinnovano: dal mercato giovani e progetto stadio della Roma, alle certezze Napoli e Juve, fino al possibile rinnovamento societario e strutturale del Milan. Le grandi del calcio italiano si muovono mentre l’Inter è in un pericoloso limbo in cui ancora non si hanno delle certezze sul piano tecnico, dirigenziale e di infrastrutture. L’unica guida che sembrava sicura, quella di Walter Mazzarri, non è più salda come prima: anche lui dentro il calderone del giudizio universale dell’indonesiano Thohir. Ed un Luciano Spalletti libero è più di una tentazione di primavera.
QUI SI FA L’INTER: SI VINCE O SI CAMBIA – Sette partite per centrare un’Europa che sta stretta, ma potrebbe essere una conquista considerando il treno di pretendenti che arriva alle spalle dopo la vittoria di Milan e Lazio, l’aggancio del Parma ed una Fiorentina più lontana. Due anni di fila senza competizioni internazionali provocherebbe un alto danno di immagine oltre che economico: Thohir è stato chiaro, vuole l’Europa e se non arriverà, in molte saranno le teste a saltare. La prima, sino a poco tempo fa inaspettata, è quella del tecnico Mazzarri. L’uomo in più di inizio stagione ha finito per deludere il nuovo Presidente sempre primo difensore del toscano: sono emersi limite di idee, rigidità nella filosofia calcistica e poca versatilità. In più, una scarsa fiducia nei giovani che male si addice allo spirito “new age” del tycoon indonesiano: le colpe di Mazzarri sono più per ciò che non ha fatto, rispetto a ciò che invece è stato compiuto. E se si parla di giovani, idee ed elasticità mentale, il nome alla casella “disoccupati” di Luciano Spalletti non può passare inosservato. La sua esperienza europea con lo Zenit non è stata felice, con due eliminazioni dai gironi ed un ottavo dignitoso col Borussia Dortumund, a fronte di due campionati vinti in Russia. Ma il ricordo di quanto fatto fra Empoli, Udinese e soprattutto Roma, a livello di gioco e in proporzione al materiale a disposizione, potrebbe catturare l’attenzione di Thohir. Il quale preferirebbe anche in panchina un profilo giovane ed ambizioso, ma soprattutto se fuori dall’Europa, sarebbe necessario un tecnico navigato nella Serie A ed in grado di portare più in alto possibile i neroazzurri.
Forse Thohir si aspettava un’altra Inter, altri giocatori e ben altra guida tecnica: forse è stato meglio così. Guardare subito in faccia la realtà, capire il momento storico della beneamata senza convincersi di un’illusione come ad inizio anno, quando i neroazzurri erano il migliore attacco ed occupavano saldi il terzo posto. Serve mettere mano al portafoglio, avere idee chiare e circondarsi di persone capaci.
E’tempo di tornare l’Inter.
Orazio Rotunno
