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Europee tra proposte patacca, europeisti ciechi e l’outsider Tsipras
PD FAVORITO, M5S STABILE E FI GIU’- Con il rito del deposito dei simboli al Viminale, è iniziato il count down per le Europee. Il prossimo 25 Maggio, nel nostro Paese si profila un vero e proprio referendum pro o contro Euro, spesso mistificato come pro o contro Europa. I sondaggi delineano e confermano il tripolarismo nato alle ultime elezioni politiche. Il PD attestato intorno al 32%, che sfrutta l’effetto Matteo Renzi. Il Movimento 5 Stelle stabile al 25 % e Forza Italia che malgrado la “ridiscesa” in campo di Silvio Berlusconi, non riesce nemmeno ad avvicinarsi al 20%. Infatti le costole del centrodestra (NCD-Lega e FDI), sono singolarmente sempre al limite dello sbarramento ma accreditate complessivamente, al 13% dei consensi. Mentre rimane un mistero il motivo per cui L’Altra Europa con Tsipras, la lista della sinistra radicale, non venga indicata nei questionari o addirittura venga sostituita con SEL, che è solo una componente della stessa .
EUROPEISTI A PRESCINDERE VS NO EURO- Assisteremo ad uno scontro tra gli europeisti a prescindere e il partito del no euro. Sullo sfondo la grande incognita dell’astensionismo. Gli italiani non hanno mai risposto entusiasticamente al voto europeo, nemmeno quando la partecipazione al voto sfiorava l’80 per cento. Tra i primi è già sceso in campo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, bacchettando chi critica l’Europa. Seppur condivisibili, le perplessità su alcune posizioni populiste ed impraticabili, la moral suasion dovrebbe essere spesa per motivi più degni. Fino a prova contraria, le idee politiche, se non sono anti democratiche, hanno il pieno diritto di esistere.
GIOCHI DELLE TRE CARTE E RICICLATI -Tra gli europei non può certo mancare il Partito Democratico. Che vanta una lunga tradizione europeista anche se Renzi ,ultimamente, sta cercando una nuova verginità nei confronti degli euroscettici. Mostrando un po’ di muscoli contro il fiscal compact. Come del resto gli alleati del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano che rappresentano, o almeno dovrebbero rappresentare, la destra liberale. Da sempre propensa all’austerity senza se e senza ma. Forza Italia da tempo anela nel ritagliarsi uno spazio tra gli antieuropeisti. Siamo stati abituati a vorticosi rivoltamenti di frittata da parte di Berlusconi. Ma questo tentativo appare piuttosto ostico anche per i fedelissimi dell’ ex Cav – si è autosospeso dall’ ordine-. Difficile far passare in secondo piano, il fatto che l’ allora Popolo delle Libertà -Alfano compreso- abbia ratificato in Parlamento l’accordo sul Fiscal Compact. Non solo. Lo scempio si è compiuto quando è stato inserito nella Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio. Certo tutto questo è stato approvato con la complicità del Pd. Ma i dem – a torto o a ragione- non hanno mai sbandierato o cavalcato l’antieuropeismo. A questo proposito i grillini sono candidati a fare lo stesso “botto” delle scorse politiche. In un sistema di voto prettamente proporzionale come questo, il Movimento potrà raccogliere tutta la rabbia degli elettori che non considerano un grosso rischio l’elezione di candidati che rasentano il vuoto pneumatico o da riciclare perché trombati in altre consultazioni. -Del resto sul “riuso”, gli altri partiti sono dei maestri e, malgrado le smentite, ci saranno i soliti vecchi arnesi da sistemare.– Poco interessati al fatto che il referendum sull’euro, in pole position nel programma, non è costituzionalmente ammissibile. Sarà interessante invece vedere quali saranno le conseguenze che potrebbero avere i pentastellati, qualora inscenassero qualche spettacolino già andato in onda nel nostro parlamento.
TSIPRAS L’OUTSIDER – Discorso a parte, merita la lista l’ Altra Europa con Tsipras. Nata per iniziativa di Barbara Spinelli, Curzio Maltese, Andrea Camilleri ed altri è divenuta una realtà in radicamento nel territorio nazionale. I numerosi comitati di sostegno hanno fatto il miracolo di raccogliere le 150mila firme necessarie alla presentazione. Grazie al lavoro di militanti esperti, provenienti dalle file di Rifondazione, Pdci e anche di Sel ; la cui base è molto più convinta di Nichi Vendola che non smette di sperare in una redenzione del Pse, in senso antiliberista. Con un programma decisamente concreto, teso a rinegoziare i trattati e a trasformare la Commissione un organo esclusivamente politico e non finanziario, Alexis Tsipras potrebbe essere l’outsider sorpresa delle elezioni.
Giuseppe Folchini
@gifolch