Ciclismo
Fiandre: nella corsa dei muri, il ciclismo diventa universo

Per qualcuno, la primavera arriva soltanto quando vede il Fiandre alla tv. Le porte del grande ciclismo si spalancano con i 259 chilometri della corsa fiamminga, che va da Bruges a Oudenaarde. Appuntamento domenicale di rilievo della stagione che entra nel vivo con le tanto attese “classiche del pavè“: la Gand-Wevelgem (vinta da Degenkolb), la “Ronde” appunto e la Parigi-Roubaix in programma domenica prossima. Una campagna del nord che si prospetta più ricca che mai, col pubblico che attende il duello (mancato negli ultimi anni) tra i due più grandi specialisti in gruppo: Tom Boonen e Fabian Cancellara, cinque vittorie al Fiandre in due.
IL FASCINO DEL PAVE’ – Salita e pavè, muri in ciottolato che spezzano le gambe e infiammano il pubblico a bordo strada. La bici che diventa incontrollabile, piccole buche che sembrano voragini e sono pronte lì, in agguanto, a bloccarti sul più bello. La “Ronde” (il Giro) è bordeline: viaggia su un precario equilibrio tra sogno e incubo. E spesso il poco clemente clima del Nord cura gli effetti speciali: pioggia, vento, fango e persino qualche fiocco di neve non sono mancati nella centenaria storia del Fiandre. Una vittoria in questa corsa significa impreziosire la propria carriera, anche se Il “Leone” delle Fiandre, strano a dirsi, non è belga: parliamo di Fiorenzo Magni, il “terzo” uomo nel dualismo Coppi-Bartali, autore di un irripetibile tris dal 1949 al 1951. Insieme a lui, nella lista dei plurivincitori troviamo solo belgi: Leman, Buysse, Museeuw e Tom Boonen, che va a caccia del poker mai riuscito a nessuno.
IL PERCORSO – A differenza di altre classiche, la corsa dei muri ha apportato diverse modifiche al proprio percorso. La salita più celebre, il “Muro di Grammont” (o più semplicemente il Muro) per il terzo anno consecutivo salterà l’appuntamento. Lo spostamento del traguardo da Ninove a Oudenaarde ha causato la ripetizione dello storico “Vecchio Quaremont” (2,2 Km al 4%) per ben tre volte, con l’ultima ascesa a 20 km dal traguardo. La salita finale, probabile trampolino di lancio, sarà il muro del Patenberg, più breve ma anche più duro del Bosberg. In totale, le stradine in ciottolato saranno 17.
I PROTAGONISTI – Per Cancellara e Boonen siamo alla resa dei conti. Nel 2012 cadde lo svizzero, nella scorsa edizione il belga, finiti anzitempo fuori dai giochi finali. Cancellara è comunque il detentore e sembra leggermente favorito, al cospetto di un Boonen che sembra non al top. Tra i due litiganti potrebbe beneficiarne Sagan, secondo l’anno scorso e alla ricerca a 24 anni del primo sigillo in una grande classica. Subito dopo, una vasta gamma di specialisti abituati per natura alle dure condizioni del pavè. Il belga Roelandts (terzo nel 2013) e il ceco Stybar (ma residente in Belgio da una vita) danno il meglio proprio in questo periodo dell’anno. Senza dimenticare Terpstra e Vanmarcke, che vanta un 2°posto alla Roubaix dell’anno scorso. Degenkolb e Kristoff sono gli uomini più pericolosi se resisteranno ai muri finali. Per l’Italia, che vinse per l’ultima volta con Ballan nel 2007, qualche chance con Gatto, Pozzato (2°nel 2012) e Sacha Modolo, reduce da due vittorie tappa alla “Tre giorni di La Panne”.
Manlio Mattaccini
