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Thiago Silva e Neymar per il Mondiale in patria. Le stelle del Brasile

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Le stelle del Brasile: Neymar e Thiago Silva

Parte oggi la rubrica “Le stelle” e la prima squadra ad essere protagonista è ovviamente il Brasile, padrone di casa dei Mondiali. Squadra piena di fenomeni, sia in campo che in panchina: ebbene sì, parecchi giocatori che siedono sulla panchina verdeoro servirebbero come il pane nell’undici iniziale di molte altre pretendenti alla coppa del mondo. Ma questa rubrica non intende esaminare le riserve delle varie nazionali, bensì mettere in risalto i leader delle squadre che parteciperanno alla competizione più prestigiosa del mondo. Per i verdeoro abbiamo scelto due talenti assoluti come Thiago Silva e Neymar.

Le stelle del Brasile: Thiago Silva

Le stelle del Brasile: Thiago Silva

THIAGO SILVA, IL LEADER SILENZIOSO –  Thiago Silva è il difensore centrale e capitano del Paris Saint-Germain: nato nel 1984, la sua storia è di quelle che fanno scorrere un brivido lungo la spina dorsale. Tanti problemi per l’ex Milan nel passato, prima di diventare un fenomeno assoluto nel suo ruolo a livello mondiale. Thiago arriva in Europa a 20 anni, nel Porto, ma a causa di infortuni e gravi problemi respiratori non riesce ad imporsi e dopo numerosi avvicendamenti finisce alla Dinamo Mosca, dove però gli viene diagnosticata la tubercolosi ed è costretto ad operarsi per non perdere un polmone. Carriera finita? Neanche per sogno! Thiago Silva riparte da dove aveva iniziato, cioè dalla Fluminense, squadra con la quale era cresciuto nelle giovanili. Due anni di crescita esponenziale in Brasile e poi il richiamo dell’Europa che torna a farsi insistente. Nel dicembre del 2008 la spunta il Milan di Leonardo: l’esordio avviene solo nell’agosto del 2009, poi in due anni uno Scudetto e una Supercoppa italiana, poi la fascia da capitano e la definitiva consacrazione. Nel 2012 arriva la chiamata del PSG, che con un offerta impossibile da rifiutare (60 milioni per il centrale brasiliano e Ibrahimovic) strappa Thiago Silva al Milan e lo porta nella capitale francese. Sotto la Tour Eiffel Thiago si conferma leader e fuoriclasse, forse il migliore nel suo ruolo e da capitano conquista uno scudetto e una supercoppa francese. Arriva al mondiale casalingo nel pieno della sua carriera, pronto a prendersi quello che il fato ha tentato di negargli in gioventù.

NEYMAR, IL FENOMENO ESTROVERSO – Forse l’esatto opposto del compagno di nazionale sopracitato: Neymar è giovane, predestinato ed estroverso. Se Thiago Silva ha dovuto sudarsi ogni singolo minuto di gloria, Neymar è arrivato sotto i riflettori del grande calcio a soli 14 anni, quando sostiene e supera uno stage in Spagna con il Real Madrid. Il Santos però offre a Neymar quello che il Real non pensa valga la pena di fare: un contratto da professionista. Esordisce nella squadra maggiore nel 2009 e diventa subito titolare. Nel 2010 il primi titoli con il Santos, il campionato Paulista e la coppa del Brasile. Il 2011 è una grande stagione sia a livello di club, dove vince la Copa Libertadores e viene eletto miglior giocatore sudamericano, sia nella nazionale U-20 dove disputa un mondiale da assoluto protagonista insieme a compagni diventati grandi insieme a lui come Lucas, Oscar e Casimiro. Nel 2012, ultimo anno in Brasile, diventa capocannoniere sia della Copa Libertadores che del Campionato Paulista. Numeri fenomenali che scatenano un duello all’ultimo milione (e colpo basso) tra Real Madrid e Barcellona. La spunta la squadra catalana che lo acquista per 57 milioni di euro nel maggio del 2013: nel Barça va a formare una coppia d’oro con Messi e finora ha realizzato 15 gol e 18

Le stelle del Brasile: Neymar

Le stelle del Brasile: Neymar

assist in 36 partite, mica male per essere la prima stagione in Europa!

Thiago Silva e Neymar, la spina dorsale della formazione verdeoro che punta a conquistare la Coppa del Mondo di Brasile 2014.

Jacopo Gino

Classe '94, studente presso la facoltà di giurisprudenza di Torino. Aspirante giornalista, cerco di unire qualità nella scrittura, nuove idee e, quando serve, una buona dose di ironia. Perché leggermi? Perché non scrivo mai cose banali e cerco sempre di proporre nuovi spunti interpretativi sui temi di cui parlo

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