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Italicum impantanato. Più di trecento emendamenti, anche di Pd e Fi
LA PALUDE – A parole tutti pronti a riformare la legge elettorale, invece Matteo Renzi si ritrova schiacciato dal macigno che ha lanciato nella palude parlamentare. Sono 318 gli emendamenti alla proposta di legge elettorale Italicum, presentati in Commissione Affari costituzionali della Camera. Le preferenze, le soglie di sbarramento, la quota a cui ci si aggiudica il premio di maggioranza. . Così il segretario Pd, per fare il punto, ha incontrato prima Denis Verdini e poi le correnti del Pd, per convincerle a ritirare gli emendamenti. Perché se ci aspettava un filibustering da parte dell’opposizione, la presentazione degli emendamenti da parte del Pd e di Fi rimane grottesca e paradossale, alla luce di un accordo spacciato come indissolubile.
GLI EMENDAMENTI- 57 da parte del Movimento Cinque Stelle, che tra l’altro, non sarebbe affatto penalizzato da una eventuale approvazione dell’ Italicum così come è, 12 del Ncd di Angelino Alfano, 50 della Lega Nord che, smentite a parte, ci riprova con lo “sbarramento territoriale”: una corsia preferenziale per i partiti che ottengono una media di almeno il 7 per cento in sette circoscrizioni.
IL PD RITIRA I SUOI,FI NO– I democratici ne avevano presentati 35 “Attualmente sono stati ritirati emendamenti soltanto da parte del Pd. Quelli ammessi sono circa 250-260″, ha detto il presidente della Commissione e relatore della riforma, Paolo Sisto, al termine dei lavori della mattina. Forza Italia torna a blindare l’accordo siglato tra Berlusconi e Renzi sulla legge elettorale e ribadisce la linea di fermezza: sì a lievi modifiche ma l’impianto dell’Italicum non si tocca. Per gli azzurri resta il no secco alle preferenze e pone paletti, anche sulla soglia di sbarramento del 5% per i partiti all’interno della coalizione. Sembra aprire invece sull’innalzamento della soglia per ottenere il premio di maggioranza con la nuova legge elettorale.
IL CAV PREOCCUPATO– Fonti vicine a Silvio Berlusconi , descrivono un Cavaliere infuriato sull’ipotesi di innalzamento del premio di maggioranza al 38 %. Preoccupato per una vittoria del M5S ad un eventuale ballottaggio. Stessi timori per le preferenze, che Berlusconi rifiuta tot court. E’ ossessionato dall’idea di scegliersi a uno a uno i propri rappresentanti parlamentari, come se ciò lo mettesse al riparo da tradimenti e scissioni.
La discussione comunque sarà ancora lunga e probabilmente proseguirà fino a notte inoltrata.
Giuseppe Folchini