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Fc Internazionale, un lontano ricordo: la barzelletta di Marco Branca
“Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo“. A distanza di 106 anni dalla sua fondazione, la società neroazzurra può vantare record su record, inviolati ad oggi da qualsiasi altra squadra della penisola. Ma anche, soprattutto negli ultimi anni, una serie di colossali e scellerate decisioni di mercato, ad opera della “triade dei poveri” e del suo barzellettiere per eccellenza. Proviamo a raccontarvela, avvisando però i deboli di cuore di un finale triste: è tutto vero, anche se fa ridere, non è una barzelletta.
C’ERA UNA VOLTA L’INTER… – C’era l’Inter di Sandro Mazzola, che portava Ronaldo da n.1 al mondo all’Inter, nel 1997: c’era Gabriele Oriali, fautore dell’Inter vincente del nuovo millennio, all’alba presidiava Giacinto Facchetti che purtroppo non è riuscito a godere della sua creatura appena prima che sbocciasse con 17 titoli in 7 anni. Oggi, nel passaggio di consegna fra Moratti e Thohir, comandano Branca, Ausilio e Fassone. Un curriculum di tutto rispetto, per succedere alla Gialappa’s Band, si. Perché se il loro intento era far ridere l’Italia non vi sono dubbi che ci sono riusciti: Vucinic per Guarin è solo l’ultimo dei capolavori collezionati dai tre Re Magi, i quali più che doni sembrano portare veri e propri “pacchi” per i tifosi neroazzurri. Il caso-Belfodil, ad esempio, è paradossale e rappresenta una continua contraddizione delle proprie scelte: strapagato in estate per la metà, in cambio milioni di milioni ed Antonio Cassano. Belfodil non gioca, quando lo fa sembra fare un favore a tutti, dall’altra parte Fantantonio scende in campo ed incanta, salvo fare le bizze come di consueto perché ringalluzzito dalle voci di un ritorno alla Sampdoria; ma poi torna in campo e sforna gol ed assist nelle ultime due gare. L’Inter chi cerca? Vucinic, uno dei giocatori più simili al barese, per genio e sregolatezza, età e fantasia, collocazione tattica e movimento in campo (zero). E nel frattempo, ciò per cui si era sacrificato Cassano e milioni di euro, viene scaricato in prestito nella Serie B inglese. Ma non finisce qui, perché un affare clamoroso era riuscito a passare sotto traccia in questi giorni turbolenti: Icardi alla Sampdoria. In prestito, ovviamente, le due società avevano trovato l’accordo, ma un particolare: l’Inter aveva dimenticato di chiedere un parere al giocatore sul trasferimento. La risposta è stata no, i blucerchiati hanno preso Maxi Lopez (guarda i casi della vita).
L’Inter cerca una punta e ne scarica due, ma la situazione altrove è ancor più paradossale: Kuzmanovic o Taider, già. Nainggolan è andato alla Roma, nemmeno Nocerino si è stati capaci di prendere, Poli lo si portava a casa con 500 mila euro due anni fa, ed il miglior giovane del reparto tale Benassi, viene scarificato per metà nell’affare D’Ambrosio in procinto di passare all’Inter. E in difesa? Si è cercato invano di far passare Ranocchia per un fenomeno agli occhi del Borussia Dortmund, ma per sfortuna nostra un Branca versione “crauti” non esiste. Ma nessun allarme, perché non dove arrivare Hernanes (uno scarpino vale 17 mln, cit. Lotito), Osvaldo (ha detto sì alla Juve) o Borriello (ah no, ha già firmato col West Ham), è pronto last minute Funes Mori, scarto del Benfica, L’addio di Alvaro Pereira non basta ad alleviare le sofferenze interiste, in virtù della sola vittoria nel derby tra le ultime 9 gare.
Ora arriva la parte peggiore, la fine della barzelletta: scapperà una risata, ma quello che vi abbiamo scritto è tutto vero. A voi la scelta, se continuare a ridere o piangere: noi, un’idea, ce la siamo fatta.
Orazio Rotunno
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