Focus
Udinese: da regina del ballo a Cenerentola, la favola al contrario dei friulani
L’Udinese vive una crisi profonda che potrebbe portarla a dover lottare fino all’ultima giornata per non retrocedere. I friulani sono reduci da quattro sconfitte consecutive in campionato e vedono la zona calda appena tre lunghezze sotto di loro. Guidolin non riesce a trovare il bandolo della matassa in una squadra dove troppe cose non funzionano. Il paradosso è, che in Coppa Italia, l’Udinese abbia eliminato Inter e Milan e ora debba giocarsi l’accesso alla finale contro la Fiorentina. Vediamo di analizzare i motivi della crisi della squadra bianconera.
LA CRISI DELLA VECCHIA GUARDIA – Quest’anno tutti i giocatori della vecchia guardia stanno giocando al di sotto dei loro standard abituali. I vari Danilo, Domizzi, Pinzi, Basta e, soprattutto, Di Natale, non riescono ad esprimersi come ai bei tempi, vuoi per l’usura di alcuni elementi, vuoi per la mancanza di stimoli e concentrazione di altri. Fatto sta che l’Udinese ha incassato fin qui 20 reti (quarto peggior attacco del campionato), subendone 32. Se si pensa che Di Natale, che per quattro anni di fila ha raggiunto quota 20 gol, ha finora messo a segno appena 4 reti, si può ben capire come la squadra friulana non riesca più a ritrovare quella continuità che ne aveva fatto la mina vagante del campionato.
MURIEL IMMATURO – Altro tasto dolente riguarda Muriel. Il colombiano quest’anno era atteso alla definitiva esplosione, ma, tra infortuni e partite sotto tono, non ha reso quanto ci si aspettava. Con Di Natale in netto calo e il colombiano troppo discontinuo, la squadra fatica a trovare sbocchi offensivi e, dato che la difesa non è più impermeabile come un tempo, basta subire un gol per vedere sfumare un risultato positivo. All’Udinese serve come il pane il colombiano che, nella seconda parte della scorsa stagione, segnò 11 reti in 22 partite, e Muriel deve iniziare a prendersi delle responsabilità se vuole entrare nella categoria dei top player, categoria che, per classe nessuno gli nega, ma che, per personalità, è ancora lontano dall’acquisire.
MERCATO SENZA JOLLY – Per la prima volta l’Udinese non è riuscita a pescare il jolly in mezzo ai tanti potenziali talenti presi in giro per il mondo la scorsa estate. Gli unici due che potrebbero dare forse qualcosa in più degli altri sono Widmer e Bruno Fernandes, ma, nei rispettivi ruoli, sono chiusi rispettivamente da Basta e Pereyra, due tra i migliori nella disastrosa stagione dei friulani. Guidolin, quindi, non ha grandi alternative, né soluzioni, per cercare di uscire da una crisi che si fa sempre più concreta. Mai come quest’anno, parlare di quota 40 punti, suona come un’impresa. Il tecnico di Castelfranco Veneto deve provare a ricompattare la squadra e cercare di fare quanto prima i punti che mancano alla sicurezza, anche a costo di fare scelte coraggiose (come l’esclusione di Di Natale, ieri). Per riuscire a salvarsi, però, occorre anche che i giocatori si diano una svegliata, ricompattandosi e ritrovando le antiche alchimie, altrimenti la favola dell’Udinese rischia di avere un pessimo epilogo a maggio.
Davide Luciani