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Armi chimiche siriane, in silenzio a Gioia Tauro
1500 CONTAINER – E’ il porto calabrese di Gioia Tauro, quello nel quale transiteranno le armi chimiche provenienti dalla Siria, che si trovano a bordo della nave danese Ark Futura. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, nel corso di un’audizione parlamentare Le armi si trovano in circa 1.500 container che dovrebbero esser depositati in porto e quindi trasbordati sulla nave Cape Ray in arrivo dagli Usa. È quanto chiede alle autorità di Damasco l’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Nobel per la Pace 2013), che fa da supervisore alle operazioni di distruzione dell’arsenale chimico di Assad. La prima fase prevede di raccogliere e trasportare gli agenti tossici dai 12 siti di stoccaggio al porto di Latakia, a Nordovest della Siria: qui, vengono imbarcati su due cargo – uno danese e uno norvegese – che li porteranno nei luoghi di distruzione.
MISTERI- Così in un silenzio assordante, stanno per arrivare sulle nostre coste le scorie delle armi chimiche utilizzate dal regime siriano, per massacrare gli oppositori. Lo scalo sarebbe stato scelto, perché considerato più sicuro e di più facile gestione in caso di proteste e manifestazioni. Da settimane si rincorrono le voci e crescono le polemiche. Il mistero si era accresciuto, ora dopo ora anche perché il segnale Ais (il sistema di identificazione automatica) della Ark Futura, aveva trasmesso il suo ultimo segnale a fine dicembre nelle acque di Cipro (secondo le verifiche del fattoquotidiano.it).
BONINO:LE ARMI NON TOCCHERANNO IL SUOLO- Nessuno infatti vuole nel suo porto armi chimiche, sebbene sia stato assicurato che le operazioni di trasbordo avverranno nel pieno rispetto delle procedure di sicurezza. Secondo quanto dichiarato da Emma Bonino –ministro degli Esteri- nelle scorse settimane, il trasbordo di agenti chimici avverrà ” da nave a nave “, senza toccare il suolo italiano: cioè senza sbarcare nemmeno in banchina e senza che il carico debba essere stoccato in depositi a terra. L’operazione, ha spiegato ancora il ministro degli Esteri, non dovrebbe durare più di 48 ore. Dopo che le armi chimiche, saranno trasferite sulla Cape Ray, la nave Usa che – una volta in acque internazionali – distruggerà mediante idrolisi gli agenti chimici più pericolosi arrivati dalla Siria.
IDV:45 GIORNI PER TRASFERIMENTO- Intanto l’Italia dei Valori scende in piazza: ” Giù le mani dai porti italiani” è il messaggio. Un sit-in è stato organizzato anche a piazza Montecitorio per dire no al trasbordo di armi chimiche siriane nei porti italiani. Presidi dell’Idv sono operativi anche nei porti che potrebbero essere interessati dall’operazione: Augusta, Brindisi, Maddalena e la stessa Gioia Tauro. “Dicono che le attività di trasferimento delle armi siriane necessitano 48 ore – dice il segretario dell’Italia dei Valori Ignazio Messina – ma, secondo noi, ci vorranno tra i 45 ed i 90 giorni”.
PORTUALI:SILENZIO ISTITUZIONALE- Protesta anche il segretario regionale del Sindacato dei lavoratori portuali (Sul) della Calabria, Carmelo Cozza. “Quello che ci preoccupa – dice – rispetto a tali notizie è soprattutto il silenzio istituzionale da parte di tutti gli enti preposti. A cominciare dalla Regione Calabria passando per l’Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto di Gioia Tauro per finire al gestore del terminal, Medcenter Container Terminal Spa”.
OPERAZIONE RISCHIOSA- Del resto è piuttosto sconcertante che -fino ad ora- non vi siano state delle posizioni di merito, rispetto ad un operazione che può avere un significativo impatto sulla sicurezza dei lavoratori portuali, durante le procedure di movimentazione che richiederanno misure straordinarie, proprio perché svolte in acque internazionali.
Giuseppe Folchini