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Euro 2012, la strada verso Kiev: Spagna, le colonie blanca e azulgrana per cercare di calare il tris

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MADRID, 5 GIUGNO – Al giorno d’oggi se dici Spagna dici Real Madrid e Barcellona: il binomio è indiscutibile e indissolubile. Le furie rosse capitanate da Del Bosque sono pronte ad affrontare il campionato Europeo, l’ennesimo da protagonista. Dopo la vittoria in Sudafrica e quattro anni fa sempre nell’Europeo, i ragazzi di Spagna cercheranno di ripetersi per la terza volta e, per fare ciò, hanno tutte le carte in regola. Con buona pace di Italia, Croazia e Irlanda, tre squadra che sicuramente, in un modo o nell’altro, daranno del filo da torcere alla Spagna e cercheranno in tutti i modi di metterle i bastoni fra le ruote.

Casillas alza al cielo la Coppa del Mondo

DA ETERNA PERDENTE A SQUADRA DA BATTERE: LA PARABOLA STORICA DELLA ROJA Per chi conosce e apprezza il bel gioco della Spagna di oggi, sembrerà quasi impossibile pensare che gli iberici, almeno fino a quattro anni fa, non potevano vantare una storia calcistica piena di grandi soddisfazioni. Ebbene si, perché le Furie Rosse, se si escludono i campionati europei del 2008 e i Mondiali del 2010, entrambi stravinti grazie ad un calcio da manuale veloce e spumeggiante, riportano nel loro palmares come unico altro trofeo conquistato solamente l’Europeo del 1964. Assente alla prima edizione della Coppa del Mondo del 1930, quando ad imporsi fu l’Uruguay, la Spagna marca la sua prima presenza ad una competizione internazionale solo quattro anni più tardi: sono i Mondiali italiani e in quella occasione si fermò ai quarti di finale, venendo estromessa dalla competizione proprio dagli azzurri padroni di casa, recriminando tuttavia per un arbitraggio a dir poco parziale. Passano sedici anni e la nazionale iberica torna di nuovo a far parte della lista delle squadre partecipanti a questo prestigioso torneo in occasione dei primi campionati del mondo del post-guerra, dove agguanterà un buon quarto posto. Gli anni cinquanta sono tuttavia un periodo di crisi per la nazionale spagnola, che non partecipa né ai Mondiali svizzeri del 1954 né a quelli svedesi del 1958. E’ comunque presente ai primi campionati europei della storia, svoltisi in Francia nel 1960. Il torneo è segnato dalla scelta della Spagna, allora sotto la guida del dittatore Francisco Franco, di non disputare – per motivazioni di carattere politico – la partita contro l’Urss valevole per i quarti di finale, abbandonando così in anticipo la competizione. Dopo la deludente prestazione ai Mondiali del 1962 (eliminazione nella prima fase del torneo), arriva finalmente il momento tanto atteso di alzare al cielo un trofeo internazionale: è il 1964 e di fronte al proprio pubblico la nazionale di Villalonga, guidata dalle prodezze del fuoriclasse Luis Suarez, batte per 2-1 l’Urss al termine di una finale infuocata. Una vittoria che si rivelerà essere solamente un sussulto e non invece l’inizio di un ciclo vincente: per due volte fuori al primo turno di un Mondiale (1966 e 1978) e per ben due volte ancora assente persino alla sua fase finale (1970 e 1974), non fa meglio agli Europei, dove la nazionale spagnola partecipa – senza successo – solamente all’edizione del 1980 organizzata dall’Italia. Nel 1982 si presenta dunque la ghiotta occasione per il grande riscatto: la Coppa del Mondo fa tappa in Spagna ma a gioire quell’anno è l’Italia di Bearzot, con la squadra guidata da Josè Santamarìa che dice addio ad ogni speranza di rinascita al termine della seconda fase della manifestazione. Due anni più tardi, però, le cose vanno decisamente meglio: tornato dopo tredici anni alla guida delle Furie Rosse, Miguel Munoz conduce la sua squadra sino alla finale dell’Europeo, perdendo per 2 a 0 il match decisivo contro la Francia organizzatrice dell’evento. Dal 1986 ha dunque inizio la maledizione dei quarti finale, con la Spagna che termina a questo punto del torneo ben sei delle dieci competizioni a cui prende parte tra Europei e Mondiali fino al 2006. Per il resto, davvero poca roba. Dal 2008 la musica finalmente cambia: undici tori scatenati, sotto la guida dell’esperto Aragones, portano a casa il secondo campionato europeo della loro storia dopo quello casalingo del 1964: sospinta dalle giocate di Xavi e dai gol di David Villa, la nazionale spagnola termina il suo glorioso cammino vincendo tutte le partite (se si comprende anche quella vinta ai rigori nei quarti di finale contro l’Italia di Roberto Donadoni). Il bis solo due anni più tardi in terra sudafricana. Al dimissionario Aragones si alterna Vicente Del Bosque ma la sostanza non cambia. Dopo un allarmante passo falso nella prima partita del suo girone (1-0 a favore della Svizzera) la squadra iberica inanella una serie di cinque vittorie consecutive, che la spediscono dritta alla prima finale mondiale della sua storia. L’epilogo è noto: gol di Iniesta a pochi minuti dal termine dei supplementari e Olanda ko. La Spagna si presenta dunque ai prossimi europei come la grande favorita del torneo con una delle rose più forti di tutti i tempi, composta da giocatori per metà provenienti da soli due squadre, Real Madrid e Barcellona, l’élite del calcio mondiale attuale. Da eterna perdente a squadra da battere: ecco il nuovo biglietto da visita della temibilissima Spagna di Del Bosque.

Un recente undici della nazionale spagnola

IL DUETTO REAL-BARCELLONA PRONTO A BISSARE LA VITTORIA DELL’EUROPEO: LE TERRIBILI FURIE ROSSE DI DEL BOSQUE – Sulla formazione spagnola che affronterà il campionato si possono spendere mille parole ma, quel che conta, è che la squadra allenata da Del Bosque si candida tra le favorite al titolo finale. Il gruppone è formato in gran parte dalle due regine di Spagna e di Europa, il Barcellona di Guardiola e il Real di Mourinho. Dopo la vittoria di quattro anni fa, la roja è pronta a calare la doppietta: la rosa a disposizione dell’ex tecnico del Real Madrid ha tutte le carte in regola per poter arrivare in finale e per vincere. In porta c’è ancora il terzetto della vittoria al mondiale: Iker Casillas, Victor Valdes e Pepe Reina. I tre portieri ispanici garantiscono un mix di qualità che forse nessun’altra nazionale può avere a disposizione. In difesa ci sono Piquè del Barça e la colonia del Real Madrid composta da Sergio Ramos, Alvaro Arbeloa e Raul Albiol. Il pacchetto arretrato sarà però orfano di Puyol, il riccioluto capitano del Barcellona colpito da un infortunio che lo costringerà a guardarsi da casa tutta la competizione. A centrocampo c’è un predominio dei blaugrana: Del Bosque ha chiamato Xavi, Sergio Busquets, Fabregas e Iniesta, gruppo spalleggiato (in maniera ottima) da Xabi Alonso dei blancos. Attenzione anche ai possibili outsider Jesus Navas del Siviglia e Santi Cazorla del Malaga. L’attacco è il reparto che forse soffrirà di più vista l’assenza forzata di David Villa. Al suo posto è stato convocato El Tiburon Alvaro Negredo che completerà un reparto molto ben attrezzato e composto da Fernando Torres, Pedrito e Llorente dell’Atletico. Con questi nomi lo spettacolo è garantito: e allora non resta altro da fare che sedersi sul divano e ammirare le gesta delle “furie rosse”. Sperando che non siano tanto “furiose” contro la nostra Italia…
PUNTO DEBOLE: L’assenza di Villa potrebbe pesare in attacco vista la recente poca prolificità di Torres: da verificare invece Negredo e Llorente.
PUNTO FORTE: Una squadra così non ha un particolare punto di forza. Le qualità dei singoli sono sotto gli occhi di tutti: questi giocatori sono però in grado anche di fare gruppo ed è questa la cosa fondamentale.

A cura di Nicolò Bonazzi e Giuseppe Mimmo 

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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