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Bufera doping nel mondo dell’atletica: positivi Powell e altri quattro giamaicani
Il mondo dell’atletica è sotto shock: cinque atleti che hanno disputato i campionati nazionali giamaicani a Kingston il mese scorso sono risultati positivi ad un controllo antidoping. Spiccano tra tutti i nomi di Asafa Powell, ex primatista mondiale sui cento metri, accusato di aver usato uno stimolante illecito, Nesta Carter, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino nella staffetta 4×100, e Sherone Simpson, oro olimpico nel 2004, anche lei nella 4×100. La positività è stata confermata dal direttore dell’agenzia nazionale antidoping (Jadco), Herb Elliot, che ha detto di essere ora in attesa delle controanalisi.
LA PERQUISIZIONE E I SEQUESTRI – Questa notte i Nas dei Carabinieri di Udine hanno effettuato una perquisizione nell’albergo di Lignano Sabbiadoro in ci si trovavano gli atleti. Nel mirino c’è anche una fisioterapista canadese, già coinvolta in un’indagine sulla positività di alcuni atleti di baseball americani. Sono stati sequestrati degli integratori sospetti.
POWELL SI DIFENDE – Non si sono fatte attendere le reazioni dei coinvolti nella vicenda. Powell dal suo profilo Twitter ha scritto: “Non ho mai preso volontariamente e coscientemente alcuna sostanza irregolare. Questa storia mi ha completamente devastato sotto molti punti di vista: professionalmente mi negherà i Mondiali, personalmente è ancora peggio, eppure sono convinto che ne uscirò più forte. Il mio errore non è stato barare, ma non essere più vigile“. Il suo agente, Paul Doyle, ha confermato la positività all’oxilofrine, attestando anche la positività della Simpson, altra sua assistita. Oltre al tweet, Powell ha in queste ore rilasciato un comunicato ufficiale, nel quale chiarisce la sua posizione: “Sono devastato. Voglio essere chiaro con i miei amici, la mia famiglia e tutti i fan che mi seguono in giro per il mondo. Non ho mai assunto volontariamente o consapevolmente la sostanza che è stata riscontrata nel mio test. Non sono e non sono mai stato un imbroglione. Abbiamo avviato un’indagine interna, per capire come questo stimolante sia potuto finire nel mio organismo, nonostante tutti i controlli che facciamo. Questa notizia mi costerà la partecipazione ai Mondiali di Mosca, ma la mia posizione in materia di doping è nota da anni. Non ho mai fatto uso di sostanze dopanti durante la mia carriera, accetterò le conseguenze del caso. E in futuro starò più attento, per evitare che la situazione si ripeta“.
Antonio Casu
twitter:@antoniocasu_