Calcio Estero
Leonardo, ricorso boomerang: pena aumentata di cinque mesi
Ricordate i famosi “missili” di Occhetto? E’ stato Corrado Guzzanti a renderli immortali ironizzando sulla loro beffarda traiettoria: scagliati con lo scopo di abbattersi sull’avversario politico di turno e di far trionfare la giustizia, i missili del “Líder Minimo” non solo mancavano puntualmente il bersaglio ma, dopo aver compiuto un’ampia parabola, ritornavano alle spalle dell’incauto mittente colpendolo nel luogo più umiliante e doloroso. Ecco, il ricorso presentato dal Paris Saint-Germain contro la squalifica di nove mesi inflitta a Leonardo per la spinta rifilata all’arbitro Castro è davvero un “missile” strepitoso: la squalifica – anziché attenuarsi – si è inasprita di brutto (da nove a quattordici mesi) e a suggellare la figuraccia in mondovisione ora manca solo il Tapiro d’oro. Complimenti vivissimi agli strateghi del club parigino, cui è rimasta la possibilità di presentare un ultimo disperato ricorso al Comitato Nazionale Olimpico e Sportivo Francese (CNOSF) e quindi, potenzialmente, di aggravare la situazione. Se la lasceranno sfuggire?
REGOLAMENTO DI CONTI – I fatti per i quali Leonardo è stato così duramente sanzionato dalla Commissione disciplinare della Ligue 1 francese risalgono allo scorso mese di maggio. Al Parco dei Principi si è da poco conclusa la partita di campionato fra PSG e Valenciennes (1-1 il finale) e il ds dei parigini, inviperito per l’arbitraggio di Alexandre Castro (tutti i torti non li ha: gli episodi dubbi sono tanti e fra questi spicca l’espulsione, apparsa troppo severa, di Thiago Silva al 43’ del primo tempo), attende il direttore di gara nel sottopassaggio che conduce agli spogliatoi e poi lo affronta urtandolo con una leggera spallata come a dire – forse – “caro Castro, tu espelli un giocatore per una cosa così?”. Il gesto, assolutamente non violento ma comunque molto grave, viene ripreso dalle telecamere e le immagini fanno il giro del globo.
L’IMPRUDENZA AL POTERE – La squalifica scatta quasi immediata e il club dei campioni di Francia reagisce difendendo Leonardo a spada tratta: “La direzione del Paris Saint-Germain prende atto della decisione della Commissione Disciplinare della Lfp di sospendere il direttore sportivo del club, Leonardo, per un periodo di nove mesi e di sanzionare il club con 3 punti di penalizzazione con la condizionale (in caso di recidiva la sanzione scatterà automaticamente, ndr). Tenuto conto degli elementi presentati ai membri della Commissione disciplinare, il PSG ritiene questa decisione infondata ed estremamente severa. Di conseguenza, il Paris Saint-Germain, totalmente solidale col suo direttore sportivo, ha deciso di fare ricorso contro questa decisione”.
LA MALDESTRA DIFESA DI LEONARDO E DEL PSG – “È il delegato prima di me, quello con l’auricolare nero, che mi blocca il cammino” – ha affermato Leonardo ricostruendo i fatti in modo assai fantasioso – “È lui che mi spinge verso l’arbitro. Sono io che vengo spinto e assalito. Non mi pare che l’arbitro abbia l’espressione di una persona aggredita. Non c’è stata alcuna violenza da parte mia. Volevo solo discutere”. Sulla “non-intenzionalità” del gesto, davvero credibilissima, è stata impostata anche la linea difensiva degli avvocati del PSG, che evidentemente l’hanno considerata come l’unica possibilità per configurare un ricorso. Peccato che non abbiano intuito – di fronte a immagini così eloquenti – che era anche un’ottima ragione per non farlo.
CILIEGINA SULLA TORTA – Come se non bastasse la fragilità della difesa, Leonardo ha avuto pure la bella idea di non presentarsi all’udienza di ieri in tribunale (“è impegnato in una trattativa per un giocatore” ha spiegato il dg Jean-Claude Blanc). Insomma, non c’è che dire: davvero una vicenda giudiziaria condotta alla grande dall’inizio alla fine. Chapeau!
Enrico Steidler