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Fantastico Wigan, la FA Cup è tua!
Pubblicato
5 anni fa|
Editor
Enrico Steidler
La partita che non ti aspetti: il Wigan ribalta tutti i pronostici e grazie a un gol di Watson al 91’ batte il Manchester City e alza al cielo la Coppa d’Inghilterra per la prima volta nella sua storia. Risultato più che meritato per gli uomini di Martinez (terz’ultimi in Premier e a un passo dalla retrocessione), apparsi molto più lucidi e determinati fin dalle battute iniziali del match. Migliore in campo, per dinamismo e inventiva, Callum McManaman, che in più di una circostanza mette a ferro e fuoco la difesa dei Citizens senza però trovare il tocco vincente. Dopo la traversa colpita da Maloney su calcio piazzato al 76’ (e l’espulsione di Zabaleta all’84’, che costringe Mancini a ridisegnare l’assetto della squadra), i Latics premono sull’acceleratore subodorando il colpaccio e pochi secondi dopo il 90’ raccolgono il frutto di una gara perfetta: sugli sviluppi dell’ennesimo corner Benjamin Watson approfitta del maldestro posizionamento della difesa avversaria e con un preciso colpo di testa mette alle spalle di Hart. L’arbitro concede 4 minuti di recupero ma il City non c’è più: grande festa per il Wigan, che entra alla grande nell’albo d’oro della competizione più antica del mondo (risale al 1872) e si carica nel migliore dei modi in vista dei due ultimi – decisivi – match di campionato, contro l’Arsenal in trasferta (martedì alle 20.45) e l’Aston Villa al DW Stadium. Comunque vada a finire, i Latics sono nella storia del calcio inglese e il prossimo anno giocheranno in Europa League.

Ben Watson esulta dopo il gol che vale la Coppa d’Inghilterra
LA FAVOLA DI WEMBLEY – Chi si chiede per quale ragione il calcio è lo sport più seguito sul pianeta Terra dovrebbe guardarsi la finale di FA Cup: solo in questo sport, così imprevedibile e affascinante, Davide può battere Golia e batterlo alla grande, a ennesima dimostrazione che sul terreno di gioco scendono gli uomini e non i quattrini. I Latics sono riusciti a colmare l’evidente divario tecnico nei confronti della squadra di Mancini (acclamato a gran voce dai suoi tifosi, che lo adorano) con l’orgoglio e una determinazione feroce. McManaman, Maloney, Kone, Joel e non solo: tutto il Wigan ha giocato una partita splendida, stringendo i denti nei (rari) momenti difficili e dominando per larghi tratti l’avversario con un gioco brillante, fantasioso e quanto mai coraggioso. Solo i primi 8 minuti il City è stato all’altezza del suo blasone e delle aspettative (al 4’ Yaya Tourè spara da buona posizione ma Joel non si fa sorprendere): poi, dopo la prima, insidiosissima incursione di McManaman al 9’ (conclusa con un tiro che non “gira” come dovrebbe) il match ha visto i Latics salire in cattedra ed esibire un football da lustrarsi gli occhi, sia in attacco – dove i bianco-blu hanno imperversato in lungo e in largo facendo ammattire gli avversari – che in difesa, esemplare per attenzione e tempestività nelle chiusure (tranne che al 29’, quando la migliore azione del City, conclusa dalla botta a colpo sicuro di Tevez, viene sventata dal miracoloso intervento di Joel).
Il City, quindi, non ha perso per suo demerito (come si potrebbe facilmente affermare considerando la prestazione francamente un po’ opaca di Tevez e compagni) ma per merito del Wigan, abilissimo a sgretolare pian piano le certezze dei Citizens e ad assestare il colpo del ko nel momento migliore. Ma il senso più autentico della gara di Wembley è che insieme ai Latics ha vinto il calcio, ha vinto questo sport capace di regalare emozioni incredibili e di far trionfare il “povero” sul ricco anche nell’occasione più importante.
MANCHESTER CITY-WIGAN 0-1 (91’ Watson)
Manchester City (4-5-1): Hart, Zabaleta, Kompany, Nastasic, Clichy, Barry (90’ Dzeko), Yaya Touré, Nasri (55’ Milner), Tevez (69’ Rodwell), Silva, Aguero. All.: Roberto Mancini
Wigan (3-4-3): Joel, Boyce, Scharner, Alcaraz, McArthur, Gomez (81’ Watson), McCarthy, Espinoza, McManaman, Maloney, Koné. All.: Roberto Martinez.
Ammoniti: Nastasic, Barry (M), Joel (W)
Espulsi: Zabaleta (M)
Enrico Steidler
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