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Cagliari conquista anche Trieste: 2-0 all’Inter firmato Pinilla

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Cagliari conquista anche Trieste: 2-0 all'Inter firmato PinillaTRIESTE, 14 APRILE – “Dobbiamo portare l’Inter in Europa, la porta principale è più lontana ma ci credo finché la matematica non ci condanna, finché non ci saranno 4 punti di distanza a una partita dalla fine. Per noi l’Europa è fondamentale”. Queste le parole di Andrea Stamaccioni nella conferenza stampa di ieri, ad introdurre il match tra Inter e Cagliari di Trieste (visto il prossimo abbattimento dell’Is Arenas) valido per la 32esima giornata di campionato. L’Europa, quella che conta, è l’argomento principale di questa partita, nonché il piatto forte che questo campionato, a scudetto praticamente già assegnato, può ancora offrirci: la lotta per il terzo posto valido per i preliminari di Champions è ancora tutta aperta, e si preannuncia entusiasmante e indecisa fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato. Fuori da questa sorta di ‘Rumble’, però, sembra esserci l’Inter: la sconfitta nell’incredibile e rocambolesco match della settimana scorsa con l’Atalanta praticamente estromette i nerazzurri dalla corsa Champions, con Milan e Fiorentina ormai troppo lontane e praticamente irraggiungibili. Senza contare che, perseguitata dalla maledizione degli infortuni, ormai una vera e propria ecatombe si è innalzata sopra la rosa nerazzurra, costretta a scelte forzate in ogni reparto. Basti vedere la situazione dell’attacco, dove, dopo l’ultimo forfait dichiarato da Cassano, in rosa rimangono praticamente solo Rocchi, Alvarez e Guarin. Insomma, tutto fa pensare che l’Inter possa ormai ritenersi esclusa dalla corsa Champions; ma finchè non sarà la matematica a condannarli nulla è impossibile, o almeno questo a detta di Stramaccioni. Avversario dei milanesi l’ostico Cagliari, senza ormai grandi pretese di classifica ma disturbato sin da inizio annata dalla invadentissima telenovela legata all’Is Arenas. Telenovela risoltasi dopo il definitivo annuncio dell’abbandono dello stadio, che verrà probabilmente ricostruito in un comune vicino. Per i Cagliaritani, l’assenza importante di Nainggolan, obbiettivo di mercato, tra gli altri, proprio dei nerazzurri. Al suo posto gioca Dessena, in un centrocampo a tre formato anche da Ekdal e Conti; in difesa, davanti al portiere Agazzi, si dispongono a quattro Perico, Rossettini, Astori e Murru, mentre in attacco Ibarbo viene preferito a Pinilla, col colombiano che affiancherà Thiago Ribeiro e Cossu, con Sau (protagonista all’andata con una doppietta nel 2-2 di San Siro) ancora indisponibile. Nell’Inter, come detto, molte scelte obbligate; in attacco giocherà il già citato trio composto da Rocchi, Alvarez e Guarin. Anche per i nerazzurri difesa a 4, con Zanetti, Silvestre (e non Ranocchia), Juan Jesus e Pereira schierati di fronte ad Handanovic; infine, centrocampo a tre composto da Kovacic, Cambiasso e Gargano.

PRIMO TEMPO: CHE OCCASIONE IL CUCHU! – La partita, di fatto, non inizia per Cossu, che dopo soli sei minuti lamenta già un problema muscolare: Cagliari costretto subito al primo cambio, col trequartista che viene sostituito da Cabrera. L’inizio di gara vede l’Inter gestire palla senza troppi affanni, con ritmi molto bassi. La prima accelerazione al match la si ha al nono minuto, quando Cabrera se ne va sulla destra, rientra in area con una bella finta e scarica per Dessena che calcia di prima di piattone al limite dell’area: facile per Handanovic. Ma l’occasione più clamorosa dell’incontro la si ha cinque minuti più tardi, e stavolta a tentare di usufruirne c’è l’Inter: bellissima triangolazione in mezzo alla difesa cagliaritana tra Rocchi e Cambiasso, che libera quest’ultimo solo di fronte al portiere; l’argentino scavalca il portiere in uscita con un bel pallonetto, ma sfortuna vuole che questo rimbalzi sul palo e spiazzi lo stesso Cambiasso sulla ribattuta, con la palla che viene poi spazzata in angolo. Un minuto più tardi, ci prova Guarin, calciando da lontanissimo da fermo (praticamente ogni pallone giocato fin’ora dal colombiano è stato un pallone da fermo), con la palla che arriva potente in porta ma che trova il pronto intervento di Agazzi. Ma l’uomo più ispirato tra le file nerazzurre, almeno per questo primo tempo, è Ricky Alvarez, autore di un’ottima prova la settimana scorsa nello sfortunato match con l’Atalanta: prima Ricky dopo una bella azione personale sulla sinistra scarica bene su Guarin, la cui conclusione è però abbastanza affrettata; poi, al 21, con uno slalom magico si fa mezzo campo bevendosi quasi tutta la difesa cagliaritana, ma facendosi ribattere in corner la conclusione mancina. Dall’altra parte a far paura è invece Ibarbo, devastante quando se ne va palla al piede: prima fa ammonire Jesus saltandolo nettamente e facendosi subire un fallo da giallo, poi al 34 sfiora il gol buttandosi su un cross dentro l’area piccola dalla sinistra di Murru; provvidenziale l’ottimo intervento di Alvaro Pereira. Sul finale di primo tempo, altra bellissima giocata di Alvarez, che dalla trequarti rientra col sinistro dopo una bella finta e calcia col sinistro: pallone che sfiora l’incrocio dei pali alla destra di Agazzi. Si chiude dunque sullo 0-0 il primo tempo a Trieste: Cagliari pericoloso nelle ripartenze, ma soprattutto tanta Inter, clamorosamente vicina al gol con Cambiasso al quattordici e che, valutando complessivamente questo primo tempo, meriterebbe di più il vantaggio rispetto agli avversari; da segnalare, tra l’altro, anche un dubbio episodio al 19, con Rocchi che viene steso al limite dell’area su bell’assist di Kovacic, ma Celi ha lasciato proseguire, tra i dubbi dei nerazzurri.

SECONDO TEMPO: L’ORGOGLIO DELL’EX – Il secondo tempo riprende lo stesso copione del primo, almeno per quanto riguarda il Cagliari, sempre pronto a pungere la difesa nerazzurra in contropiede. Specialmente col suo uomo più veloce, Ibarbo, che al quinto della ripresa con un’avanzata devastante ne salta tre e si presenta in area; dubbi sull’intervento di Zanetti sul colombiano, coi cagliaritani che reclamano per un presunto rigore. Nel frattempo, un altro nerazzurro deve dar forfait per problemi muscolari: Gargano, infatti, è costretto ad uscire dal campo, sostituito in mezzo al campo da Kuzmanovic. Nel frattempo, l’Inter risponde al Cagliari con una gran giocata di Rocchi, che si destreggia in mezzo alla difesa cagliaritana per poi calciare violentemente col sinistro; grandissimo intervento di Agazzi a salvare la porta, evitando a Rocchi la gioia del secondo gol in due partite consecutive. Anche Guarin, al 66esimo, prova ad impegnare Agazzi con una bella conclusione sul primo palo, salvata in corner. Intanto, secondo cambio per il Cagliari, e attenzione a chi entra: al posto di Dessena, infatti ,scende in campo l’ex di turno, Mauricio Pinilla, col Cagliari che dunque decide di attaccare alla ricerca del vantaggio con una formazione più offensiva. Sarà un cambio decisivo, perché al 72esimo proprio l’attaccante cileno si procurerà un calcio di rigore, su sgambetto all’interno dell’area di Silvestre. Ma, anche in questo caso, si tratta di un grave episodio arbitrale: Silvestre, infatti, ritrae subito la gamba, con Pinilla che si tuffa letteralmente, facendo abboccare all’amo l’arbitro che decreta il secondo penalty contro in due match per i nerazzurri. Entrambi, però, inesistenti. Alla battuta va proprio Pinilla, che non sbaglia: Cagliari in vantaggio, e nerazzurri chiamati a compiere l’ennesima rimonta stagionale. Ma all’Inter ormai ogni cosa sembra andare storta: al 67esimo Nagatomo, rientrante da un infortunio, entra al posto di Cambiasso, ma soli 7 minuti più tardi è già costretto a uscire per un altro problema muscolare, con l’Inter che brucia il suo terzo cambio inserendo Samuel al posto del giapponesino. Davvero assurdo. Nel frattempo, occasioni sia per Thiago Ribeiro, che di testa impegna Handanovic, che per Tommaso Rocchi, pericolosissimo in questa seconda frazione di gioco, il quale colpisce di destro sull’esterno della rete su colpo di testa di Silvestre ribattuto dalla difesa. Ma ecco che, ad un quarto d’ora dal termine, il Cagliari smorza ogni già fiacco entusiasmo dei nerazzurri andando addirittura a raddoppiare, ancora con Pinilla che, con una bella triangolazione, si fa beffe di una – come al solito – pessima e immobile difesa nerazzurra: Kuzmanovic lo lascia calciare liberamente e lui ringrazia, battendo Handanovic a pochi passi dalla porta e siglando quello che sembra essere il definitivo 2-0. L’Inter non reagisce più, anzi a questo punto smette di crederci, lasciando anche che il Cagliari sfiori il clamoroso 3-0 col solito Ibarbo, che in azione di contropiede prende la traversa calciando praticamente un rigore in movimento. Dopo tre, inutili minuti di recupero, termina dunque il match: finisce 2-0 per il Cagliari a Trieste, grazie ad una doppietta del subentrato Pinilla. Il solito copione dei gol subìti dall’Inter: se non è un rigore in pratica fasullo, è un clamoroso errore difensivo. Arriva dunque l’ennesima sconfitta stagionale per gli uomini di Stramaccioni, incapaci di approfittare – soprattutto nel primo tempo – delle occasioni avute dai vari Rocchi e Alvarez e, ancora una volta, sopraffatti dalla sfortuna, visti gli infortuni di Gargano e di Nagatomo – capace di giocare solo 7 minuti prima di uscire dopo essersi procurato un nuovo infortunio. Se già l’Atalanta ce ne aveva data la conferma, questa è una vera e propria pietra tombale: anche quest’anno, l’Inter non approderà in Champions League.

IL TABELLINO

CAGLIARI-INTER 2-0
Cagliari (4-3-1-2): Agazzi; Perico, Rossettini, Astori, Murru; Dessena (12′ st Pinilla), Conti, Ekdal (41′ st Casarini); Cossu (7′ Cabrera); Thiago Ribeiro, Ibarbo.
A disp.: Anedda, Ariaudo, Sau, Nenè. All.: Pulga-Lopez
Inter (4-3-1-2): Handanovic; Zanetti, Silvestre, Juan Jesus, Pereira; Gargano (8′ st Kuzmanovic), Cambiasso (22′ st Nagatomo, 30′ st Samuel)); Alvarez, Kovacic, Guarin; Rocchi.
A disp.: Carrizo, Belec, Jonathan, Ranocchia, Benassi, Belloni, Forte. All.: Stramaccioni
Arbitro: Celi
Marcatori:
18′ st rig. e 31′ st Pinilla (C)
Ammoniti:
Juan Jesus, Pereira, Silvestre (I); Conti, Murru, Pinilla (C)
Espulsi: –

A cura di Giovanni Nolè

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