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Juventus, Marotta blinda Conte. Ma attenzione alle “sirene di Ulisse”

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Antonio Conte, allenatore della Juve
Il tecnico della Juventus, Antonio Conte

Antonio Conte

TORINO, 19 MARZO – Storie di eroi, mitologici e attuali, passati, presenti e soprattutto futuri. Perché un eroe è tale solo se il suo ricordo e il ricordo delle sue gesta restano per sempre. Dalle parti di Torino, da circa 15 anni a questa parte, Antonio Conte è un eroe di quelli con la E maiuscola. Dopo tante stagioni condite da successi e da coppe alzate al cielo con la fascia da capitano, arrivò nel 2012 il momento del Conte allenatore.
Ma la storia non è cambiata: successi e vittorie arrivano come la neve a dicembre, sublimate dalla gloria e dalla consapevolezza di essere l’esempio italiano. Eppure, una settimana fa il condottiero della truppa bianconera ha detto a chiare lettere (o è stato spinto a dire, fate un po’ voi) che il calcio italiano è talmente negativo che “viene quasi voglia di andarsene all’estero“. Le dichiarazioni del tecnico leccese, congiunte alle continue chiamate dei maggiori club europei (Real e Chelsea su tutte) hanno provocato, sotto la Mole, pesanti preoccupazioni. Lo sfogo del Mister può essere considerato legittimo o meno, questo non sta a noi dirlo. La domanda alla quale proveremo a dar risposta è un’altra: cosa devono fare la Juve (e per Juve intendiamo tutto l’ambiente, dalla dirigenza ai tifosi) e lo stesso Conte per proseguire insieme il proprio cammino trionfale?

COME L’ODISSEA In apertura si parlava di eroi. Sfogliando i libri di mitologia greca, la vera patria dei paladini, capita di imbattersi in Ulisse, il valoroso per eccellenza. Le similitudini tra il protagonista omerico e il tecnico della Juventus sono più forti di quanto potrebbero sembrare. Come noto ai più, Ulisse a un certo punto costeggia l’ Isola delle Sirene, ove queste fantasiose creature erano solite ammaliare i naviganti con un canto soave e celestiale. Pur di evitare le tristi conseguenze di cedere alla loro melodia, Ulisse si fa legare all’ albero maestro della nave. Beh, se due più due fa quattro, non ci vuole molto a capire di cosa stiamo parlando. Le sirene estere hanno un suono davvero intrigante per Conte, una melodia fatta di prestigio e quattrini. La Juve (ovviamente) non vuole perderlo e lui non vuole perdere la Juve. Come fare?

QUADRATO Simbolicamente, Conte e la Juve devono legarsi all’albero maestro, cioè il sistema Juve. I tifosi, i dirigenti, i giocatori, devono creare una sorta di scudo fatto di armonia e di unità di intenti. La società, nella persona di Marotta, ha già fatto qualcosa di simile. Queste le parole del dg bianconero:” Rimarrà al cento per cento sulla panchina della Juventus. Per lui un ruolo da manager alla Ferguson? Sono favorevole a questo tipo di profilo, in Italia non c’è ancora ma alla Juve siamo stati spesso primi in tante cose. Non ne abbiamo mai parlato, ma Conte ha una forte ‘juventinità’ e credo possa ritagliarsi uno spazio importante. La sua è stata un’esternazione dettata dall’istinto del momento, ma sono certo che nei prossimi anni Conte rimarrà con noi“.

Le dichiarazioni di Buffon sono forse ancora più rassicuranti e dettano un’investitura importante :”Io ho avuto la fortuna di avere sempre il top come allenatori ma lui è il primo per bravura. Quando vedo che lui non è tra primi dieci allenatori in Europa non sono d’accordo, lui non è inferiore a nessuno. E non penso che ci sia il rischio di perderlo anche pensando alla sua sempre maggiore ambizione, alle sue eventuali ulteriori richieste di potenziamento della squadra. Conte non ha bisogno di questo tipo di escamotage, tra lui e la società c’è un rapporto talmente limpido che non credo che arriverebbero a certe conclusioni». 

Sembra proprio che tutti siano con Mister Conte. Tutti, insomma, sono fortemente attaccati all’albero maestro. Certo, un giorno il mister leccese se ne andrà. Ha più volte espresso la sua volontà di allenare un club straniero. Ma quel momento non è ancora arrivato. I tifosi bianconeri possono quindi dormire sogni tranquilli? In teoria si. La pratica, invece, ci dice che è obbligatorio rimanere vigili. Le “sirene di Ulisse” continueranno a cantare per molto tempo ancora. Ma, se da una parte ciò significherà il rischio di perdere il proprio allenatore, dall’ altra vorrà dire che lui starà continuando ad essere un eroe.

Antonio Fioretto

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