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Economia

ESM: una dittatura economica mascherata da fondo salva-stati

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La dott. Lidia Undiemi

ROMA, 13 APRILE 2012 – Lidia Undiemi, economista dottore di ricerca in Diritto dell’Economia, dei Trasporti e dell’Ambiente presso l’Università degli Studi di Palermo, ha da pochi giorni presentato una lettera indirizzata ad Antonio Di Pietro in cui motiva la sua decisione di abbandonare l’Italia dei valori. Alla base di tale scelta, la posizione dell’Italia dei valori, o meglio, la mancanza di presa di posizione in merito  all’istituzione del famigerato ESM (European Stability Mechanism), meglio noto come fondo salva-stati. L’argomento non è stato, sin qui, oggetto di dibattito politico e tantomeno approfondito dalla stampa periodica, nonostante al momento la ratifica del trattato istitutivo sia in fase di approvazione parlamentare. Secondo il pensiero dell’economista, massima esperta nazionale sull’ESM, ci troviamo di fronte ad una congiura del silenzio dei nostri politici. Un silenzio che vede partecipe anche il partito di Antonio Di Pietro, che pure si pone in opposizione al Governo, a riconferma di come i partiti si fan la guerra solo sulle questioni elettorali, rimanendo, invece, inerti per le questioni decisive per il futuro del paese. L’allarme che la dott. Undiemi cerca da tempo di diffondere, concerne la ratifica del trattato ESM,  non ancora in vigore, in quanto comporterà un ulteriore incremento delle politiche di austerity, ossia l’imposizione di ulteriori interventi che colpiranno soprattutto le fasce più deboli.

LA CRISI – Negli Stati Uniti la crisi finanziaria cominciata durante il 2007, ha preso la forma dei mutui sub prime, mentre nel vecchio continente si è manifestato come debito sovrano. Per fare fronte alla crisi, il presidente Obama raggiunse nel giugno del 2010 l’accordo sulla riforma di Wall Street. Principali punti della riforma sono la trasparenza e maggiori poteri attribuiti alla Federal Reserve, la banca centrale degli Stati uniti, in materia di controllo sulle attività speculative degli operatori finanziari. In Europa, i governi hanno stabilito che per il rilanciare l’economia sia necessario attuare una politica restrittiva, con gli stati che si sono fatti carico dei debiti provocati dalle speculazioni finanziarie degli istituti di credito (le banche hanno ottenuto un trilione di euro all’1% dalla BCE), ponendo a carico dei contribuenti l’onere di mettere in ordine i conti pubblici.

L’ESM – E’, o meglio sarà, una sorta di organizzazione finanziaria intergovernativa avente lo scopo di prendere le decisioni sulle politiche finanziarie degli stati aderenti, gestendo la concessione di finanziamenti agli Stati in difficoltà finanziaria, in cambio del potere di imporre rigide condizioni che graveranno sulle nazioni stesse, o per meglio dire, sui cittadini. Ai fini della costituzione del fondo, gli Stati dovranno versare più di 800 miliardi di euro, di cui 125 saranno onere del nostro paese. Posto che Il Parlamento Europeo si è già espresso a favore dell’Esm con 494 voti, la sua entrata in vigore necessita di previa ratifica da parte di ogni paese membro della modifica apportata all’art. 136 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. In Italia, lo scorso 23 marzo, il Consiglio dei Ministri ha predisposto il disegno di legge per la ratifica ed esecuzione che dovrà passare il vaglio del Parlamento. Gli elementi del trattato istitutivo che rendono quest’istituzione sovranazionale un’anomalia, sono le immunità, esenzioni e l’insindacabilità delle decisioni di cui tale Fondo godrà. Totale immunità legale, tanto a livello nazionale quanto europeo, per gli atti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni ed inviolabilità dei documenti prodotti, sono alcuni degli aspetti che caratterizzeranno il fondo ed il suo operato.

I RISCHI – Il rischio è quello di cadere in una sorta di dittatura economica, in quanto, “una cosa è un’organizzazione internazionale che si assume la responsabilità di gestire la crisi, altra è assegnare a dei soggetti che godranno d’immunità la gestione del debito pubblico e le linee di politiche economiche in ambito nazionale.”Un istituto finanziario dittatoriale che lucra sul debito pubblico, a scapito dei cittadini e senza che UE e Nazioni possano contestare le sue azioni-imposizioni.”, ha asserito nei suoi interventi Lidia Undiemi. Un rafforzamento antidemocratico dei poteri finanziari, ossia delle banche. Uno Stato in difficoltà potrà usufruire dei piani di finanziamento concessi dal fondo soltanto se cederà parte della sovranità nelle scelte di politica interna e si impegnerà a pagare un tasso d’interesse il cui limite non è stato nemmeno definito nel trattato. Inoltre, tale organizzazione intergovernativa si riserverà la possibilità di reperire i fondi necessari per il finanziamento nel mercato finanziario, senza che nessuno possa garantire la provenienza dei fondi stessi. Potrebbero essere le stesse banche, con un utile netto pari almeno al 3%, o persino la criminalità organizzata, a lucrare sul debito pubblico ed ad incidere sulle decisioni politiche della nazione debitrice mediante i finanziamenti dell’Esm. A dir poco inquietante, direi, lo scenario che vede uno Stato finanziato da un’organizzazione criminale che potrebbe anche ingerirsi nella gestione della res publica, tramite l’intemediazione di un fondo immune a qualsiasi potere costituito.

Andrea Marini

Qui di seguito, un intervento televisivo della dott. Lidia Undiemi.

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