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Con Ibra il Milan rinasce?

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Dopo tanto chiacchierare, dopo mesi di speculazioni, ipotesi, idee, Zlatan Ibrahimovic, che aveva fatto pensare a tutti di essere pronto ad un sorprendente quanto insperato ritorno in patria, ha scelto il suo futuro. Probabilmente la sua ultima destinazione, tornando al Milan nove anni dopo l’ultima volta. La scelta dello svedese non ha poi sorpreso più di tanto, dal momento che il modesto campionato svedese poco o nulla avrebbe potuto offrire all’ambizioso, sempre più, Zlatan.

Però il suo trasferimento al Milan, se è un lusso per lui, non lo è per il Milan, che gli ha fatto un contratto sistemato ad hoc per i prossimi sei mesi con opzione per gli altri dodici, di tutto rispetto per un trentottenne arrivato al capolinea, seppur la forma fisica denunci il contrario. Non avrebbe avuto senso l’acquisto dello svedese senza essersi posti preventivamente una domanda: con Zlatan il Milan rinasce?

Cosa può dare Ibra al Milan

La risposta la diamo subito: no, non rinasce. E per comprenderlo non c’era bisogno certamente dell’indovino: sicuramente uno tra Boban e Maldini saprà come funzionano certe cose nel calcio. E sapranno anche che sono le orchestre a fare il tenore, storicamente il tocco in più che non avrebbe senso senza, appunto, un’orchestra di prima grandezza. Il Milan l’orchestra, mai come in questa stagione, non ce l’ha. Ha, casomai, un gruppo sparuto di musicanti più o meno discreti che, eccezion fatta per “salvo-il-salvabile” Gigio Donnarumma, non produce grossi acuti. E, diciamolo, nel Milan che già fu di Zlatan, e che fu dei Gattuso, dei Nesta e dei Pirlo, nessuno degli attualmente in rosa avrebbe trovato uno spazio. Kessié, insomma, non avrebbe sostituito Nocerino. Tempi e storie diverse.

Ma Ibra cosa può dare al Milan, in tutto ciò? Parliamo sempre del terzo più grande giocatore del ventennio, dopo o insieme a Messi e Ronaldo. Sicuramente l’esperienza, sicuramente compattare uno spogliatoio che, escluso lo svedese, è dominato da Suso. E chi è, verrebbe da chiedersi, Suso, che si sente una star a Milano ma che delle stelle non legge nemmeno le coordinate? Rialzare il Milan, risolleverlo, sicuramente, ma smuoverlo dall’undicesimo posto attuale sarà impresa ardua. E lo sarebbe anche per i due più grandi assieme a Zlatan. Perché il Milan ora ha il tenore, ma continua a non avere l’orchestra. Che, nel calcio, si assembla a luglio, non a gennaio. Quando i giochi, cioè, sono belli e fatti. I miracoli, in un calcio sempre più evoluto, dinamico, ricco di ostacoli, non esistono più.

Cosa può dare il Milan a Ibra?

Una degna pensione, ed oltre non aggiungiamo. Null’altro, in questi primi sei mesi. Vedremo, forse, il prossimo anno. Se le cose dureranno come sembra che dureranno. A Malmoe la statua di Zlatan è stata prontamente abbattuta. Peggio di così, siamo sicuri, non gli può andare. Ma è al Milan, ahilui. Mai dire mai…

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