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Ibra, ultima tappa
Trentotto primavere sulle spalle, un infortunio piuttosto grave negli ultimi anni, ma carisma e capacità di determinare praticamente intatti: signore e signori, davanti a Zlatan Ibrahimovic il tempo pare essersi fermato e anche gli dei profani del calcio sembrano poter far poco altro che un inchino davanti al possente svedese, personaggio già mitologico e consegnato agli archivi della leggenda ancora in vita. Un calciatore che, per dirla alla Calvino, è già un classico. E come i migliori classici, decisamente, non passa mai di moda. Eliminato dalle semifinali play-off di MLS, con tanto di gestaccio ai tifosi avversari e rissa sfiorata, Ibrahimovic è pronto ad iniziare un’altra avventura, presumibilmente l’ultima. L’han fatto capire lui, il suo entourage, la sua famiglia. Un’ultima, grande volta di Zlatan. E, come sempre nel suo caso, un’ultima volta per lasciare ancora il segno nella sua carriera sterminata e condita da vittorie, trionfi, trofei, tutti col suo decisivo zampino. Un giocatore devastante e perennemente dominante, una macchina perfetta, capace sì, come dicevamo, di resistere al tempo, ma anche al duo dell’ultimo ventennio, a quei Messi e Ronaldo che gli hanno strappato il Pallone d’Oro, certamente, ma mai l’aura di divinità. Ora Zlatan è pronto a rimettersi in gioco. E a dire la sua. In Serie A.
Ibra non ne ha fatto mistero, in A potrebbe dire ancora la sua ed ecco che si è aperta la corsa al pronostico per lo svedese: in quale squadra starebbe meglio? Risposta secca: in tutte, nessuna esclusa. A cominciare dalla Juventus, che cerca sempre il plus per la grande impresa della Champions che è, ironia della sorte, l’unico trofeo che Zlatan non ha nel suo curriculum. Per qualche anno è stata l’ossessione, poi è prevalso l’egocentrismo del fenomeno svedese. In bianconero Zlatan direbbe la sua e sarebbe il partner biologicamente perfetto per Cristiano Ronaldo. La chance bianconera sarebbe unica, irripetibile ed è oggettivamente la migliore, seppur improbabile. Però poi, guardando verso Milano, c’è l’Inter: perché proprio l’Inter? Perché nel progetto tecnico di Antonio Conte servono esperienza e qualità, ma soprattutto una mentalità vincente che arricchirebbe oltremodo una rosa che è appena all’inizio del suo progetto tecnico. Con la metodologia di lavoro di Conte Ibra potrebbe fare la differenza e dare così il suo contributo sul doppio fronte scudetto-Champions: la quota, per i bookmakers, è di cinque euro. Che sale a 7.50 nel caso del Milan, società che naviga in altre acque e che avrebbe bisogno come il pane di re Zlatan: questa, effettivamente sarebbe una scelta di vero cuore, con un netto ridimensionamento per la chiusura di una carriera unica e forse irripetibile. Dai vertici della MLS, inoltre, hanno fatto intendere che una tr
Poi ci sono le outsider, ma mica tanto. C’è la suggestione, alimentata dallo stesso Ibra, più bella di tutte: il Napoli di Carlo Ancelotti. La quota, lo diciamo subito, è sensibilmente abbassata, dopo le aperture dello stesso Ibra, ed è ora a 4. Ma perché Napoli? Ci sono tutti gli elementi: obiettivi, tra scudetto e Champions, il fattore Ancelotti, con cui il feeling è più che forte, la città, che lo renderebbe per la seconda volta Dio, dopo la Svezia ed il pubblico, che lo osannerebbe ad ogni singolo movimento. Una piazza che si demoralizza per poco ma che sa esaltarsi come da nessuna parte. Sarebbe la soluzione, forse, per chiudere al meglio del meglio. Infine ci sono le vere sorprese: la Fiorentina, forte dell’effetto Ribery, e che forse un vero attaccante non ce l’ha. Il Bologna, sulla scia di Baggio al Brescia, dell’amico di Ibra, Mihajlovic, una suggestione che saprebbe di follia. Entrambe le soluzioni, per i bookmaker probabili allo stesso modo, sono date a 2.50 e 3.00 rispettivamente. Con Zlatan, che è sempre pronto a stupire, mai dire mai…