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La NBA nel morso della “Durantula”: la stagione di Oklahoma City

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OKLAHOMA CITY, 28 MARZO – Dopo la schiacciante vittoria di qualche giorno fa contro i Big Three dei Miami Heat, Kevin Durant e compagni si godono il momentaneo primato nella Western Conference. Battuti i favoriti al titolo NBA in una partita senza storia, ora le attenzioni dei giocatori e dei tifosi possono concentrarsi sulla conquista del primo posto assoluto nella lega e, perché no, al tanto agognato titolo NBA. L’anno scorso sono stati fermati in finale di Conference solo dai futuri campioni NBA dei Dallas Mavericks, perdendo la serie con un 4-1 che non rivela tutto l’impegno e la voglia che i Thunder hanno profuso per raggiungere la vittoria.

Le Stelle della squadra – La stagione 2011-2012 ha visto la definitiva consacrazione di una squadra giovanissima, dall’immenso talento, dai mezzi fisici imponenti e dall’atletismo straripante che caratterizza la maggior parte dei giocatori presenti. Kevin Durant (2° scelta assoluta del Draft 2007) è il leader della squadra dentro e  fuori il campo: con i suoi punti (27,9 per partita) è il secondo miglior marcatore della lega ed è lui che catalizza i possessi più importanti nel corso della partita. Caratterialmente è molto simile a Tim Duncan e viene considerato un anti-divo che non ama le luci dei riflettori. Ha nella pacatezza, nell’ostinazione e nel duro lavoro le “armi” con cui ogni sera martella i suoi compagni negli allenamenti. Se subisce un fallo duro, lui si rialza senza reagire e con molta tranquillità, nell’azione successiva, va a canestro e segna come se nulla fosse successo.

Gli altri nomi “caldi” di questa franchigia sono Russel Westbrook (4°scelta assoluta del Draft 2008, grande scorer e atleta inumano), James Harden (3°scelta assoluta del Draft 2009, anche lui grande scorer e guardia tiratrice dai mezzi fisici straordinari) e Serge Ibaka (24° scelta assoluta del Draft 2008, difensore e stoppatore eccellente), che costituiscono (insieme a Durant e a Perkins) il nucleo sul quale si poggiano le speranze di titolo dei Thunder. Sviluppano un gioco rapido, che mette in difficoltà la maggior parte delle squadre NBA per la necessità di correre dietro ad una palla sempre in movimento, che puntualmente arriva nelle sapienti mani di Kevin Durant. Ad oggi una delle poche squadre a riuscire nell’impresa di giocare alla pari (e vincere) contro di loro sono i San Antonio Spurs, che hanno trovato nell’esperienza e nell’acume di coach Popovich l’arma in più per contrastare questi alieni del parquet.

[smartads]

Il progetto – Segnatevi il nome del General Manager dei Thunder, Sam Presti, perchè ne sentirete parlare. E’ sostanzialmente il genio diabolico che ha costruito gli Oklahoma City Thunder (ex Seattle SuperSonics) dal nulla, colui che ha trasformato Kevin Durant nella pietra angolare di una franchigia NBA. Presti è stato assistente General Manager di R.C. Buford ai San Antonio Spurs, da cui ha imparato i trucchi del mestiere per far fruttare al meglio ogni situazione. Dopo lo spostamento dei Sonics a Oklahoma, viene chiamato dalla proprietà (anch’essa ex-San Antonio Spurs) per avviare il processo di rifondazione. In cinque anni ha portato la franchigia al vertice della Western Conference con scelte particolari e che hanno fatto molto scalpore tra gli addetti ai lavori (Scelto James Harden prima di Tyreke Evans nel 2010, perchè era il giocatore giusto e non quello più talentuoso a disposizione). Anche per questa stagione particolare, con ritmi serrati dovuti al lockout, Presti ha intrapreso una coraggiosa linea d’azione: nessun cambiamento. Il nucleo della squadra non è stato modificato, lasciando intatti gli equilibri nello spogliatoio e in campo, inserendo il solo Derek Fisher a stagione inoltrata.

Il lockout, infatti, non avrebbe permesso ai nuovi giocatori di inserirsi adeguatamente nei meccanismi di gioco della squadra, causando un disagio nel gioco e un rallentamento nel raggiungimento degli obiettivi stagionali. Il lockout, però, ha avvantaggiato molto la squadra di coach Brooks che, essendo molto più giovane delle altre pretendenti al titolo NBA, avrà maggior freschezza atletica e mentale nei momenti decisivi. Questa particolare stagione ha indirettamente conferito ai Thunder qualche possibilità in più di vincere l’anello rispetto a quelle che avrebbe normalmente.
A meno di 15 partite dal termine della stagione regolare, il titolo non sembra più una chimera per questi ragazzi che si stanno facendo strada a suon di schiacciate e che sicuramente scaveranno un solco profondo nella storia di questo gioco. Le altre franchigie già temono il morso della “Durantula”.

Vittoriano Cimmarrusti

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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