Champions League
“Buona Europa League merde”: l’identikit del tifoso italiano 2.0
Maleducato, frustrato e decisamente ignorante. È questo il profilo medio del tifoso italiano, un essere difficile da collocare in un contesto dove orbitano milioni di reietti della società moderna. Il protagonista del nostro editoriale è uno tra i tanti esseri subevoluti dall’homo sapiens, che hanno raggiunto il massimo della loro capacità intellettiva in tempi ormai remoti.
La deformazione del calcio moderno, intossicato dall’ossessione della vittoria a tutti i costi e aizzato da telecronisti che farebbero rabbrividire il più scurrile uomo di borgata, è l’aspetto più triste a cui siamo costretti ad assistere, noi che viviamo il calcio come una sorta di alieni.
Il post partita di Roma-Porto, disfatta figlia di una partita maledetta e di un errore di valutazione del povero De Rossi, ha permesso a milioni di tifosi di sfogare il proprio ego sui social. Un ego becero, un ego plasmato ad arte dai giornalisti giullari delle tv locali, dai telecronisti faziosi e dai gruppi social pronti ad accumulare like tramite insulti gratuiti e l’onnipresente merde.
L’evoluzione dei media ha distrutto quel poco di romantico che restava al calcio moderno. Gli sfottò satirici del post partita si sono trasformati in battaglie mediatiche a suon di ingiurie grezze tra tifosi ancesetrali e urla incomprensibili negli studi televisivi dopo una sequela di stacchetti al limite del ridicolo.
Il tubo catodico, la radio e i social sono ormai la ‘Terra Promessa’ dei tifosi 2.0, il tifoso che gode solo ed esclusivamente nella disfatta di tutto quello che estraneo ai colori della propria squadra, o per essere più materialisti che gode per i 50 miliardi finiti nelle casse della Exor e di Aurelione DeLaurentiis. Beceri e sciacalli, come se tutto quel ben di ‘Dio’ elargito dalla Uefa finisse nei propri conto correnti o nella Postepay per acquistare pacchetti televisivi tarcocchi su internet. Questa è la nuova Italia del Calcio, un’Italia che mi fa letteralmente schifo.