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I 50 segreti del Napoli Campione d’Inverno
Correva la stagione 89/90′. Luciano Moggi portava a Napoli l’allora sconosciuto Gianfranco Zola. Bigon prese il posto in panchina di Ottavio Bianchi, passato nella sessione estiva di mercato alla Roma, mentre il calcio piangeva la morte prematura di un campione come Gaetano Scirea. Erano gli anni del Milan ‘degli Olandesi’ e dell’Inter dei record, del record tutto italiano di presenze nelle competizioni europee, dei trasferimenti in massa dal Sudamerica alla Serie A, ma erano anche gli anni in cui il San Paolo era l’ombelico del mondo per le gesta di un certo Diego Armando Maradona.
26 anni dopo il Napoli di Sarri e Higuain conquista il titolo di campione d’inverno e il terzo posto nella classifica IFFSH. Nelle strade, nelle piazze, tra i vicoli e le periferie dimenticate di una delle città più incantevoli del mondo si avverte quell’adrenalina, quell’entusiamo che solo ai tempi di D10S Napoli tutta aveva avvertito sulla sua pelle.
In questo speciale giornalisti, blogger e tifosi d’eccezione vi rivelano i segreti del successo ‘parziale’ del Napoli anticonformista di Maurizio Sarri.
Daniele Garbo – Giornalista
1. Il lavoro di Sarri, che è stato bravo a ridisegnare la squadra dopo le difficoltà iniziali.
2. Il recupero di Higuain, che la scorsa estate aveva la valigia in mano e nessuno voleva più a Napoli.
3. L’esplosione di Insigne, che responsabilizzato da tecnico, è diventato un giocatore fondamentale.
4. La ritrovata vena di Hamsik, che con Benitez s era inaridita per ragioni tattiche.
5. La spinta di un ambiente entusiasta, che trascina la squadra come accadeva ai tempi di Maradona.
Francesco Molaro – Direttore TuttoNapoli
“Lavoro, concentrazione, divertimento, voglia di emergere e umiltà”
Mirko Nicolino – Direttore Jmania
1. Attacco variegato in cui ogni elemento è complementare all’altro.
2. Maggiore accortezza difensiva.
3. Aver riportato Hamsik al suo ruolo naturale.
4. Il ritorno in porta di un estremo difensore affidabile.
5. Calcio più semplice e schemi meno elaborati e assillanti rispetto a quelli di Benitez.
Antonio Fioretto – Caporedattore SportCube
1. L’aspetto tattico, col passaggio al 4-3-3 e il miglioramento della fase difensiva.
2. Higuain, é un fattore determinante, un giocatore che risolve da solo le partite.
3. L’identità acquisita, ormai tutte le partite si giocano nella stessa maniera a prescindere dagli avversati.
4. Lo spogliatoio, a Napoli ha sempre dato problemi e invece quest’anno c’é la disponibilità di tutti.
5. Sarri.
Enrico Gorgoglione – Giornalista
“Unità dello spogliatoio, spirito di sacrificio, spinta dei tifosi che sono stati letteralmente trascinati dai risultati, una dedizione maniacale alla difesa e un Higuain immarcabile“.
Andrea Licenziato – Giornalista
1. Senza dubbio il meccanismo creato dall allenatore ex Empoli per quanto riguarda il reparto difensivo. Dopo una prima parte di stagione in cui i giocatori hanno compreso il nuovo metodo di lavoro, molto diverso da quello di Benitez, ora hanno trovato un equilibrio perfetto.
2. La qualità tecnica di tutta la formazione con due giocatori forti per ogni ruolo e la possibilità di alternarli (vedi Higuain-Gabbiadini, Mertens-Insigne, Ghoulam-Strinic).
3. Altro elemento da non sottovalutare è il lavoro in fase di copertura dell’onnipresente Callejon, che nonostante non si sia ancora sbloccato a livello di gol in campionato fa un lavoro molto importante per i suoi compagni.
4. Consapevolezza. Con il passare delle partite la formazione partenopea ha acquisito la consapevolezza di essere forte e di poter lottare concretamente per la conquista del tricolore.
5. Preparazione fisica. Elemento fondamentale che alla lunga gli permetterà di continuare la striscia positiva di 18 risultati utili in 22 partite disputate. Il Napoli di Sarri ha una marcia in più delle avversarie.
Angelo Vargiu – Junior SEM/SEO specialist at Seo Cube
1. Etica del lavoro.
2. Empatia col gruppo.
3. Meticolosità e cura nei minimi dettagli.
4. Conoscenza tecnico tattica.
5. Tempra e capacità di reggere alle pressioni della piazza.
Gabriele Lippi – Giornalista Lettera43
1. L’organizzazione, soprattutto quella difensiva. Albiol e Koulybaly sono due giocatori diversi rispetto a quelli che giocavano con Benitez. Ed è un fatto di meccanismi di squadra. Il Napoli ha la seconda difesa del campionato, non è un caso.
2. Il modulo: a differenza di Benitez, Sarri ha avuto l’intelligenza e l’umiltà di adeguarsi alle caratteristiche dei suoi giocatori. Il centrocampo a 3 esalta le qualità di Jorginho e Allan. E anche Hamsik è tornato protagonista. Sarri ha rinunciato all’idea del trequartista perché ha capito che i suoi rendono meglio col 4-3-3. Benitez non ha mai saputo rinunciare al suo 4-2-3-1, per questo il suo Napoli non si è mai evoluto.
3. Allan: il migliore acquisto dell’anno. Il centrocampista che mancava al Napoli.
4. Higuain, ovviamente.
5. Sarri, altrettanto ovviamente.
Alfonso Alfano – SEO e tifoso del Napoli
1. Miglioramento singoli: i due centrali jorginho e higuain su tutti.
2. Rapporto coi “big” chiaro e diretto.
3. Turnover sempre “giusto”, anche in Europa: mai troppo e sempre ragionato.
4. Modulo ovviamente costruito sulla rosa a disposizione e non il contrario come in passato.
5. Gestione oculata da parte di Sarri di un ambiente esplosivo.
Francesco Montanari – Giornalista ilveroMilanista
1. L’aver messo Higuain al centro del suo progetto di gioco.
2. L’aver registrato la difesa, invertendo i terzini.
3. L’aver rinunciato a Valdifiori per affidare le chiavi del centrocampo a Hamsik, rigenerato
4. L’essere stato umile, facendo capire che era una squadra con potenziale, ma che lo scudetto rimaneva un sogno.
5. L’aver retto con la sua dialettica toscana la pressione partenopea. Mitica la sua frase sulle critiche del Pibe de Oro “E’ Maradona, può dire quello che vuole“.
Gianluca Bottiglieri – Giornalista StopandGoal
1. Umiltà e gruppo.
2. Un grande lavoro durante la settimana di preparazione alle partite, oserei dire anche maniacale.
3. Fiducia (quella di giocatori e società nei confronti dell’allenatore).
4. Tifo.
5. Consapevolezza dei proprio mezzi.
Jody Colletti – Giornalista Alfredopedulla.com e Messinaora
“Higuain (scontato) ma credo stagione migliore della carriera (1 gol ogni 89′), il rilancio di Jorginho e soprattutto Hamsik (oggi a segno per la terza volta di fila, non succedeva da una vita), la valorizzazione definitiva di Insigne e la ritrovata solidità difensiva: il 60% degli interpreti (salvo Hysaj e Reina che però c’era al primo anno), sono gli stessi di Benitez…ma subiscono pochissimo e rendono al massimo, malgrado il “peso” comportato dal tridente. Grande equilibrio tra i reparti, insomma. Ci sarebbe anche altro (Allan fondamentale), ma direi questi”.