Cronaca
Leopolda, Beppe e Francesco: la libertà di stampa non piace alla gente che piace
I metodi sono diversi, l’obiettivo è lo stesso: colpire i dissidenti. C’è chi lo fa sguinzagliando i fedelissimi sulle orme del ‘pennivendolo’ di turno, chi riesuma Torquemada per gli eretici versione 2.0 e chi approfitta della ‘Parata militare’ del Pd – quella cosa che chiamano Leopolda perché Mattea suona male – per allestire allegri tiri al bersaglio. A ognuno il suo stile, ma il contenuto non cambia: io, uomo della Provvidenza chiamato a liberare il popolo dal Male, non sopporto i giornalisti che vengono a frugare fra le pieghe del mio curriculum o di altri luoghi più sensibili. Mi stanno sulle palle, questa è la verità, e non hanno ancora capito due cose fondamentali: 1) – esistono dei limiti; 2) – questi limiti li traccio io.
Piccoli ducetti crescono, insomma, e gettano la maschera. Dopo Beppe e Francesco ora è la volta di Matteo, che nei panni della Leopolda di cui sopra posta su Facebook la “La top 11 delle balle contro il governo Renzi“, cioè le 11 prime pagine di giornale (6 del Fatto Quotidiano, 4 di Libero e una del Giornale) che hanno maggiormente ferito l’orgoglio di Sua Maestà. “Vota la tua balla preferita con un like” chiede il sovrano ai suoi sudditi in festa, e alla fine dell’insolita consultazione la spunta Libero con il titolo “Immigrati in cattedra, lezioni porno all’asilo”. “I titoli dei giornali li faccia direttamente lui, così facciamo prima” commenta tagliente l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.
Ora, capiamoci, dare vita a un simile sondaggio non è grave come andare da Mentana e dire “Dovrebbero essere processati i giornali di questo Paese” (Beppe), e non è neppure sciagurato come giustificare in qualche misura la mano assassina del Daesh (“Chi dice una parolaccia contro mia mamma gli spetta un pugno” disse Francesco a cadaveri dei redattori di Charlie Hebdo ancora caldi): tuttavia, se possibile, è ancora più imperdonabile. Renzi, infatti, non è un monarca assoluto come il Papa in Vaticano o Beppe Grillo in Casa Cinque Stelle, e ha quindi il dovere di ricordarsi dei suoi doveri. Governare bene il Paese? Nessuno si aspetta tanto, conoscendo lui e la truppa Leopolda, ma governare i suoi impulsi da satrapo sì, questo lo si pretende, questo è davvero il minimo. Ok, ultime notizie: lui non riesce a fare neanche il minimo.
Avviso ai naviganti: occhio a non sottovalutare certi segnali, che di solito sono la premessa delle storie più brutte. Una democrazia ‘sospesa’, oltretutto, è molto più facile da imbavagliare – o per lo meno da ‘modellare’ come se fosse plastilina – e qui ci stanno provando un po’ tutti, sia dall’alto che dal basso. Davanti ai nostri occhi, per ora, ma fra un po’ ce li ritroveremo alle spalle. Occhio.
Enrico Steidler