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Expo: quello che non ti raccontano
Expo delle file interminabili, Expo sporca, della gente che non sa partecipare, Expo scontata delle grandi multinazionali, Expo disorganizzata, Expo cara, insomma il grande bluff. E’ un po’ questa accozzaglia di sensazioni che passa da diversi mass media, quello che ha poi indotto tanta gente a mettere in vendita su internet il proprio immacolato biglietto, magari passando dai canonici 39 o 32 euro a 15 euro, in super saldo. Con spirito in tal modo preparato ad ogni sorta di sventura abbiamo testato l’evento planetario proprio nell’ultima settimana da “bollino rosso”, martedì 27 ottobre, dove abbiamo incontrato anche una disponibile Susanna Messaggio ed una altera bellezza come quella di Alba Parietti.
Expo in pillole, il buono che non fa notizia
EXPO-L’ORGANIZZAZIONE: All’ingresso da Merlata (ingresso Sud) dieci minuti di fila la mattina presto, con gli addetti che per rendere ancora più celeri gli accessi dirottano anche nelle corsie preferenziali vuote per disabili e per donne in attesa. Controllo metal detector accurato e sorrisi sia per indicare i Padiglioni sia nell’elargire all’ingresso piantine e materiale informativo gratuito; in più la centrale di Expo ha un’architettura “parlante” con monitor che rendono visibili informazioni e dati. Anche le code al Padiglione Italia ( il più gettonato, con una super mostra di Sgarbi che racchiude capolavori assoluti) erano sulle due ore e mezza, non sette come tante volte sentito dire, forse allora nel week-end? Comunque un tempo accettabile visto il contenuto e del resto quante volte si fanno di due ore di coda per una bella mostra (ad esempio l’ultima a Palazzo Ducale a Genova per l’esposizione sugli impressionisti e le avanguardie). Anzi le code, in un certo senso, sono utili perchè permettono di visionare i Padiglioni all’Expo in un numero tollerabile di fruitori, godendo così a pieno dell’esposizione, ad esempio il Padiglione “Vanke” calcolava il numero esatto di visitatori seduti per trasmettere il video in condizioni ottimali. I servizi igienici, in ultimo ma indispensabili, sono pulitissimi con inservienti che lavorano a giro continuo, e, triste da dirsi se volete, molto più puliti di quelli che troviamo abitualmente in ufficio.
EXPO-LA TEMATICA: Per la prima volta nella sua centenaria vicenda (ben spiegata all’Expo Museum che ripercorre le tappe dal debutto di Londra del 1851 ad oggi) non è una pura esibizione del progresso umano, ma l’occasione per aprire un dialogo ed una cooperazione tra nazioni, organizzazioni e aziende riflettendo sull’antico adagio per cui chi mangia è coinvolto in agricoltura. Le parole chiave di questa sfida sono: innovazione, risparmio energetico, rispetto dell’ambiente e oculata gestione dell’acqua, risorsa imprescindibile alla quale oggi circa 800 milioni di persone non hanno accesso. Il cibo poi è fondamentale per la salute e di straordinaria attualità viste le ultime polemiche sulla carne e sugli insaccati che farebbero male come fumo, alcool e amianto, tanto che l’attribuzione di “potenzialmente cancerogeni” ha già attirato le ire di allevatori e indotto. Forse stiamo arrivando agli etremi, se ci si ciba di una sana dieta mediterranea variata si è già sulla strada salutista senza troppi eccessi. All’Expo c’è il riso (Bangladesh, Cambogia, Myanmar, Repubblica del Laos, Sierra Leone, Basmati Pavilion), il cacao (Camerun, Casta d’Avorio, Cuba, gabon, Ghana, Sao Tomé & Principe), il caffè (Burundi, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Kenya, Repubblica Dominicana, Ruanda, Timor Est, Uganda e Yemen) e poi frutta e legumi, cereali e le preziosissime spezie. Tra le star la “quinoa“, allo spazio Slow Food e alla Bolivia che porta all’Expo proprio questo alimento già conosciuto dagli Incas come “la madre di tutti i semi”, straordinariamente ricco di proteine, carboidrati e minerali. Ottimo per i celiaci è ritenuta dai dietologi l’unica pianta che contiene tutti gli aminoacidi essenziali per il corpo umano. Un alimento altamente sostenibile, così come sostenibile è Expo stesso. A riprova infatti della filosofia di fondo Expo Milano è il primo grande evento a compensare il 100% delle emissioni di gas serra attraverso progetti locali di miglioramento dell’efficienza energetica o di agricoltura conservativa; in più l’energia usata promana da micro-impianti alimentati da fonti rinnovabili e con un’illuminazione pubblica a led ad alto valore innovativo.
Come dalle parole di Philippe Hamon “l’esposizione, quale fenomeno architettonico, è allo stesso tempo il luogo di una razionalità, ma anche di un eclettismo (..) luogo di un divertimento che è anche luogo dell’esposizione del sapere; esemplare e universale, è anche provvisoria, smontabile e transitoria”.
EXPO-L’ARCHITETTURA: I Padiglioni con il loro stupefacente e curato design sono i veri protagonisti di Expo, ordinati secondo due direttrici principali: il Decumano (1,5 km di lunghezza) dove si affacciano gli spazi espositivi dei Paesi e il Cardo con l’area espositiva italiana (comuni, province, regioni). All’incrocio tra Cardo e Decumano i 4000 mq di Piazza Italia, volutamente il cuore pulsante. Un’architettura organica, con le cassette lignee della frutta a comporre elementi giganti, con la “pioggia” di bambù, con il percorso del caffè, del riso e del cacao. C’è il “ready made architettonico” con le sopracitate casse lignee usate ad esempio per la realizzazione dell’Estonia o il sistema ad incastri del Giappone che riprende l’antico gioco giapponese del Chidori. Ancora spettacolare il Padiglione Emirati Arabi Uniti con due pareti ondulate di 12 metri che ricreano un canyon.
EXPO-IL CIBO: Polemiche a non finire sui prezzi dell’Expo che in realtà si adeguano a tutte le tasche, andando dai 5 euro per un cibo da strada ai piatti più costosi ed elaborati, passando per menù promozionali come quelli del padiglione Stati Uniti, davvero ben fatto, che all’esterno presenta nelle vicinanze il Food Truck Nation con panini all’angus, hot dog, dolci tipici a prezzo democratico, con tempi accettabili nonostante l’elevata richiesta, a riprova di come parecchi visitatori, più che sperimentare, preferiscano planare sul sicuro, anche se lo spirito vero di Expo è conoscere differenti culture. Tra i meglio organizzati la Tunisia (dieta bio-mediterranea) e poi il Cluster del cacao, gestito da Eurochocolate. Sulle polemiche dei colossi ad Expo come Ferrero, Illy, Mc Donald, Coca Cola, Rosso Pomodoro, la questione si farebbe troppo lunga, certo è che si passa dai prodotti più di nicchia o artigianali alle grandi multinazionali.
Expo passa di netto il 7 nella nostra tabella valutativa, ci rende più consapevoli e fiduciosi che anche in Italia i grandi eventi alla fine sono decisamente fruibili e rappresentano un certo volano sia per l’economia sia per la solidalietà e la formazione di una cultura che crei consumo consapevole. Tante le scolaresche ed i giovani interassati, sicuramente qualcosa di buono verrà fuori e staremo più attenti alla nostra tavola. E poi c’è tutta la gioia e la positività dello spettacolo dell’Albero della Vita, energia pura.