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Napoli: la rinascita di Jorginho e i meriti di Sarri

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Jorginho, ai margini in questa stagione al Napoli

Quando il Napoli acquistò Jorginho, tutti si aspettavano che la sua carriera azzurra sarebbe stata di primissima qualità, anche perchè da qualche anno a questa parte il neo-italiano era il primo giocatore che fosse capace di dirigere il centrocampo che il Napoli acquistava, mettendo fine alla storia del regista mancante che andava avanti da ormai troppi anni. Già dall’inizio non si dimostrò capace nel giocare nel centrocampo di Benitez, diverso da quelli a lui più congeniale, visto che a Verona era abituato a giocare a tre, tipologia di formazione che è tornata con Sarri.

CENTROCAMPO A TRE – Anche se può sembrare un dettaglio di poco conto, per un calciatore come lui può fare tanta differenza la presenza di due compagni al proprio fianco, invece di uno. Non essendo dotato di grandi doti atletiche, Jorginho si è sempre trovato in difficoltà in un centrocampo a due, visto che toccava anche a lui correre molto di più per aiutare la squadra. Ma ora che la formazione è cambiata, ricalcando la conformazione del centrocampo che aveva a Verona, le cose per lui si stanno mettendo per il verso giusto.

Valdifiori sta nettamente perdendo il dualismo con Jorginho

Valdifiori sta nettamente perdendo il dualismo con Jorginho

IL DUALISMO CON VALDIFIORI – Fino all’arrivo di Sarri, Jorginho era stato messo ai margini da Benitez e dalla società, tanto che stava per seguire Bigon al Verona, per tornare nella squadra dove ha stupito tutti in passato. Ma Sarri, appena arrivato, bloccò la sua cessione, assicurando al giocatore la rinascita in maglia azzurra e così sta effettivamente accadendo. L’unico problema che poteva avere era che, dall’Empoli, il nuovo allenatore del Napoli portava con sè Valdifiori, un regista puro come lui con più chance di giocare da titolare, visto che conosceva già tutti gli schemi dell’allenatore. Ma, complice l’inizio a rilento di Valdifiori, Jorginho sta trovando sempre più spazio, riuscendo a migliorarsi partita dopo partita, rafforzando la sua titolarità, forse spinto a far sempre meglio proprio grazie al dualismo con Valdifiori.

 

 

Amante dello sport, per il calcio in particolare. Amo le storie romantico-calcistiche e mi piace molto raccontarle, perchè in molte rivedo la mia esperienza personale. Scrivo per passione e per esprimere le mie idee sulla mia squadra del cuore o su qualsiasi argomento calcistico. Non smetterò mai di pensare che il calcio è la cosa più bella che ci sia al mondo e nessuno potrà mai rovinare questa mia certezza.

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