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Gli undici Palloni d’Oro mai vincitori della Champions League

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Non c’è niente da fare: anche per i poeti del calcio, vale lo stesso discorso. A calcio si gioca undici contro undici: e poco importa se la classe di un campione possa uguagliare il valore di almeno mezza squadra. Se il resto dei compagni poi non è in grado di reggere la pressione di una manifestazione così importante, non si va quasi da nessuna parte. Incrociando le statistiche del Pallone d’Oro e della Champions League, scopriamo che l’elenco dei celebri Baggio o Weah, incapaci di alzare al cielo la Coppa dalle grandi Orecchie, è piuttosto ampio. Che sia stata soltanto sfiorata o mai tanto avvicinata, il risultato è lo stesso. Abbiamo selezionato dieci celebri calciatori plurititolati individualmente ma non in grado di trionfare nella competizione per club più importante d’Europa. In questa graduatoria ben sette giocatori hanno militato con successo nel campionato italiano. Per fortuna dei bianconeri, nessun Pirlo o Tevez è ancora riuscito a vincere il Pallone d’Oro…

STANLEY MATTHEWS – Sir Stanley, monumento del calcio, è il primo a vincere il prestigioso riconoscimento individuale nel 1956 alla veneranda età di 41 anni (record). Con le casacche dello Stoke e del Blackpool attraversa quattro decenni, da vero “highlander” del rettangolo verde. E proprio in casacca orange scrive le sue pagine più belle : tuttavia non ha mai vinto un Campionato inglese, impedendogli l’accesso alle prime edizioni della Coppa dei Campioni dominate da Real e Benfica.

OMAR SIVORI – L’angelo dalla faccia sporca” compare di nuovo in uno dei nostri speciali focus. La classe dell’oriundo gli permette di riportare la Juventus in vetta all’Italia, cosa che affascina pure la redazione di France Football che lo premia nel 1961. I bianconeri del “Trio magico” però non faranno mai tanta strada in Coppa: il massimo è stato raggiunto nel 1962, stoppati ai quarti di finale a gara tre (all’epoca non esistevano i calci di rigore) da un ingiocabile Real Madrid.

LEV JASCIN – Il numero uno dei numeri uno. Come lui nessuno mai: Buffon avrebbe meritato di affiancare il russo nell’Olimpo dei portieri vincitori del Pallone d’Oro (1963). Gigione però spera di non imitarlo in tutto e per tutto: il portierone sovietico ha giocato tutta la sua carriera con la maglia della Dinamo Mosca. Nonostante i successi in patria con i “poliziotti“, la federazione russa iscrisse per la prima volta una squadra in Coppa Campioni soltanto nel 1966, saltando i suoi anni migliori.

ALAN SIMONSEN – Eccolo il giocatore scandinavo più vincente di sempre. Non parliamo di Ibrahimovic ma di Simonsen, che nel 1977 trionfa davanti Keegan. Il danese è uno degli uomini simbolo del Moenchengladback anni ’70 , con il quale vincerà due Coppe Uefa. Rimane l’unico calciatore ad aver segnato un gol in tutte e tre le finali delle competizioni europee, compresa quell’infausta del 1977 dove a nulla valse il momentaneo pareggio nell’epilogo della Coppa Campioni vinta poi dal Liverpool.

Matthaus e Trapattoni, connubio vincente

Matthaus e Trapattoni, connubio vincente

LOTHAR MATTHAUS –  L’affresco struggente nella notte di Barcellona in quel 26 maggio 1999 raffigura il volto attonito del gigante Lothar non appena vede la “sua” Coppa maledetta sfuggirgli via. Si, perchè il fuoriclasse tedesco, vincitore nel ‘90 di Mondiale e Pallone d’Oro e colonna portante dell’Inter dei record, chiuderà la carriera con la bacheca incompleta. E di sicuro baratterebbe volentieri la Coppa Uefa vinta col Bayern nel ’96 in cambio di poter rigiocare quella dannata finale.

ROBERTO BAGGIO – Spesso al Divin Codino è capitato d’essere nel posto giusto ma nel momento sbagliato. Nei cinque anni trascorsi alla Juventus, la via all’Europa era sbarrata dal Milan; nel biennio in rossonero, la squadra dominatrice da anni è incappata in un paio d’annate storte. Il fantasista di Caldogno mosterà le sue migliori giocate europee con la maglia dell’Inter, uscendo ai quarti di finale:  troppo poco, per uno che nel 1993 è stato nominato il giocatore più forte del Mondo.

GEORGE WEAH – Il mitico George fa doppietta: non solo non ha mai vinto la Champions, ma con la sua Liberia non ha mai partecipato ad un Mondiale. In Italia diventa protagonista assoluto con alcune reti-capolavoro, ma nella rosa di un Milan in fase di ricostruzione non farà molta strada: le cose migliori in Europa le fa vedere con la maglia del Paris Saint Germain, nel 1995. I suoi undici gol in otto gare però non basteranno ai transalpini per superare in semifinale proprio la sua futura squadra italiana.

RONALDO – Luis Nazario da Lima, a fine anni ’90, è stato considerato in maniera unanime il più forte giocatore brasiliano dai tempi di Pelè. Nel 1998 ha già vinto la Coppa delle Coppe e la Coppa Uefa; l’evoluzione naturale lo porterebbe a vincere la Champions, ma con le maglie di Inter e Real non giocherà mai nemmeno una finale. E’ nella rosa del Milan campione d’Europa del 2007: ma il suo utilizzo ad iniziò stagione con i blancos non gli permetterà di essere schierabile nel cammino europeo rossonero.

MICHAEL OWEN – Il “Golden Boy” a 21 anni sembra avviato ad una carriera lunga e trionfale: Pallone d’Oro 2001 e astro di un Liverpool vincitore di Coppa Uefa e Supercoppa Europea. Il giovane attaccante però lascia nel 2004 la casacca Reds e dimentica in patria pure il tocco magico: complice una serie di infortuni, conclude anzitempo la sua carriera ad alto livello. Proprio nel crepuscolo, il Man United gli da l’ultima possibilità di vittoria: il Barcellona nella finale del 2011 gli annienterà le speranze per sempre.

PAVEL NEDVED – Parliamo comunque di uno dei Palloni d’Oro più discussi della storia. La “furia ceca” è protagonista nel 2003 del cammino bianconero con tanto di finale strappata al Real Madrid, ma lui quella finale non la giocherà mai. Un banale giallo al termine della semifinale lo stende, in lacrime, in mezzo al prato verde del “Delle Alpi“. Il biondo Pavel giocherà altre volte la Champions, ma quell’occasione persa si rivelerà più unica che rara.

Cannavaro in maglia bianconera

Cannavaro in maglia bianconera

FABIO CANNAVARO – Il “muro” di Berlino, dopo esser salito sul tetto del Mondo, lascia la Juve post Calciopoli e veste la camiseta blanca. Nell’inverno del 2006 rivece l’ambito e meritato alloro personale, ma in cuor suo sa bene che a Madrid la Champions è puntualmente l’obiettivo di ogni stagione. Nei tre anni in Spagna, però, il Real miete in Europa figuracce a ripetizione negli ottavi di finale. E dire che in maglia nerazzurra, nel 2003, arriva fino in semifinale: ma la sfiga di Cuper è stata più forte anche di lui…

Manlio Mattaccini

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