Ciclismo
Duello con il destino: la maledizione di Contador
Dal Purgatorio all’Inferno, ma il Paradiso è ad un passo. Le vicende sportive di Alberto Contador, leader provvisorio del Giro d’Italia, assumono le caratteristiche di un duello rusticano con la sorte. Il Pistolero, grande favorito dell’edizione in svolgimento della corsa rosa, ha ritrovato sulla sua strada l’avversario più pericoloso, contro il quale è sempre difficile vincere: il destino. Un volo a terra rocambolesco, l’ennesimo, ieri l’ha fermato a pochi metri dal traguardo di Castiglione della Pescaia. La reflex di un tifoso incauto ha innescato una maxi caduta del gruppo proiettato in volata, coinvolgendo anche la maglia rosa. L’incidente ha provocato la lussazione della sua spalla sinistra. Giro finito? No, perché il Pistolero non si arrende mai.
IL DUELLO INFINITO – Il rapporto di Contador con la corsa a tappe italiana è molto particolare. Vincitore nel 2008, concesse il bis nel 2011, ma il secondo alloro gli fu negato per una positività al clenbuterolo riscontrata al Tour de France del 2010. La sentenza, firmata dal Tas di Losanna, arrivò nel 2012. La vicenda, oltremisura controversa (gli fu revocata anche la vittoria al Tour ’10), lo tenne nel limbo del Purgatorio per due anni. Ogni volta che saliva in bici, non aveva idea di quanti fossero i rivali con i quali avrebbe avuto a che fare. Ogni trionfo era una vittoria a metà, potenzialmente macchiabile dall’onta del doping. E cosi fu. Valutò l’opportunità di ritirarsi dalle corse, ma alla fine decise di non mollare. Un vero Pistolero non abbandona il campo di battaglia fino all’ultima cartuccia. Nel 2014 arrivò un nuovo appuntamento con il destino: partito all’assalto del Tour de France, fu costretto al ritiro dopo poche tappe per una caduta maledetta che portò alla frattura di una tibia. Rialzatosi con tenacia, concluse quella tappa. I grandi campioni si vedono in questi momenti. Alla Vuelta la resurrezione: protagonista di una sfida a tratti epica con il britannico Froome, conquistò la classifica generale con tenacia ed orgoglio. Ma il 2011 e quella maglia rosa scippatagli nel Purgatorio dell’incertezza era la ferita più grande, da rimarginare al più presto. Un solo Giro d’Italia è troppo poco per uno come lui.
DANZA TRA I VICOLI DELL’INFERNO – Il 2015, tracciato da contorni rosa, ha assunto le sfumature rosse del dolore. Il Giro d’Italia potrebbe sfuggirgli ancora una volta, nonostante sia il più forte. Il Pistolero dalle movenze di un danzatore classico sta affrontando la tappa più lunga: i 264 chilometri che sta percorrendo da Grosseto a Fiuggi sono una sfida contro se stesso, più che contro i rivali. La strada, oggi, salirà solo per lui. L’Inferno racchiuso nella spalla dolorante, il Paradiso ad un passo: la maglia rosa è ancora sua e non mollerà, c’è da starne certi.
@antoniocasu_