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Bonucci-Chiellini, il muro bianconero è stato eretto
Comunque andrà questa finale, la Juventus vivrà un sogno, un’occasione unica, come la definisce Buffon. E per rendere il sogno una splendida realtà, servirà, come nove anni fa, che venga riproposto un muro invalicabile, un muro bianconero, che ieri sera ha messo il suo ultimo mattone e risponde ai nomi di Bonucci e Chiellini.
IL MURO BIANCONERO – Il tridende delle meraviglie del Real, forse ieri un po’ meno meraviglioso del solito, si è scontrato con la BBC bianconera composta da Buffon-Bonucci-Chiellini venendo annientato. Sbavatura di Chiellini a parte nell’occasione del fallo da rigore su James, il cuore del pacchetto arretrato ha retto alla grande all’onda d’urto merengue, sia all’andata che al ritorno. Un trio difficile da trovare nel resto d’Europa. Perchè se gli interpreti presi singolarmente per qualcuno non rappresentano il top assoluto nel ruolo, sono comunque da considerarsi elementi di primissimo livello che, insieme, formano probabilmente il reparto arretrato più forte d’Europa. Vuoi per la capacità tattica del proprio allenatore, vuoi per la mentalità italiana che porta ad una naturale propensione per la fase difensiva, la Juventus si è dimostrata un muro insormontabile, subendo tre goal nelle ultime sei partite di Champions, di cui uno per un fatale scivolone di Chiellini e l’altro su calcio di rigore.
BONUCCI, CHI L’AVREBBE MAI DETTO – Rappresenta probabilmente più di tutti la crescita e la maturazione della squadra di Allegri. Nel doppio confronto con i Galacticos è stato pressochè perfetto, non una sbavatura, non un intervento scomposto, non un’indecisione. Soprattutto nella partita di ieri sera ha colpito la freddezza con cui, una volta entrato in possesso palla, ha fatto ripartire la manovra senza mai spazzare e trovando sempre il compagno libero più vicino a se. La crescita dall’avvento di Conte nel 2011 è stata impressionante. Il giocatore che rimaneva piantato a terra nel tentativo di fermare l’avversario o che con deviazioni goffe procurava dolori e imprecazioni ai tifosi è un lontano ricordo. La bravura di Allegri è stata quella di sgravarlo il più possibile da compiti di impostazione della manovra, evitando così di vedere lanci sbilenchi a cui spesso il buon Leo ci ha abituato. Meno regista e più difensore e i risultati si vedono.
CHIELLINI, QUANDO I PIEDI BUONI NON SONO TUTTO – Non sarà bello da vedere, non avrà l’eleganza di Baresi, nè i piedi di Beckenbauer o la precisione chirurgica negli interventi di Maldini, ma è efficace quando serve. Se Morata non avesse segnato probabilmente sarebbe finito alla gogna per l’intervento su James, ma nel doppio confronto con il Real, Giorgio Chiellini ha meritato la sufficienza piena. Nella sfida più difficile, dopo l’iniziale sbandamento, probabilmente anche naturale in uno stadio come il Santiago Bernabeu, ogni pallone in area è stato calamitato dai suoi piedi. Al contrario del suo collega Bonucci però, la palla finiva il più lontano possibile dall’area di rigore. Chiellini lo sa, non ha la tecnica e la freddezza giusta per rischiare la giocata al limite della sua area. Meglio allora spazzare via e costringere l’avversario a ricominciare tutto. Semplice e senza compromessi. Insomma tremendamente efficace. Per non parlare del posizionamento difensivo che ieri sera è stato ineccepibile. Non un contrasto fuoriluogo, nè interventi da far perdere anni di vita ai tifosi sugli spalti e a casa. Un pizzico di attenzione in più non guasterebbe, ma come ha detto lo stesso Chiellini nel dopo partita: ” chi se ne frega” .
Il muro è stato eretto. Il 6 giugno sapremo se, come quello azzurro, anche quello bianconero resisterà ai bombardamenti di Berlino. L’attacco più forte del mondo contro la difesa più forte del mondo. Servirà coraggio e concentrazione massima, ma questo muro non sembra cosi facile da abbattere.