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Zaza a metà tra Sansone e Lupin: una questione di barba
“C’erano riusciti”, ma non avevano capito che sarebbe stato un passo falso. Simone Zaza non può fare a meno della barba. È il suo punto di forza. Con il viso pulito, si trasforma in un calciatore normale. Lasciare da parte il rasoio l’ha riportato agli onori delle cronache. I numeri parlano chiaro: cinque gol nelle ultime sei giornate e l’interesse insistente della Juventus in chiave mercato. Zaza è tornato, e con lui anche la barba. Non è un caso…
SANSONE NICOLA? NO, QUELL’ALTRO – Se si pensa a Zaza, il primo pensiero è legato alla sera del 9 settembre scorso. L’attaccante del Sassuolo, esordiente in Nazionale, mette a segno un gol importantissimo contro la Norvegia. Il volto del bomber, caratterizzato da una folta barba, si illumina di gioia. È il momento più alto della sua giovane carriera. Tuttavia, nessuno sa (compreso lui) che di lì a qualche giorno avrebbe fatto un errore potenzialmente fatale. Pressato da amici e, soprattutto, dalla madre, decide di tagliarsi la barba. Si rivelerà un errore di valutazione gravissimo. Senza quella, l’indomabile Zaza si trasforma in un ragazzo senza cattiveria agonistica. Tre giorni dopo il tragico passo, il suo Sassuolo prende sette gol dall’Inter e lui smarrisce la via della rete. Nei due mesi successivi, timbra il cartellino una sola volta, contro la Juventus. La barba ricresce lentamente ed il gol non vuole proprio arrivare. Sulle tracce di Sansone (no, non Nicola), reso invincibile dalla folta chioma, Zaza scopre il segreto per essere un campione. Altro che Dalila: l’avversario più insidioso è sua madre! Gli amici “c’erano riusciti”, ma non tutto era perduto.
FEAR THE BEARD – Una barba non è per sempre. un rasoio neppure. Il viso di Zaza si trasforma e lascia libertà d’azione alla forza immensa dei bulbi piliferi. Il 6 dicembre il Sassuolo si presenta all’Olimpico al cospetto della grande Roma. Batterli è difficile per tutti, meno che per Zaza, trascinato dalla barba ritrovata. Due gol e la rinascita. Metamorfosi compiuta: l‘ispettore Zaza si evolve nel rapinatore d’area Lupin, capace di tutto. Da quel momento in poi, l’ascesa è stata continua. Il gol al Cesena è la conferma, il capolavoro col Milan l’apoteosi, l’ennesima gioia contro l’Udinese il segno deciso di una nuova era. Con la barba. Fear the beard, Zaza è tornato. C’è riuscito.