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In direzione ostinata e contraria: l’Inferno di Mario Gomez
Che hanno in comune Dante Alighieri e Mario Gomez? Apparentemente nulla, se non una città nel destino (Firenze), in realtà tutto. Ma al contrario. Dall’Inferno al Paradiso in un caso, dal Paradiso all’Inferno nell’altro. Sorti comuni, stesso percorso, ma intrapreso in sensi di marcia opposti. L’attaccante della Fiorentina, incantato dai gigli del capoluogo toscano, non aveva idea di quanto sarebbe stata difficile la sua esperienza italiana. Ora l’ha scoperto e sono dolori. Il tedesco non sa più buttarla dentro e le fiamme dell’Oltretomba sportivo lo avvolgono impietosamente.
L’INFERNO DI MARIO GOMEZ – Un anno e mezzo fa, nel corso della sua presentazione ai nuovi tifosi, Gomez fu accolto da Messia. Il nome altisonante del tedesco infiammò la folla fiorentina, alla ricerca di un nuovo sogno da inseguire. Le porte del Paradiso si schiusero senza lasciar presagire che le altre porte, quelle dei portieri avversari, da quel momento in poi si sarebbero chiuse mestamente. Un inizio difficile è giustificabile, specie se non si conosce il calcio italiano, gli infortuni sono una iattura da accettare con determinazione e voglia di rivalsa, ma ora le prove d’appello sono finite e Gomez è rimasto solo. All’Inferno. Cinque gol in una stagione e mezzo sono troppo pochi per uno come lui, pagato 15 milioni di euro circa (21 se si considerano i bonus). Troppo poco un gol (messo a segno contro un Cagliari totalmente allo sbando) nella stagione in corso. Dov’è finito Mario Gomez?
NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA… CALCISTICA – Alle porte dei trent’anni, Gomez non sa più chi è. Il richiamo di Montella e la risposta piccata del suo agente dimostrano l’insofferenza di ambo le parti. I gigli si sono trasformati in piante carnivore capaci di divorare il futuro di un campione bloccato psicologicamente. I problemi fisici sono alle spalle, ma le porte che trova davanti a sé sono sempre più piccole, inespugnabili e lontane. Gomez potrebbe gettare la spugna e cercare fortuna in altri lidi (Roma?), oppure restare a Firenze e conquistare il popolo che continua a dargli fiducia. In quel momento inizierebbe una nuova vita calcistica nel mezzo del cammin della sua. Dante c’è riuscito e ha trovato una luce in fondo al tunnel, Gomez chissà. Il tempo non gli manca, ma dipenderà da lui. Tirare fuori gli attributi sarà un presupposto imprescindibile, con o senza la sua Beatrice.