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Cerci o Podolski? Perché è il tedesco il vero affare
E’ iniziata con il botto la sessione di mercato delle squadre milanesi, che cercano di rinforzare la rosa per tentare l’assalto all’Europa. Gli acquisti di Cerci per il Milan e Podolski per l’Inter hanno mandato in delirio i tifosi, che ora sognano di tornare a respirare l’aria delle grandi competizioni. Ma analizzando in modo più dettagliato i due colpi, sembra che siano i nerazzurri ad avere fatto il vero affare.
PALMARES – Per prima cosa, salta subito all’occhio la notevole differenza nel palmarès dei due giocatori. Il tedesco, all’età di 29 anni, vanta una Bundesliga, una Coppa di Germania e una Coppa di Lega con il Bayern Monaco, una Coppa d’Inghilterra ed una Community Shield con l’Arsenal e soprattutto una Coppa del Mondo con la Germania, con cui ha giocato anche due semi finali mondiali ed una finale europea. Podolski può dunque vantare esperienze in squadre di altissimo livello, al contrario di Cerci, che ha fallito l’unica esperienza in un top club europeo. Il tedesco può inoltre essere un aiuto prezioso per i giovani nerazzurri nel suo ruolo, Icardi e Bonazzoli su tutti.
STATISTICHE – Dalla parte di Lukas Podolski ci sono anche i numeri. L’ex Arsenal è un finalizzatore molto più efficace dell’italiano, avendo realizzato 143 reti in 369 presenze in carriera, numeri decisamente migliori delle 51 realizzazioni in 224 presenze del rossonero. Quest’anno entrambi i giocatori hanno avuto pochissimo spazio in campionato, con il campione del mondo che ha disputato solo 7 partite di Premier, una in più di Cerci nella Liga (entrambi senza segnare). Tuttavia in Champions Wenger ha dato fiducia ben 5 volte a Podolski, che lo ha ripagato centrando il bersaglio ben 3 volte, mentre Cerci ha visto il campo solo in due occasioni, mettendo il suo nome nella lista marcatori solo nel 5-0 contro il Malmo, a risultato acquisito. Anche in vista del cammino in Europa League l’esperienza del tedesco è molto utile per la squadra di Mancini, mentre Cerci, anche se il Milan dovesse qualificarsi per una competizione UEFA per la prossima stagione, non ha dimestichezza in campo internazionale.
CONCORRENZA – Infine a livello tattico Podolski è una pedina fondamentale del 4-3-3 (o 4-2-3-1) di Mancini, che ha in Palacio l’unica ala da affiancare al nuovo acquisto, almeno fino ad un prossimo intervento di Thohir sul mercato nerazzurro. Al contrario Cerci trova la forte concorrenza del giovane El Shaarawy, del giapponese Honda (migliorato notevolmente rispetto alla scorsa stagione) e, dovesse arrivare una punta in questa sessione, anche del talentuoso Menez, tutti giocatori più o meno al livello dell’ex granata. L’impressione è dunque che sia il tedesco l’unico ad avere qualcosa da aggiungere alla rosa della sua nuova squadra, avendo a disposizione un bagaglio di esperienza e tecnica sconosciuto a Cerci. Queste le considerazioni di inizio anno, con la consapevolezza che il campo potrà capovolgere tutte le previsioni. L’augurio è che entrambi gli acquisti possano rivelarsi efficaci, per rivedere la Milano calcistica ai livelli di un tempo. Con l’aiuto di Podolski e Cerci.