Focus
L’Inter del Mancio tra nuovo spirito e vecchi problemi
Dopo la sconfitta all’Olimpico contro la Roma per 4 a 2 è tempo di primi bilanci in casa Inter, una vittoria, un pareggio e una sconfitta sotto la nuova gestione Mancini che fanno emergere i primi segnali di una ripresa che passa però forzatamente da progressi che non sono più rimandabili.
SPIRITO NUOVO – Battere la Roma in casa sua è impresa ormai ardua per la maggior parte delle squadre di Serie A e la sconfitta dei neroazzurri di ieri sera non è certo una tragedia. L’ormai noto basso livello del nostro campionato permette all’Inter di essere a soli 6 punti dalla zona Champions e di poter ancora ambire a quello che è il vero obiettivo stagionale dei ragazzi guidati prima da Mazzarri e ora da Roberto Mancini. La prima cosa che salta all’occhio è il nuovo spirito che pervade i neroazzurri, vuoi per il recente cambio di allenatore, vuoi per la consapevolezza di essere usciti da una gestione ormai logora e che il tempo di ripartire è inesorabilmente arrivato. La squadra c’è e sotto il punto di vista mentale fa vedere anche a Roma di potersela giocare e rimanere in partita prima che i vecchi problemi riemergano a galla: grinta, spirito di sacrificio e voglia di provarci sono le vere note positive della sconfitta dell’Olimpico dove una Roma arrabbiata e dirompente fatica per più di un’ora a domare un’Inter sulla carta di almeno un livello inferiore ai giallorossi.
VECCHI FRENI – Ma se di progressi si vuole parlare allora vanno sottolineate ancora una volta gli errori che tanti punti sono costati all’Inter in questo inizio di stagione. I giocatori a disposizione di Mancini sono questi ma quello che ancora preoccupa è la totale assenza di una qualsivoglia idea difensiva, un reparto passato da 3 a 4 difensori che rende chiaro come il problema forse non fosse il modulo utilizzato bensì i meccanismi che legano gioco forza linea difensiva e linea mediana. Nonostante un centrocampo imbottito di mediani come quello di ieri sera, con Medel e M’Vila relegati a compiti di interdizione, la difesa è spesso e volentieri troppo esposta alle folate offensive degli avversari, i due esterni in “prova” Campagnaro e Dodò sono lasciati in balia delle troppe lacune in copertura che il nuovo rombo studiato da Mancini regala sopratutto sulle fasce. Gli stessi Ranocchia e Juan Jesus passano attraverso momenti di amnesia che complicano in modo smisurato il lavoro dell’intero pacchetto difensivo dei neroazzurri, come in occasione del gol del 3 a 2 di Pjanic che di fatto ha spezzato le gambe ad un’Inter che aveva pareggiato con Osvaldo pochi minuti prima.
NUOVE IDEE? – Ora sta alla bravura di Roberto Mancini trovare la quadratura del cerchio magari rinunciando a qualche suo dogma tattico in favore di un maggiore equilibrio. Per blindare la troppo porosa difesa dell’Inter servono più attenzione e probabilmente un centrocampo diverso, una soluzione che riesca ad integrare una maggiore qualità e allo stesso tempo giocatori che facciano un più efficace schermo davanti alla linea difensiva: ieri Hernanes e Kovacic era malandati e le scelte di Mancini sono state praticamente obbligate, già dalla prossima gara a San Siro contro l’Udinese dell’ex Stramaccioni i tifosi interisti si aspettano i primi segni e i primi 3 punti della nuova cura.
Andrea Bonfantini