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Da Cordaz a Cassano: i 10 talenti bruciati del calcio italiano dal 2009 ad oggi

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Antonio Cassano non è più un calciatore del Parma
Marco Motta

Marco Motta

Il mondo dello sport è pieno di ragazzi che da giovani fanno vedere cose al di fuori del normale, salvo poi perdersi per strada per colpa di infortuni, dipendenze e tutti quei vari imprevisti che possono accadere nella vita di uno sportivo, soprattutto di un calciatore, che può passare dall’essere un campione a un bidone nello spazio di due domeniche, che guadagna troppo, che si trova improvvisamente accerchiato da persone che vogliono tutte un pezzo della torta: mantenere la retta via è dura infatti non tutti ce la fanno…

CORDAZ – Questo portiere trevigiano era una promessa ai tempi dell’Inter, lo volevano in tanti, prima che cominciasse a prendere una piega sempre più brutta, fino al fattaccio: ora è in carcere, sconta 4 anni per essersi messo al volante da ubriaco… provocando la morte della sua ex-fidanzata.

MOTTA – Marco era un difensore molto promettente appena uscito dal mitico vivaio dell’Atalanta, iniziò fin da subito a cambiare squadre, senza trovare mai la sua dimensione , passando addirittura per Roma e Juventus, squadra nella quale attualmente ricopre il ruolo di spettatore FISSO dalla tribuna.

MARZORATI – Ragazzo scuola Milan, tanto umile quanto pacato, paradossalmente (forse) proprio per questo non ha sfondato trascorrendo la carriera principalmente tra Empoli e Sassuolo, prima di approdare al Modena dove attualmente gioca poco e male.

CAMILLERI – Il centrale siciliano venne acquistato addirittura dal Chelsea in gioventù, prima di far ritorno con la coda tra le gambe alla Reggina e rocambolescamente finire alla Juventus, dove ancora una volta fallì: un mistero, perchè le doti fisiche e tecniche sono lì da vedere, speriamo che un domani possa smentirci…

CASTIGLIA – Una vita passata nella Juventus, squadra nella quale ha esordito a 18 anni ma che poi non ha dimostrato di meritarsi giocando in prestito in varie squadre, l’ultima delle quali è la Pro Vercelli dove il centrocampista giochicchia senza infamia e senza lode.

BONIPERTI – Il cognome è leggendario, ma il nome è Filippo, non Giampiero! Il nipote della leggenda juventina incantava da ragazzino, ma qualche brutta frequentazione e l’impatto con il mondo professionistico l’hanno frenato al punto di portarlo a giocare nel modestissimo Gorica, in Slovenia.

LUPOLI – Cresciuto nel Parma, venne acquistato giovanissimo dall’Arsenal dopo che Wenger se ne innamorò durante un allenamento: finora non ha mai convinto nessun altro, girando una miriade di squadre tra Italia e Inghilterra fino ad arrivare a Varese, dove attualmente si esprime su livelli vagamente decenti.

ACQUAFRESCA – Centravanti proveniente dalla cintura torinese, era uno dei più grandi talenti sulla piazza qualche anno fa, non a caso finì in orbita Inter e un’Estate sfiorò l’approdo alla Juventus, ma il tutto si spense troppo in fretta e l’involuzione di Robert l’ha portato ad essere un attaccante da Serie B, nulla di più, nulla di meno!

FOTI – Forse non in molti si ricordano di questo gigante, ma Salvatore ai tempi della Sampdoria era un F-E-N-O-M-E-N-O! Fortissimo di testa, grande classe, acume tattico da vendere…poi? la solita storia: tanti prestiti, poca fiducia, troppa pressione e infine il Chiasso, nella serie cadetta svizzera agli ordini di Gianluca Zambrotta, sigh…

CASSANO – La storia la conoscete tutti e forse non sarete d’accordo, ma sinceramente chi vi scrive si è stufato di questo personaggio che senza aver combinato sostanzialmente nulla in una carriera che definirei “pittoresca” ha dilapidato un talento da primi 5 del mondo ai danni prima di tutto di sè stesso e in secondo luogo del calcio italiano: vergogna, senza mezzi termini!

Jacopo Bertone (@JackSpartan92)

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