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Udinese, la Triplice Alleanza dei Pozzo e i dubbi dei tifosi

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UDINE, 9 LUGLIO – C’è un bianconero nel Friuli che batte forte sulle maglie di chi lo indossa. E’ una combinazione di due colori che appassiona una regione intera. Rappresenta i colori ufficiali di una squadra che è un modello di competitività, organizzazione e  management, l’ Udinese.

Il club del patron Giampaolo Pozzo e del figlio Gino è oramai una realtà del nostro campionato. Una società competente, costituita da dirigenti di valore assoluto e da collaboratori, osservatori e altri addetti di primissimo piano. Una bellissima presenza in un campionato che sembra perdere appeal ogni anno che passa. L’Udinese ha scritto una pagina di storia calcistica, essendo una delle più antiche società calcistiche d’Italia. Da Udine sono passati giocatori quali Zico, Edinho, Virdis, Balbo, Bierhoff, a conferma dello spessore e dl blasone di questo club.

DEVE VINCERE IL BILANCIO – Nel 1986 iniziò l’avventura di Giampaolo Pozzo all’Udinese. Una storia giunta al suo ventiseiesimo atto, che ha portato i friulani a dei successi sportivi impensabili. In modo particolare, le ultime tre o quattro stagioni hanno visto passare l’Udinese da squadra costante ma di media classifica a squadra top nel panorama nazionale. Nella stagione 2009 – 2010 arriva il quarto posto e nella passata stagione un’incredibile terzo posto. Ma la principale caratteristica dei bianconeri è quella di riuscire a raggiungere risultati del genere mantenendo sempre un’identità societaria ben precisa e un bilancio finanziario attivo. Com’è possibile?

Da anni ormai, l’Udinese viene riconosciuta come club principe nella gestione economico – finanziaria di un club. I dirigenti friulani hanno adottato una filosofia di tipo aziendale, che gli consente di vendere i propri migliori calciatori a prezzi altissimi, facendo delle plusvalenze pazzesche, per poi puntare su giovani sconosciuti ma di grande qualità. Un continuo cambiamento di risorse umane, che però porta nelle casse del club milioni di euro e consente un bilancio sempre in verde. E’ utile sottolineare che ciò è possible per un motivo fondamentale: l’Udinese non è una squadra che punta a vincere titoli, quindi può permettersi simili strategie; nel momento in cui tali manovre finanziarie portano anche dei risultati di livello sul campo, si ottiene una doppia vittoria.

L’INCERTEZZA DEL TIFOSO – Le ultime stagioni hanno ancor di più confermato qual è il pensiero dei Pozzo: una società calcistica è a tutti gli effetti un’azienda. In particolare, però, un giocatore che milita nell ‘Udinese ha permesso che i continui ricicli di calciatori non andassero a cambiare i risultati di fine stagione. Parliamo di Antonio Di Natale, fuoriclasse da 20 gol a stagione che l’ha buttata dentro con incredibile continuità a prescindere da chi fossero i suoi compagni di squadra. 

Al palesarsi della prossima stagione, quella 2011-2012, i tifosi dell’Udinese, nonostante i tanti elogi appena elencati che merita la società friulani, si fanno legittimamente delle domande. Continuando con questa filosofia del vendo i campioni e compro i giovani talenti, si riuscirà ad allestire una rosa che sia competitiva anche in Champions League? Si può sempre puntare tutto o quasi sul solo Di Natale, che è alle porte dei 35 anni?

L’ESTERO DISTRAE?  Uno dei dubbi più consistenti che albergano nelle menti dei tifosi bianconeri riguarda l’estensione delle proprietà dei Pozzo. Il dirigente, tra l’altro nativo di Udine, ha acquistato di recente altri due club, uno inglese e l’altro spagnolo: il Watford, la cui panchina è stata affidata a Zola, e il Granada. Potrebbe questo influenzare anche il mercato del “gioiello” Udinese? La risposta è arrivata direttamente dal n.1 dei friulani, intervistato stamattina da Italia Oggi : “In Inghilterra e in Spagna abbiamo trovato due società storiche in difficoltà dove, a mio parere, si può fare del buon calcio. Questi investimenti sono comunque legati allo sviluppo di strategie sinergiche, e rientra nella nostra politica di competitività. Per mantenere e sviluppare la competitività di un piccolo gruppo di squadre la chiave è il sostegno reciproco. Molto semplicemente, l’unione fa la forza.”

Insomma, i tre club formeranno una sorta di Triplice Alleanza, che dovrebbe portare alla loro sinergica riuscita tecnica ed economica. Cosa aggiungere? I tifosi di Udine stiano tranquilli, l’ Udinese continuerà ad essere , forse con alti e bassi, una realtà del campionato.

Antonio Fioretto

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