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Sonate al chiaro di Lupa: Roma incantata dagli accordi di Pjanic
Soprannominato “Il Pianista” Miralem Pjanic sta conquistando la Capitale. Dopo aver ricevuto elogi addirittura dal capitano Francesco Totti, ha espresso parole d’amore nei confronti della piazza: “Amo questa squadra, questa città, voglio vincere qui!”. Musica per le orecchie di Rudi Garcia, ma anche degli stessi tifosi, che cullano il sogno tricolore.
“DATEMI UNO SPARTITO E…” – E’ arrivato quasi in silenzio dalla Francia, come un vero e proprio musicista professionista: frak nero e papillon, pronto a suonare lo spartito. Quello di Rudi Garcia, della Roma. Si è seduto sullo sgabello, posizionato le mani sul pianoforte e cominciato a suonare. Il pubblico di fede giallorossa applaude, lui non si ferma, regalando emozioni a non finire. Accordi, arpeggi, improvvisazioni, la folla è in delirio, la sicurezza fatica a tenerla sotto controllo. Il luogo? Semplice, lo Stadio Olimpico.
UNO STAKANOVISTA PER GARCIA – Il bosniaco in quest’inizio di stagione è uno dei giocatori maggiormente utilizzati dal tecnico francese. Un totale di 624 minuti, secondo solo al belga Radja Nainggolan, che ha nelle gambe 713 minuti. Con gli infortuni di De Rossi, Strootman – che rientrerà soltanto a fine novembre -, e per ultimo di Keita, Pjanic si appresta a giocare una serie impressionante di partite al fianco proprio dell’ex Cagliari e del giovane talento Paredes. Ha già segnato una rete rete, a Parma, risultata decisiva per il risultato finale. Una pennellata degna dei Giotto, Da Vinci, Caravaggio, una punizione capolavoro ‘alla Juninho’ per intenderci.
IL MODELLO DA SEGUIRE – Eh già, proprio Juninho, ex bandiera del Lione. Un maestro dei calci di punizione che tutti avrebbero sognato di avere. Pjanic ha avuto questa opportunità, imparando quindi a calciare la punizione ‘a foglia morta’, battute dando un effetto strano alla palla, con un minimo di potenza, ma con un cambio di direzione improvviso che miete vittime a ripetizione. Ai tempi del Lione l’appena 18enne bosniaco e Juninho, si fermavano a fine allenamento per provare questo tipo di giocata; ora Pjanic ha appreso la tecnica dell’ex asso brasiliano, che in carriera ha segnato ben 35 reti su calcio da fermo, deliziando il pubblico dello Stade de Gerland. Come da padre in figlio. Chissà se Pjanic non vorrebbe un giorno imparare simili gesta a campioni del domani.
Giuseppe Landi (@PepLandi)