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Nba, Datome e Bargnani in coro: “Questo sarà il nostro anno”

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Gigi Datome, lo attende la seconda stagione a Detroit
Andrea Bargnani, ala forte dei New York Knicks

Andrea Bargnani, ala forte dei New York Knicks

Con Belinelli eletto ormai eroe nazionale e Gallinari più che mai vicino al rientro, il pubblico nostrano pare essersi dimenticato degli altri due rappresentanti dello Stivale nel campionato più bello del mondo, l’Nba; Bargnani e Datome, però, sono pronti a smentire gli scettici e a dar prova del loro effettivo valore, ecco perchè:

GIGI E DETROIT – Arrivato più per scelta della dirigenza che per un’effettiva richiesta dell’allenatore (per altro individuo di rara incompetenza), l’ex Roma ha passato una stagione sostanzialmente fuori dalle rotazioni, che verrà ricordata più per i suoi scherzi con Drummond che per i suoi canestri. Quest’anno tutto è cambiato nella città dei motori, ai piani alti sono state completamente ribaltate le gerarchie ed alla guida della squadra è arrivato un genio della pallacanestro come Stan Van Gundy, un coach che fa dei tagli e dell’astuzia tattica le basi del suo gioco. Sarà fondamentale dimostrare di essere all’altezza del compito sia a livello fisico che tecnico già a partire dal training camp e dalle prime partite di pre-season, ma se c’è una cosa che non manca all’uomo con il codino è proprio lo spirito d’abnegazione, che associato alla sua innegabile bravura soprattutto dal lato offensivo del campo non può che risultare appetibile per l’ex allenatore degli Orlando Magic. Le possibilità per fare il salto di qualità ci sono, è giusto essere fiduciosi, a patto che  si inizi fin dal primo allenamento ad andare ai 100 all’ora.

ANDREA E NEW YORK – Anche nella Grande Mela ci sono stati degli enormi cambiamenti a ogni livello dell’organizzazione, e anche in questo caso a giovarne potrebbero essere proprio giocatori come Bargnani, reduci da una stagione pessima e da numerose critiche piovutegli addosso dalla tagliente stampa newyorkese. Ormai è inutile negarlo: Andrea non renderà mai quanto ci si aspetterebbe da una prima scelta assoluta del draft, ma questo non significa che non possa essere utile alla causa dal momento che un giocatore così alto con mani così educate è difficilissimo da trovare anche in una lega di super uomini! Il “mahatmaPhil Jackson e il suo delfino Derek Fisher non perdono occasione per comunicare alla stampa quanta fiducia abbiano nella voglia di riscatto dell’ex Toronto, che però dovrà dimostrare di guadagnarsela lavorando duro in palestra e dando un taglio a tutti quegli atteggiamenti di supponenza e superficialità che gli sono valse lo status di “soft” negli ambienti Nba, non certo un bel biglietto da visita.

I margini per far bene ci sono, in entrambi i casi, perciò forza ragazzi, prendete come esempio il Beli e fate vedere di che pasta siete fatti!

Jacopo Bertone (@JackSpartan92)

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