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Van Basten come Sacchi: a vincere questa volta è lo stress

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Van Basten Sacchi stress
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Nel 2001 anche Sacchi come Van Basten si ritirò causa stress

Anche a chi lavora nello “sport più bello del mondo” può capitare di essere divorato dallo stress. Le aspettative, la panchina forse a rischio, o la paura che anche un minimo particolare sia sfuggito al controllo può letteralmente consumare un allenatore. Lo stesso Conte aveva avvertito Inzaghi tempo fa di “prepararsi a non dormire”, tanto è grande il carico emotivo che alcuni tecnici possono subire.

LA STORIA DI SACCHI – Capitò la stessa cosa ad Arrigo Sacchi, forse uno dei precursori non solo nel calcio totale, ma anche nello stress calcistico. Già nel 1999, quando decise di lasciare il Milan, una delle squadre più forti e vittoriose di sempre, per trasferirsi all’Atletico Madrid, il tecnico di Fusignano aveva avvertito di soffrire di problemi di salute causati dallo stress. La bomba scoppiò però pochi anni più tardi, ovvero nel 2001, quando Sacchi dovette ritirarsi dalla panchina del Parma perché ormai lo stress aveva vinto. Neanche il ruolo nella FIGC, più in ombra rispetto a quello di tecnico, ha giovato all’ex-allenatore rossonero che, a fine luglio di quest’anno, ha deciso di lasciare il suo posto in Federcalcio: “con dispiacere lascio un incarico cui tengo molto. Però ho un avversario terribile, che sono riuscito a governare per 22-23 anni, e che alla fine però sta vincendo, ed è lo stress“.

ANCHE VAN BASTEN – Lo stesso Sacchi ha dichiarato tempo fa: “”Mi dispiace molto per Marco, l’avevo sentito ultimamente e mi aveva detto che era tutto ok. E’ un peccato, già quando faceva il calciatore aveva mostrato grandi doti per fare l’allenatore. Credevo molto in lui e in Gullit, ma lo stress può colpire chiunque e in ogni ambito”. Esatto, perché anche Van Basten, ormai ex-allenatore dell’Az Alkmaar, che pochi giorni fa si era dimesso in seguito a delle palpitazioni cardiache, è finito nella spirale della tensione nervosa. Cosi il cigno di Utrecht ha deciso di lasciare la panchina al suo secondo, ovvero Pastoor: “essere allenatore mi causa problemi fisici e mentali. E’ stata una scelta difficile, ma ho preferito essere onesto con me stesso e con il club. Dopo aver parlato con i dirigenti, ho deciso di fare un passo indietro: sarò assistente allenatore, con un occhio di riguardo per i giovani. Sono contento così“.

A soli 49 anni, quindi, anche Van Basten decide di ritirarsi dalla panchina, preferendo come Sacchi un ruolo più dietro le quinte.

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