Una situazione estremamente bollente. E’ quella che sta vivendo il Newcastle United in questi giorni, dopo che il pessimo avvio di campionato dei bianconeri ha fatto registrare la miseria di 2 punti, con l’aggravante di aver subito 9 gol (peggior difesa dopo quella dell’Everton) e di averne realizzati solo 3 e tutti in un’unica partita col Crystal Palace. Numeri da incubo che hanno fatto precipitare i “Magpies” in fondo alla graduatoria in compagnia del Burnley e del West Bromwich Albion. Ma mentre le altre tre squadre hanno come obbiettivo primario quello della salvezza, la truppa di Alan Pardew deve ambire a traguardi europei. Finora le cessioni dei vari Debuchy, Remy e Cabaye non sono state assolutamente ripagate dagli arrivi di Riviere, Cabella e Janmaat: troppo superiori per la lotta alla salvezza ma troppo inferiori rispetto ai top team di Manchester, Liverpool e Londra. Tutto ciò può rivelarsi devastante per l’ambiente. Ma andiamo con ordine.
UN TECNICO ODIATO – Alan Pardew è l’uomo al centro delle più feroci critiche da parte degli appassionatissimi supporter bianco-neri dello splendido St James Park. Il tecnico londinese è attualmente il tecnico più “longevo” della Premier League, essendo sulla panchina dello United dal dicembre 2010, quando subentrò all’esonerato Chris Hughton. Fin dall’inizio dell’avventura nel nord-est dell’Inghilterra, il feeling tra manager e tifosi è stato molto scarso, figlio probabilmente del carattere scontroso e poco aperto al dialogo dell’ex tecnico del West Ham. Dopo aver portato alla salvezza i suoi al termine della prima stagione, nella Premier League 2011/2012 Pardew guida i suoi ad un campionato strabiliante: quinto posto, esplosione totale di giocatori come Demba Ba e Papiss Cissè e gioco spettacolare che permettono a Pardew di aggiudicarsi il premio come miglior allenatore dell’anno in Premier League. Nell’euforia generale, il pittoresco proprietario Mike Ashley non ci pensa due volte e compie probabilmente un errore madornale: fa firmare al tecnico un estensione di contratto fino al 2019! Un tempo interminabile in cui la dirigenza ha creduto di poter vedere la nascita di un nuovo Ferguson o Wenger, in grado di migliorare i fasti dell’epoca di Alan Shearer. Niente di tutto ciò è avvenuto. La stagione 2012/2013 ha riportato tutti con i piedi per terra e nonostante il quarto di finale raggiunto in Europa League la squadra ha rischiato la retrocessione, classificandosi addirittura al sedicesimo posto. Questa annata segna il definitivo distacco tra tifosi e Pardew, distacco acuito gravemente dalla scorsa stagione, iniziata in zona europea ma finita al decimo posto, con la squadra che perde ben 19 incontri, di cui 7 negli ultimi 8 incontri. Ormai ad ogni gara interna ed esterna i tifosi esibiscono striscioni contro l’allenatore e la proprietà, è stato addirittura creato un sito contro il tecnico, sackpardew.com (licenziate Pardew) ed i fischi al St James Park si fanno sempre più assordanti. La dirigenza, consapevole dell’impossibilità di esonerare Pardew, il quale sarebbe a libro paga fino al 2019, è costretta ad assecondarlo. La situazione è incandescente, quanto potrà continuare l’avventura di Pardew a Newcastle?

Newcastle: finora da dimenticare l’impatto di Emmanuel Riviere con la nuova casacca
PARTENZE ECCELLENTI, RIMPIAZZI INADEGUATI – In estate la dirigenza ha dovuto fare i conti con partenze eccellenti: da Loic Remy approdato al Chelsea, a Mathieu Debuchy passato all’Arsenal, passando per il prestito dell’idolo dei tifosi Hatem Ben Arfa, che per volere proprio di Pardew è volato ad Hull. I nuovi volti, però, promettevano alta qualità. Daryl Janmaat era reduce da un grande mondiale con l’Olanda, Remy Cabella era l’autentico trascinatore del Montpellier, mentre Emmanuel Riviere con i suoi gol era arrivato a rubare la scena a Radamel Falcao col Monaco. Gli splendenti bagliori della scorsa stagione sembrano però un lontano ricordo: Riviere è ancora a secco di gol e li davanti pare perennemente isolato, la classe di Cabella è assolutamente inesistente a centrocampo e la retroguardia fa acqua da tutte le parti con Janmaat in balia dei difensori avversari insieme a Williamson, Coloccini ed Haidara. La partita di domenica scorsa contro il Southampton fotografa il momento: strapotere fisico di Pellè nell’area avversaria, con i “Saints” che hanno letteralmente divorato l’avversario. Ma anche l’attacco è sotto accusa, tra la delusione generale di un pubblico che vede in grossa difficoltà anche pilastri come Moussa Sissoko. A parte lo 0-0 di Birmingham contro l’ottimo Aston Villa, la stagione è un totale disastro a cui si aggiunge lo scontato 0-2 subito dal Manchester City all’esordio. In tutto questa confusione un motivo per sperare c’è: si chiama Rolando Aarons: talento anglo-giamaicano 18enne in rete contro il Palace, ala sinistra di grandi speranze e prodotto del vivaio. Che siano proprio i giovani il punto di ripartenza dopo anni di esagerata esterofilia?
Enrico Cunego