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Premier League, Manchester non sembra all’altezza: titolo a Londra?

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United e City: i due volti di Manchester
Radamel Falcao, a lungo conteso dalle due squadre di Manchester, alla fine ha scelto i Red Devils

Radamel Falcao, a lungo conteso dalle due squadre di Manchester, alla fine ha scelto i Red Devils

E’ vero, sono passate solo 4 giornate, ma numeri alla mano al momento Manchester, con i 7 punti del City, è la 5° città della Premier League! La precedono Londra (Chelsea), Birmingham (Aston Villa), Swansea e Southampton, si sta parlando solamente di una statistica, per altro molto parziale, ma il dato riflette comunque una verità palese e cioè che il calcio nella storica città operaia del Nord dell’Inghilterra sembra aver subito una brusca involuzione, sulla falsa riga di quello accaduto a Milano nelle stagioni passate della Serie A: perchè?

LE MANCANZE DELLO UNITED – Nei film d’azione si sente spesso la frase: “taglia la testa al serpente e il corpo muore”, ecco più che un’action movie questo Manchester United, dal giorno dell’addio di Sir Alex Ferguson, sembra un film horror! Facile pensare a David Moyes, ma mi rifiuto di credere che le colpe siano tutte di un’unica persona, per altro chiamata ad un compito che va molto oltre il concetto di “impossibile”, poichè essere l’allenatore succeduto alla più grande mente analitica applicata al calcio degli ultimi 30 anni non è roba facile e infatti è successo quello che è successo: una serie di acquisti tanto onerosi quanto deludenti, esonero del tecnico scozzese, settimo posto in campionato (peggior risultato di sempre dei Red Devils), mancata qualificazione alla Champions League e ovviamente il titolo agli odiati cugini in maglia turchese. Più che di veri e propri errori parlerei di un’inevitabile e naturale flessione dovuta alla perdita di chi ha guidato la squadra per 27 anni, alla quale si è tentato di sopperire con l’ingaggio di un tecnico di esperienza come Van Gaal e con l’acquisto di calciatori di indiscusso livello come Di Maria e Falcao che, al momento, non hanno ancora portato risultati. Può questo United competere per il titolo dopo un settimo posto? In Italia è successo qualcosa di simile (Conte docet) ma in un campionato assai più competitivo come la Premier League lo reputo molto complesso.

GLI ERRORI DEL CITY – Fa specie criticare la squadra campione in carica, eppure è inevitabile: a partire dalla sfida contro l’Arsenal del Community Shield, la squadra è sembrata lenta, annoiata, abituata a essere tolta dai guai dai colpi dei propri singoli, per altro si parla pur sempre di giocatori di livello assoluto come Yaya Tourè, Aguero, Silva e chi più ne ha più ne metta, invece non è successo e le prestazioni parlano da sè. L’impressione è che sia stato fatto un errore simile a quello dell’Inter post triplete: si è puntato su un tecnico vincente ma non molto fantasioso, mantenendo quasi totalmente la stessa squadra dell’anno precedente (Caballero, Lampard e Sagna a parte) e puntando sul detto “squadra che vince non si cambia”. Sbagliato, si cambia! Nel calcio di oggi le motivazioni sono tutto, affidarsi totalmente ad un gruppo che ha già vinto senza rimpinguarlo dei dovuti innesti è assai rischioso, si rischia di fare affidamento su uomini già sazi, laddove la fame è l’ingrediente principale di ogni vittoria. E’ presto per dare giudizi definitivi, ma questi Citizens non sembrano pronti a disputare un campionato eccellente, anche se potrebbe essere diverso il discorso della Champions League dal momento che dopo anni di insuccessi è giunta l’ora di guadagnare un minimo di spessore internazionale.

Dunque il titolo torna a Londra dallo “Special One”? Forse, il bello del campionato inglese è proprio il suo essere imprevedibile e competitivo, certo è che il Chelsea ha comprato (e venduto…) benissimo e al momento tutto fa pensare a questo, però tutti quanti gli appassionati non vedono l’ora di conoscere il finale di questo pazzo, incalzante, britannico thriller chiamato Premier League!

Jacopo Bertone (@JackSpartan92)

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