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Cagliari, work in progress: non basta la forza delle idee
Rivoluzionare un credo tattico, una visione del calcio, l’utilizzo dei singoli, la concezione dei risultati: Zdenek Zeman, nuovo Messia della Cagliari calcistica, sta tentando nell’impresa, ma il cocciuto integralismo del boemo potrebbe risultare fatale. Non si fa una rivoluzione senza compromessi. La sfida di domenica scorsa con l’Atalanta ha dimostrato che il tecnico sta plasmando il suo gruppo in base alle idee in cui crede, ma c’è ancora molto da fare. La sconfitta non è casuale.
DAL CATENACCIO DI LOPEZ ALLA SPREGIUDICATEZZA DI ZEMAN – I contropiede, punto di forza del Cagliari degli ultimi dieci anni, sono diventati il suo tallone d’Achille. Il passaggio dal catenaccio di Diego Lopez alla spregiudicatezza tattica di Zeman, fatta di tocchi di prima ed un concezione differente dell’utilizzo dei terzini, ha trasformato il Dna della squadra. La rosa, profondamente rinnovata rispetto alla scorsa stagione, tuttavia non è ancora pronta a gestire questo tipo di gioco. La condizione atletica non è al top, ed alcuni interpreti non rispondono agli identikit tracciati dal boemo. Le ingenuità commesse in occasione dei due gol subiti contro l’Atalanta, hanno evidenziato non poca confusione nell’assimilazione dei nuovi meccanismi. Il gioco è fluido solo negli ultimi sedici metri, il centrocampo non cerca a sufficienza le verticalizzazioni e tiene per troppo tempo il pallone, mentre la difesa balla pericolosamente (anche per colpa degli errori dei singoli). Il Cagliari ha tenuto il baricentro alto, ma concedere due disattenzioni ad una squadra cinica come l’Atalanta equivale ad un atto di resa.
L’INTEGRALISMO È UN PERICOLO – Le potenzialità per fare un campionato da metà classifica non mancano, ma in alcuni momenti il presupposto fondamentale sarà adattarsi agli avversari, non solo imporre il proprio gioco. Il Cagliari è una squadra giovane ed inesperta, finire nel baratro di cocciuti integralismi è un pericolo evitabile. In Serie A si vince più spesso subendo un gol in meno rispetto agli altri, piuttosto che con uno in più fatto. Zeman lo sa bene, ma difficilmente cambierà idea. L’unica soluzione che resta è allora correre di più, molto di più. Balzano e Avelar si preparino per fare tanti gradoni.
Antonio Casu
@antoniocasu_