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In Nazionale c’è ancora posto per Balotelli?
Chi pensava che il calvario sociale e mediatico di Balotelli si fosse concluso con la fine del Mondiale, dovrà ricredersi. Neanche la cessione al Liverpool da parte del Milan ha messo a tacere le voci riguardo SuperMario, che ora rischia anche un posto in Nazionale in vista dei prossimi europei.
LARGO AGLI ALTRI – Alla prima di Conte come CT azzurro, la squadra ha dimostrato, anche col cambio di modulo e con pochi allenamenti alle spalle, di rispondere bene agli input del nuovo tecnico, mettendo in luce le doti dei 2 attaccanti, ovvero Zaza e Immobile (con grande dispiacere, forse, della Juventus). A questo punto ci si chiede se Balotelli possa ancora ambire a rientrare tra i convocati, anche perché, qualora l’ex-rossonero risponda alle critiche a suon di gol e di ottime prestazioni con la maglia dei Reds, non è detto che Conte possa ricredersi, avendo sottolineato più volte come la priorità siano gli uomini e non i calciatori. Vita dura per SuperMario, anche perché la nuova coppia si è adattata alla perfezione al 3-5-2 del tecnico pugliese.
NUOVI PRETENDENTI – Ad insidiare ancora di più l’attaccante del Liverpool ci hanno pensato Berardi e Belotti, la coppia d’attacco dell’Under 21 di Di Biagio che, dopo essere andata sotto di 2 gol contro la Serbia, ha reagito e rimontato il risultato, vincendo poi il match per 3 a 2, con doppietta di Belotti e gol di Berardi. Se poi si considerano i vari El Shaarawy, Rossi (che dovrebbe ritornare in campo fra 4-5 mesi), Cerci, Insigne e Destro, le porte per Balotelli potrebbero socchiudersi ancora di più. A sfavore dell’attaccante anche le caratteristiche, dato che non è una prima punta e non ama giocare spalle alla porta.
Ovvio che per potenziale Balotelli è forse il miglior talento italiano in circolazione, carattere permettendo. Partire quindi dal pregiudizio che si possa fare a meno di uno col suo talento solo dopo una partita (amichevole per giunta, vinta in superiorità numerica e contro un avversario che forse giocava anche di malavoglia), risulta quanto mai azzardato, anche perché la mancata chiamata sa più di gesto punitivo e di avviso che di scelta tecnica. Per non parlare poi di quel vizietto tutto italiano dell’autocelebrazione precoce, gridando al fenomeno e alla “nuova Nazionale”, una corazzata, cioè, in grado di vincere e convincere.
Luca Porfido