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Europa League

Kovacic e il sogno di una notte di fine estate. Che atmosfera a San Siro

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Inizia l'Europa League dell'Inter.

Non è certo una sfida da tutto esaurito quella che sancisce l’esordio a san Siro dell’Inter di Mazzarri, impegnata nel preliminare di Europa League contro gli islandesi dello Stjarnan. Eppure sono più di 30.000 i supporters nerazzurri accorsi a sostenere la squadra al suo debutto nella scala del calcio. Chiusi in uno spicchio dell’immenso impianto la settantina di tifosi ospiti, mai stanchi di saltare e inneggiare la propria squadra, anche sul 6-0 con la qualificazione distante anni luce. Un esempio per gli ultras italiani e non solo.

KOVACIC NON TIRA MAI – L’atmosfera è quella di una festa preannunciata. Dopo qualche minuto Kovacic incanta con uno stop a seguire da vero campione, la folla applaude e mentre lo vede avanzare verso la porta avversaria si aspetta la sassata che pieghi le mani al portiere avversario. Niente da fare, passaggio largo a Osvaldo. “Quello lì non tira mai” si rumoreggia sugli spalti, con qualche mormorio quando un’occasione di provarci da fuori si presenta qualche minuto dopo. Ancora nulla, il croato proprio non vuole saperne di tirare. La lancetta dei secondi fa soltanto qualche giro ed il ventenne si trova un pallone d’oro a pochi passi dalla porta: stavolta non può passarla, tocco deciso e prima esultanza nerazzurra per l’ex giocatore della Dinamo Zagabria. “Troppo facile così” sentenzia qualcuno, ma la realizzazione ha portato ulteriore entusiasmo nelle tribune e soprattutto nel ragazzo, che ora è gasato e si vede. E lo stesso Kovacic sa come fare per caricare ulteriormente san Siro, prima concludendo una splendida azione personale con una freddezza da veterano e poi insaccando il suggerimento di Nagatomo. Quando Mateo tira difficilmente sbaglia. E se lo capirà anche lui potrebbe fare il salto di qualità tanto atteso.

Jonathan, ottima prestazione e firma sul tabellino di Bologna-Inter

Jonathan, ormai idolo dei tifosi di san Siro, che hanno spesso accolto con un applauso le giocate del brasiliano

ICARDI IMPLACABILE – Nella ripresa spazio a Mauro Icardi, apprezzato dalla piazza nerazzurra a suon di goal nella seconda metà della scorsa stagione. E dopo la sua prima rete casalinga (alla prima presenza, sia ben chiaro), l’argentino non perde occasione per andare sotto la curva, quella giusta stavolta, portandosi le mani alle orecchie per raccogliere il boato della Nord. Gesto ripetuto qualche minuto dopo, quando la porta difesa da Jonsson viene nuovamente violata. Finché la curva sotto cui esulta il giovane bomber è tinta di nerazzurro va bene così. Nel finale spazio anche per Jonathan, nuovo tuttofare della formazione di Mazzarri. San Siro apprezza ogni sua giocata (quella che porta al sigillo finale di Icardi è di alta caratura tecnica), ed emette un boato ad ogni tocco dell’uomo che meno di due anni fa era il brutto anatroccolo dell’Inter di Stramaccioni. Per essere un regista ci vuole qualcosa in più, ma la duttilità è una caratteristica molto apprezzata dal tecnico toscano.

GUARIN SALUTA (FORSE) – A partita finita l’atmosfera è rilassata e gli sguardi di chi abbandona gli spalti lasciano trasparire una certa fiducia. Vidic e Guarin fanno una sgambata a fine partita, entrambi salutano passando sotto il settore arancione. Se per il serbo è il cenno di chi entra in un ambiente nuovo, per il centrocampista ex Porto potrebbe essere l’addio a san Siro. Intanto nello spicchio di campo vicino vicino alle panchine c’è un giocatore che fa qualche scatto, cronometrando il suo tempo. Inutile dirlo, si tratta di Jonathan. Il brasiliano, evidentemente insoddisfatto della ventina di minuti tutta corsa giocati in mezzo al campo decide di testare un po’ la sua condizione, magari cercando di avvicinarsi il più possibile agli standard richiesti da Mazzarri per un centrale. Quando passa sotto la curva il ridotto numero di tifosi rimasti dopo il triplice fischio gli dedica un applauso. Certo qualche malinconico avrà pensato a quando era Maicon a regalare scatti al pubblico nerazzurro. Soltanto 5 anni fa, a pensarci bene. Se si chiudono ancora gli occhi si può ancora sentire l’inconfondibile accento di Mourinho all’inizio di un’annata che sarà indimenticabile. Un sogno di una notte di fine estate che sembrava destinato a restare tale per un’Inter in astinenza da tanti, troppi anni. Riapri gli occhi e c’è ancora Jonathan che corre. Per il momento la san Siro nerazzurra riparte da qui, dalla voglia di vincere di un ragazzo che si è fatto strada tra mille critiche.

Davide Terraneo

Sono Davide Terraneo, studente di 19 anni diplomato al liceo classico. Ho praticato tennis, calcio e atletica e sono un appassionato di ciclismo. Da maggio 2014 sono un arbitro FIGC. Scrivo per passione e per raccontare le emozioni e i valori che lo sport trasmette a chi lo pratica e a chi lo segue.

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