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Lega Pro: ripescate Aversa Normanna, Martina e Torres. Perché?
Il quadro è completo. Nella giornata di ieri sono stati finalmente ufficializzati i 3 club ripescati al posto di Viareggio, Padova e Nocerina, escluse per ragioni sia economiche che sportive. Al loro posto “rientrano” Torres, Martina ed Aversa Normanna, tutti club retrocessi in Serie D al termine della scorsa ed ultima stagione di Seconda Divisione. Una decisione che ha spiazzato molti addetti ai lavori e lasciato con l’amaro in bocca molti tifosi di varie piazze della penisola. Innanzitutto non è stato assolutamente rispettato il criterio che avrebbe garantito un posto automatico alla Correggese, vincitrice dei play-off di serie D ma esclusa a causa di problemi per l’omologazione dell’impianto di gioco, nonostante il comune di Carpi avesse acconsentito per l’utilizzo dello stadio Cabassi come terreno di gioco casalingo. Il problema stadio ha colpito anche un’altra pretendente: il Delta Porto Tolle, squadra della provincia di Rovigo sconfitta solamente negli ultimissimi minuti dal Forlì nella finale play-out del girone A, nonchè autrice dell’eliminazione propria di una delle tre ripescate: la Torres. Qui la società al termine della stagione ha deciso di trasferirsi da Porto Tolle al capoluogo di provincia Rovigo, nella speranza di poter giocare in Lega Pro allo stadio “Gabrielli”. Anche qui permesso negato, così come per l’Akragas, squadra di Agrigento arrivata alla finale dei play-off di D con la Correggese ed esclusa per carenze strutturali dello stadio “Esseneto”. Come abbiamo visto, è stato proprio il nodo stadi il punto cruciale per l’operazione di ripescaggio, dove si è preferito privilegiare squadre con impianti di gioco collaudati e ospitanti da anni campionati di Lega Pro. Ma era proprio necessario premiare squadre come l’Aversa Normanna, al secondo ripescaggio consecutivo dopo ben 2 retrocessioni di fila? A nostro parere assolutamente no.
QUALE CRITERIO? – Per stabilire i 3 ripescaggi sono state stilate due graduatorie: per i club retrocessi dalla Lega Pro è stato valutato al 50% il risultato ottenuto nell’ultima stagione, al 25% la media spettatori degli ultimi 5 anni e per il restante 25 la tradizione sportiva. Per i club provenienti dalla D la graduatoria è stata stilata in base agli ultimi play-off giocati tra maggio e giugno. A maggior ragione, guardando questi criteri di valutazione, i 3 nomi scelti per completare il puzzle della terza divisione italiana lasciano scettici. In tutti e 3 i casi la prestazione sportiva dell’ultimo anno è stata un disastro: Aversa e Martina sono già retrocesse nella stagione regolare, mentre, come abbiamo riportato poche righe più sopra, la Torres è stata buttata fuori proprio da quel Delta Porto Tolle così “snobbato” dalla Lega. Colpisce in particolar modo il caso dell’Aversa, nettamente inferiore sul piano storico e di pubblico rispetto agli altri due club e soprattutto alla seconda retrocessione consecutiva sul campo. Dov’è il tanto acclamato merito sportivo? E’ giusto continuare a dare l’ennesima possibilità a club che hanno dimostrato di non poter rimanere nella categoria? Qualcuno ci vuole spiegare l’utilità dei lunghi ed estenuanti play-off di Serie D, che seguono una massacrante stagione da minimo 34 partite e vedono piccole realtà doversi sobbarcare svariati chilometri in lungo e in largo per lo Stivale? Perchè tutta questa rigidità sul nodo stadio nonostante gli sforzi raggiunti da Correggese e Delta per attrezzarsi con impianti idonei per la categoria? Queste sono solo alcune domande che vorremmo rivolgere a Mario Macalli, inattaccabile presidente di Lega Pro da ormai tempo immemore attaccato alla poltrona di Via Allegri, nonchè principale sponsor di quel Carlo Tavecchio candidato alla presidenza della FIGC che tanto sta facendo discutere in questo ultimo periodo. Sono risposte che deve a molti tifosi di tante piccole realtà che compiono sforzi immani per poter dare lustro ai propri territori e luoghi di provenienza. Signor Macalli, quando vuole, provi a ribattere ai nostri quesiti.
Enrico Cunego