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Povero Moggi, vale meno di un tweet di Balotelli

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Balotelli fa il “donnodi casa e stira una maglietta (col nome dello sponsor in bella vista) mentre balla e legge la biografia di Ibrahimovic? Il video finisce su tutti i giornali. Gigi Buffon e Ilaria D’Amico si sbaciucchiano sotto il sole infuocato della Grecia? Le foto fanno il giro del mondo. Moggi lancia pesanti accuse dalle pagine di Libero contro Abete e il “Sistema” che ha “inventato” Calciopoli? Ne fanno accenno solo Tuttosport e i siti vicini alla Vecchia Signora. Povero Lucianone, sic transit gloria mundi: fino a qualche anno fa, l’ex dg bianconero faceva notizia anche stando zitto – evento assai raro, in effetti – mentre oggi, ridotto ai margini di quel mondo che lo vide protagonista assoluto e s-pregiudicato, il suo veemente anatema vale molto meno del più inutile fra i videoclip del Calimero viziato. E’ tutto un gombloddo, o il segno inequivocabile della perduta “autorevolezza”?

Giancarlo Abete, ex presidente della Federcalcio

Giancarlo Abete, ex presidente della Federcalcio

“PALADINO DEGLI OPPRESSI” vs “UOMO PERFIDO”“Nel 2006 feci una promessa a me stesso e agli amanti del calcio: avrei fatto il «guardiano del faro» – scrive Moggi preparando il terreno al suo affondo “abeticida” – sorvegliando coloro che si inventarono Calciopoli per colpire quanti avevano contribuito al trionfo mondiale dell’Italia, distruggendone l’immagine e impedendo loro di ricoprire posti di comando legittimati dalle loro capacità e da raccomandazioni. Mantengo la promessa. Si legge che l’ex presidente Figc, Abete – vedi Federcalcic Park e l’Isola Perduta, ndr – abbia affidato agli avvocati la richiesta danni per gli imputati di Calciopoli, l’ultimo atto di un uomo perfido che non ha saputo (voluto?) lavorare per il bene del calcio: lo dimostrano le figuracce della Nazionale agli ultimi due Mondiali. Dovrà spiegare dove gli imputati hanno mancato, visto che la Giustizia Sportiva prima e la Giustizia Ordinaria dopo hanno sentenziato la regolarità del campionato: nessuna partita alterata. Saranno finalmente sentite tutte le intercettazioni e tutti capiranno come Calciopoli non doveva esistere”.

ASPETTA E SPERA – Insomma, diciamolo: sono parecchi anni e altrettante sentenze avverse che il “guardiano del faro” dice sempre le stesse cose, ed è forse anche per questo che il suo lancinante grido di dolore rimbomba da sempre più lontano. Lucianone, però, non si perde d’animo, e alza il tono della voce insinuando a più non posso. “Si sentirà Abete quando, dopo una partita andata male per la Fiorentina, sussurrava al suo vice «siamo rovinati» e anche «non sono venuto allo stadio per non dare nell’occhio». Perché si è sentito rovinato? – scrive Moggi vestendo gli amati-odiati panni dell’inquirenteE perché cercava di nascondersi, tenendo però in allerta il suo vice? Forse cercava di nascondere la sua volontà di salvare la Fiorentina? Si sentiranno le telefonate di Carraro, allora presidente federale, quando intima al designatore di parlare con l’arbitro Rodomonti perché non favorisca la Juve in Inter-Juve del 28 novembre 2004 (finita 2-2: al doppio vantaggio bianconero risposero Vieri al 79’ e Adriano all’85’, ndr); si sentirà il designatore spiegare all’arbitro due ore prima della partita quale dovrà essere il suo comportamento, intimandogli: «Questa telefonata deve restare tra me e te, altrimenti ne paghi le conseguenze». In quel match non fu espulso il portiere dell’Inter, Toldo, dopo un fallo da rigore…”.

GIOCHI PREZIOSI E “POVERI” INNOCENTI“Abete dovrà spiegare cosa è «Premiopoli» e perché il Capo Ufficio dell’Ufficio Premi e Lavoro Figc, dr. Vichi, amico di Abete e insegnante dei figli dello stesso presidente, insegnava a qualche amico come aggirare le norme Figc. In un verbale firmato dalle parti si legge: «Parlerò io con il tuo presidente, gli dirò come fare a non pagare il premio». Ci dovrà anche spiegare – aggiunge l’ex dg bianconero entrando nel vivo della sua requisitoria – perché fu impedito all’avvocato Mattioli di aprire un’inchiesta su quell’ufficio dicendogli che lo stesso presentava delle precarietà; ci sono scambi di email tra Palazzi e lo stesso Mattioli che poi fu trasferito all’ufficio Doping. Naturalmente di Vichi non si ebbero più notizie. Sempre Abete dovrà spiegare perché “nascose” tre radiazioni ad un presidente che aveva “comprato” una partita: ricordate la valigetta con 250.000 euro? (il riferimento è al presidente del Genoa Enrico Preziosi, ndr) Nel frattempo è comparso il Presidente del Coni Malagò, che ha capito le storture della Giustizia Sportiva e l’ha ribaltata. Non si potrà più condannare a piacere gli antipatici e assolvere i simpatici in processi sommari come Calciopoli: ora – conclude Moggi – non sono più gli imputati a dover provare la propria innocenza ma spetterà alla Procura provare la colpevolezza. Così nessuno avrà più il giocattolo in mano come aveva Abete, non ci saranno giocatori finiti in carcere per il calcioscommesse e poi riammessi, non ci saranno più dirigenti radiati da incolpevoli: lo dicono le sentenze, lo affermano le intercettazioni“.

Però! Curioso che un uomo colpito dalle intercettazioni e affondato dalle sentenze continui imperterrito a evocarle, e ancor più curioso – e amaro, per l’ex dg e i suoi fedelissimi – che le sue scottanti rivelazioni non riescano a trovare neppure un piccolo spazio fra la nuova acconciatura di Marcelo e il topless di Lady Pirlo. Povero Moggi, sic transit gloria mundi…

Enrico Steidler

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