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Con il demone dentro: Doom è tornato

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7 Maggio 2008: a qualcuno potrà dire ben poco, ma per ogni amante di sparatutto in prima persona è un giorno ricolmo di gioia e di speranza. Diverrà ben presto, però, un giorno triste, l’inizio di un qualcosa che nessuno augurerebbe neanche al peggior nemico. Quel fatidico 7 Maggio viene annunciato Doom 4, e fin qui nulla di strano, starete pensando: e inizialmente non lo pensava nessuno, perché l’annuncio del quarto capitolo della saga che, insieme a Quake, ha gettato le basi per quelli che sarebbero diventati i moderni FPS, era stato accolto con grande entusiasmo; dopo il non completamente apprezzato Doom 3 – una esperienza ripetitiva e una qualità generale più bassa rispetto al predecessore ne avevano minato la qualità totale – il nuovo capitolo è una perfetta occasione per riportare la saga nell’olimpo degli sparatutto. O almeno, lo era.
Le settimane si fanno mesi, i mesi si fanno anni, e del gioco non si vede un tubo. Nulla. Solo voci (poco) rassicuranti che fanno sapere a tutti che lo sviluppo del gioco, seppur lentamente, sta andando avanti. Ma intanto il tempo passa, alcuni lasciano id Software, e la speranza si affievolisce.

Fino a Giugno. E3 2014, la fiera più importante del settore. La sala si infiamma, su schermo c’è uno dei nemici storici di Doom, il Cyberdemon. La felicità è palpabile, ma anche i dubbi; sono passati tanti anni, tutto sommato.
Per fugare ogni dubbio, in un evento a porte chiuse svoltosi durante il QuakeCon 2014, sono stati mostrati a pochi eletti 20 minuti di gioco. Venti minuti di puro Doom.

Doom: quant'è bellino il cyberdemon!

Doom: quant’è bellino il cyberdemon!

NON SARA’ QUALCHE DEMONE A FERMARMI – Per fugare ogni dubbio, precisiamo da subito che questo non è Doom 4. O meglio, non è un seguito diretto del terzo capitolo uscito ormai diversi anni fa: Doom è un reboot della saga, una precisa volontà degli sviluppatori di cancellare quanto fatto finora e mostrare al mondo intero che si può fare un buon FPS senza dover aggiungere Perk, classi o abilità varie. Già, perché Doom manterrà in tutto per tutto quelli che erano i suoi punti di forza, fin dal primo capitolo. Il gameplay sarà sempre veloce, e mira e uso sapiente delle armi – esageratissime, quest’ultime – saranno essenziali per vincere gli scontri a fuoco contro le amenità che ci verrano incontro, provenienza Inferno profondo: Hellknight e il già citato Cyberdemon tornano in grande spolvero, insieme a tutti gli altri esseri che abbiamo già potuto “ammirare” in Doom 3. Una aggiunta è stata fatta, e va a cambiare gli scontri a distanza ravvicinata: sarà possibile, infatti, strappare gli arti dei propri nemici, per poterli così finire con le loro stesse braccia (letteralmente). Attenzione però, perché anche il protagonista avrà le braccia piuttosto fragili, e potrà fare la stessa fine.
Una ultima parola è doveroso spenderla sul comparto grafico, il nuovo id Tech 6,  che si mostra ottimo e ben calibrato, soprattutto per quanto riguarda la fisica di armi e oggetti.

Le basi gettate sembrano veramente promettenti, per un titolo che promette faville e tanto sangue su PC e console next-gen.
Tenete in caldo la motosega, ci sarà carne da tagliare.

Francesco Lorusso
@ShadowYuk

Ragazzo semplice, a cui piace parlare di tutto, grandissimo appassionato di tecnologia. Difendo sempre le mie idee e i miei ideali, ma non per questo disprezzo quegli degli altri. Dite no alla Console War!

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