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Italia, è il momento di una rivoluzione “mondiale”: difesa a tre e restaurazione dei blocchi

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Alessio Cerci con la maglia dell'Italia

Ricostruire dalle macerie, con un occhio rivolto al passato ed uno al futuro. La sconfitta patita dall’Italia contro il Costa Rica  ha lasciato in eredità non poche perplessità sull’assetto tattico da opporre all’Uruguay martedì prossimo. I dilemmi principali di Cesare Prandelli riguardano la tenuta della difesa, tutto meno che ermetica, e le potenzialità inespresse del reparto offensivo. In questo momento difficile, il tecnico azzurro potrebbe tornare alla difesa a tre, riproponendo inoltre una costante nella storia della nostra Nazionale: due (massimo tre) blocchi di giocatori provenienti dalle squadre più rappresentative della Serie A. L’Italia è una squadra camaleontica e potrebbe dimostrarlo per l’ennesima volta.

Italia: Leonardo Bonucci potrebbe tornare titolare al centro della difesa

Italia: Leonardo Bonucci potrebbe tornare titolare al centro della difesa

RICOMINCIO DA TRE – La difesa a quattro non è andata bene, è rimandata, non è da bocciare ma si potrebbe accantonare per novanta minuti. Le amnesie di Paletta e Chiellini contro Inghilterra e Costa Rica hanno evidenziato non solo alcune difficoltà individuali, ma anche di tutto l’assetto difensivo. Martedì l’Italia avrà di fronte due clienti ostici come Suarez e Cavani, quindi l’unica soluzione è affidarsi ad una delle poche sicurezze che offre la rosa portata in Brasile: la solidità del blocco Juventus. La squadra bianconera ha chiuso l’ultimo campionato con la miglior difesa del torneo (23 gol subiti in 38 partite), confermandosi ancora una volta come una delle migliori retroguardie d’Europa. L’inserimento di Bonucci al centro permetterebbe a Chiellini di agire sul centro-sinistra, zona del campo in cui si esprime meglio. L’esperienza di Barzagli sul centro-destra completerebbe un terzetto di sicura affidabilità.

POLMONI E FOSFORO – Se Prandelli decidesse di tornare alla difesa a tre, la soluzione migliore per il centrocampo sarebbe lo schieramento a cinque, con due ali pronte a ripiegare in fase di non possesso e spingere in fase di possesso. Anche in questo caso si potrebbero riproporre due peculiarità dell’ossatura della Juventus campione d’Italia: Pirlo regista, sgravato da compiti di copertura attraverso l’affiancamento di due mezzali dotate di grandi capacità atletiche, abilità da incontristi (importanti da opporre alla fisicità della mediana uruguaiana) e qualità negli inserimenti offensivi, fondamentali per alzare il baricentro del gioco e supportare meglio le punte. Marchisio, uno tra i migliori nelle prime due uscite, potrebbe agire sul centro-sinistra, mentre Candreva sul centro-destra (ruolo ricoperto spesso anche nella Lazio). Sugli esterni i giocatori più adatti alla causa sarebbero Darmian (fascia destra) e De Sciglio (fascia sinistra).

L’ESPLOSIVITÀ DI CERCI – Il reparto che verrebbe travolto maggiormente dalla rivoluzione tattica sarebbe l’attacco. Non più una sola punta, troppo isolata ed incapace di pungere, ma due. Al blocco juventino sarebbe affiancato in questo caso un blocco torinista, rievocando così, in questo senso, l’Italia presentata da Bearzot ai Mondiali argentini del 1978. La coppia d’attacco che meglio si adatterebbe al 3-5-2 sarebbe infatti Immobile-Cerci, protagonista della squadra di Ventura con 35 gol complessivi.  L’asse Darmian-Cerci sulla fascia destra costituirebbe inoltre un ulteriore indice di continuità con la formazione granata, in grado di offrire un ottimo calcio per tutta la stagione. La prima alternativa a Immobile, capocannoniere della Serie A con 22 reti, sarebbe Balotelli, che potrebbe risultare decisivo anche a partita in corso, a condizione che sia sempre affiancato da un’altra punta.

SICUREZZE INDISPENSABILI – La formazione proposta (Prandelli si orienterà probabilmente verso altre soluzioni) non è la migliore possibile per la rosa a disposizione, ma è forse la più solida. L’Italia sta attraversando un momento complicato, dal quale deve uscire entro due giorni, e l’unica cosa che conta ora è ripartire dalle sicurezze e superare la fase a gironi (possibilmente al primo posto). La difesa a 3 è utilizzata da buona parte delle squadre italiane ed è familiare a 14 dei 23 giocatori presenti in gruppo. Degli undici inseriti nella formazione, sei giocano nella Juventus, tre nel Torino, uno nella Lazio ed uno nel Milan. Si creerebbe quindi un’ossatura solidificata da uno schema consolidato e la buona confidenza tattica tra i giocatori. Il doppio regista o l’attacco a tre punte saranno probabilmente utili negli eventuali prossimi match,  ora è necessario superare lo step con la massima tranquillità possibile. L’Uruguay non perdona.

Antonio Casu

@antoniocasu_

 

Inseguo il sogno di diventare giornalista dal 1989, anno in cui sono nato. Appassionato di ciclismo e calcio, mi impegno per raccontare il mondo dello sport da un punto di vista particolare, un po' eclettico, un po' folle.

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