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Nba Draft 2014, non solo Wiggins e Parker: ecco i migliori prospetti

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Wiggins, Parker, Embiid, saranno loro i principali pretendenti per la first pick dei Cleveland Cavaliers nell'Nba Draft 2014

Andrew Wiggins, Jabari Parker ma non solo; il Draft Nba 2014 potrebbe regalarci molte sorprese, specie per quel che concerne la scelta dei Cleveland Cavaliers alla numero 1, dove si fa sempre più strada l’ipotesi Embiid. SportCafe24 cercherà di analizzare la situazione prima dell’ormai prossimo 26 giugno, cercando di mettere a fuoco i migliori prospetti che verranno chiamati dal nuovo Nba Commissioner Adam Silver.

ANDREW WIGGINS ANCORA FAVORITO PER LA FIRST PICK? – Sembrava che il 2014 dovesse essere già scritto per il prodotto Kansas; la stagione con i Jayhawks doveva essere una passerella per assodare e consolidare il suo status mediatico di stella assoluta del Draft di giugno, ma non tutto è andato secondo i piani. Tutto incominciò il Novembre scorso quando Kansas incontrò sulla sua strada la corazzata di Duke, la cui stella non era niente meno che l’ala mormone di South Chiacago Jabari Parker, considerato il nuovo Carmelo Anthony nonchè altro papabile per le prime due chiamate al Draft. Entrambe le  stelle non delusero di certo le aspettative ma tra i due contendenti emerse un allora sconosciuto Joel Embiid, anch’egli di Kansas, il quale sarebbe entrato nel giro di poche settimane nei radar dei media nazionali, facendo vivere alla compagine Jayhawks la singolare esperienza di avere due candidati alla prima scelta. La stagione di Kansas non terminò come previsto ( infortunio di Embiid ed eliminazione per mano di Stanford con  un Wiggins “protagonista” di 4 miseri punti) e la stampa a stelle e strisce incominciò a nutrire dei dubbi sulle reali potenzialità del canadese, evidenziandone un’incostanza che lo ha visto giocare gare da assoluto protagonista ( vedi match  contro West Virginia con 41 punti, 8 rimbalzi e 4 stoppate), ad altri da non pervenuto. Il ragazzo dell’Ontario possiede dei mezzi atletici e tecnici pazzeschi, specie offensivi,e farebbe la fortuna di molte franchigie, ma il suo carattere mite e poco incline all’egocentrismo, seppur da una parte lodevole, potrebbe rappresentare un deterrente per alcune squadre del mondo Nba, un mondo abituato a egomaniaci disposti a qualunque cosa pur di essere al centro dell’attenzione. Il suo futuro dipenderà moltissimo anche dal sistema di gioco nel quale finirà; Bucks e Sixers  gli affiderebbero completamente le chiavi dell’attacco costruendo attorno a lui il loro fulcro del loro progetto. Se finisse a Cleveland invece dovrebbe dividere i possessi con Irving e Waiters, fattore che potrebbe permettergli di avere un impatto meno forte con la Lega  e nello stesso tempo farlo migliorare con minori pressioni.

In Ohio però pare che siano maggiormente propensi ad optare per un altro scenario; il nuovo G.m Griffin sembrerebbe infatti intenzionato a scegliere il centro nativo del Camerun Embiid, palesando l’idea di creare un’asse  Play-Pivot con Irving. Embiid  è un settepiedi dalla mobilità di piedi difensiva egregia, ottimo anche nella voce stoppate, coadiuvato dalla sua apertura alare di 230 cm. Possiede un’ottima coordinazione nei movimenti, specie in post e sfrutta benissimo i suo centimetri sotto canestro, tagliando fuori ottimamente l’avversario. Le uniche pecche provengono dal suo fisico, ancora troppo magro per reggere contatti pesanti, e dalle sue abilità in palleggio. Da valutare inoltre le condizioni della sua schiena; al momento l’infortunio lombare pare completamente recuperato( tanto che lo stesso giocatore ha dichiarato che sarebbe stato pronto per il March Madness nel caso che Kansas fosse entrata nelle Sweet Sixteen),  ma in casa Cavs si vorrebbe fare maggior chiarezza a riguardo per evitare un flop alla Anthony Bennett.

Lasciando per un istante  Wiggins e Embiid, torniamo a parlare del sopracitato Jabari Parker, forse il migliore prospetto offensivo del Draft . Il 19enne di Chicago  è reduce dall’unica stagione Ncaa a Duke University dove è stato eletto nel primo quintetto All American alla quasi unanimità, forte delle sue medie di 19.1 punti a partita, 8,7 rimbalzi e 1,2 stoppate. Grande realizzatore quindi, ma poco propenso alla  fase difensiva, aspetto che non è mai stato il suo forte nemmeno ai tempi del College. Resta il fatto che Parker rappresenterebbe un elemento imprescindibile per ogni quadra, in virtù di un potenziale mostruoso che potrebbe renderlo  in poco tempo una presenza fissa all’All star Game.

GLI ALTRI PROSPETTI – Se le prime 3 posizioni paiono essere definite, i talenti a disposizione del Nba Draft 2014 non sono di certo finiti. Incominciamo dall’australiana point guard Dante Exum; il suo nome resta ancora avvolto nel mistero (anche se da molto tempo nell’elite del Mock Draft) visto che le uniche due occasioni dove si è potuta ammirare la sua immensa classe è stato durante il Mondiale Under 19 ( giocato superbamente con 18 punti, 3.6 rimbalzi e 3.8 assist di media) e durante il Nike Hoop Summit, la tradizionale sfida Under 19 in cui aveva trascinato il Resto del Mondo contro i coetanei statunitensi. Classe’95, ottima visione di gioco e ottimo ball-handing, è dotato di una velocità impressionante e di braccia molto lunghe che lo rendono molto efficace anche a rimbalzo e a livello difensivo. Il suo punto debole è rappresentato da una tecnica di tiro rivedibile con un jump shot ed un tiro da oltre l’arco ancora da sviluppare al meglio. Le previsioni lo danno tra la 4a e la 5a scelta assoluta, con i Magic interessantissimi ai suoi servigi, auspicandosi di creare una coppia di combo guards con Victor Oladipo dal futuro cristallino. Restando nell’ambito delle Point Guard non possiamo non menzionare Marcus Smart di Oklahoma State; il giovane texano sarà anch’egli protagonista del Draft (pronosticabile una sua chiamata nelle prime sei posizioni), viste le due doti tecniche ed atletiche. PG da sfondamento, ottima visione di gioco e mezzi atletici spaventosi tutto in uno stesso corpo, caratterizzato inoltre da un’aggressività fuori scala. Implacabile in campo aperto e buon passatore, ha come punto debole il tiro. Le sue percentuali da 3 sono migliorate, ma non bastano per  renderlo  un’arma offensiva in questa specialità.

Passando a quel che riguarda i lunghi, concentriamo la nostra attenzione su due prospetti che potrebbero essere i prossimi dominatori sotto le planche della Nba: Julius Randle e Aaron Gordon. Il primo, freshman di Kentucky, è stato il miglior rimbalzista della N.C.A.A (416 rimbalzi totali, con il secondo record di sempre per quel che riguarda i rimbalzi difensivi, 277, e il quarto di sempre in quelli offensivi, 139) con una doppia doppia di media (15 punti e 10,4 rimbalzi) e un’ottima efficienza al tiro (25esimo del torneo) . Possiede un’atleticità disarmante che lo rendono un buonissimo difensore.  L’unica considerazione negativa su questo giocatore è che pare non disponga dell’altezza e del peso idoneo per competere al meglio con le Ali grandi Nba, oltre che un’arsenale offensivo ancora da affinare. Questo non toglie il fatto che Randle faccia già gola a molte squadre aventi le primissime scelte, vedi i Boston Celtics. Celtics che, stando agli ultimi rumors, sarebbero molto interessati anche all’altra power forward Aaron Gordon; il 19enne di Arizona State viene considerato come possible erede di Blake Griffin per la sua impressionante verticalità e dinamismo. I suoi punti deboli sono dei fondamentali tutt’altro che eccelsi, specie al tiro, ed un atteggiamento difensivo di certo non idoneo alla Nba. Su di lui si sono mossi anche i Lakers, i quali potrebbero considerare anche l’ipotesi di utilizzarlo come pedina di scambio per arrivare a Love.

Da non dimenticare anche giocatori quali Noah Vonleh ( prodotto di Indiana, 19 anni e ala grande dalla grandi doti atletiche ed a rimbalzo), Tyler Ennis (PG di Syracuse considerato un ottimo clutch player), il cecchino Doug McDermott da Creighton ed il croato Dario Saric, interessantissima ala piccola.

Simone Gianfriddo 

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