Ciclismo
Attentato sventato al Giro d’Italia: chi volevano colpire?
Una clamorosa indiscrezione è trapelata in queste ore: nella giornata di ieri, data della terza tappa del Giro d’Italia, è stata trovata e disinnescata una bomba in centro a Dublino, lungo il percorso seguito dagli atleti per gli ultimi kilometri nella capitale irlandese. 22 kg di esplosivo erano stati piazzati vicino al lussuoso hotel Finnstown Country House. Il ritrovamento è avvenuto giusto poche ore prima del passaggio dei corridori, quindi è lecito pensare che l’obiettivo fosse proprio la massima competizione italiana in campo ciclistico (QUI l’articolo dell’Irish Indipendent).
CATASTROFE SCAMPATA – Le attenzioni di tutto il mondo erano sull’arrivo della terza tappa della gloriosa gara, vinta per la cronaca da Kittel, probabilmente quindi gli attentatori volevano destare scalpore: la destinazione finale della bomba non era l’hotel in cui è stato effettuato il ritrovamento, ma secondo indiscrezioni locali l’idea degli attentatori era di posizionare l’ordigno proprio lungo il percorso del Giro. L’esplosione avrebbe causato una vera e propria catastrofe, che avrebbe coinvolto, oltre al pubblico assiepato lungo le strade, i ciclisti e le principali cariche locali, tra cui sia l’arcivescovo cattolico che quello anglicano, presenti all’avvenimento.
CHI SONO GLI ATTENTATORI – Le prime indagini della polizia hanno portato verso l’identificazione della Real Ira (Rea Irish Republican Army) come possibile autrice dell’attentato: si tratta di un gruppo paramilitare estremista in dissenso con gli accordi di pace stretti negli anni passati con il governo britannico. E’ stato arrestato oggi un uomo di Dublino che avrebbe avuto stretti legami con il defunto leader della Real Ira, Alan Rya.
Jacopo Gino