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Il caso Destro e “Ricorsopoli”: meno male che c’è Tosel

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La manata di Mattia Destro ad Astori

“Siamo abbastanza sconcertati e preoccupati dalla deriva che sta prendendo la giustizia sportiva in questo campionato. Abbiamo già avuto modo di commentare un episodio simile con Daniele De Rossi in Roma-Inter e avevamo preso posizione, già allora ci sembrava si stesse forzando la prova tv. Se un evento si svolge davanti all’arbitro si può parlare più di moviola che di prova televisiva. Oggi l’evento è più grave, perchè l’episodio è stato sanzionato, vista la punizione assegnata al Cagliari. Siamo al di fuori dei presupposti della prova televisiva, qui si apre il fronte alla moviola che non mi sembra ci sia”.

Mauro Baldissoni, dg della Roma

Mauro Baldissoni, dg della Roma

FUMO NEGLI OCCHI – Le parole sono del dg della Roma Mauro Baldissoni, e naturalmente le cose non stanno così. Cerchiamo di fare chiarezza: il fatto che l’episodio sia stato sanzionato non significa nulla se l’arbitro mette a referto di non aver visto la condotta violenta del giocatore. “Su richiesta di questo Ufficio” – scrive il giudice sportivo Gianpaolo Tosel“il Direttore di gara testualmente dichiarava (a mezzo e-mail pervenuta alle ore 11.58 del 7 aprile 2014) “In riferimento alla gara Cagliari-Roma da me diretta in data 06-04-2014 comunico, su richiesta del Giudice Sportivo, che né io né i miei collaboratori abbiamo visto l’episodio relativo alla manata di Destro. Dov’è, quindi, la forzatura della prova tv? E dov’erano i dirigenti della società capitolina – e i loro simpatizzanti mediatici – nel dicembre del 2012?

FORSE NON TUTTI SANNO CHE… – Come fatto notare ieri da Sky, il caso di Mattia Destro ha un precedente ancora più specifico e significativo: nel dicembre del 2012 il giudice Tosel punì con 3 giornate di squalifica Ruben Olivera per il pestone rifilato al giallorosso Miralem Pjanic al 20’ del primo tempo di Roma-Fiorentina 4-2. L’arbitro aveva visto (e sanzionato con l’ammonizione) solo il fallaccio del centrocampista uruguaiano e non il suo gesto violento (il pestone sulla gamba destra del giocatore della Roma ancora a terra). Morale? In Inghilterra la prova tv vale in ogni caso e a prescindere. Al di là della Manica, infatti, le cose o sono bianche o sono nere: noi, chissà perché, amiamo le sfumature di grigio, e le nostre regole sono machiavelliche e complicate. La scappatoia per far trionfare la giustizia però c’è (se l’arbitro non ha visto…), e meno male che Tosel ne approfitta. Siamo il Paese in cui fatta la legge trovato l’inghippo. Ok, ora sappiamo che siamo anche il Paese che riesce a trovare il modo per riparare i torti e punire i colpevoli. Non tutto è perduto.

PAROLE SANTE – Leggete un po’ cosa scrive oggi Marco Palazzi su Toscana News: “Le immagini televisive, però, evidenziano che da parte di Olivera c’era stata la “condotta violenta”, il pestone sulla gamba del bosniaco, sfuggita all’arbitro livornese. Perciò, scattò la prova tv e il giocatore uruguaiano della Fiorentina fu squalificato per tre turni per il pestone, più uno per l’ammonizione (era diffidato). Insomma, un po’ come è successo a Mattia Destro, colpevole domenica di aver tirato un gancio volontario di sinistro al malcapitato difensore cagliaritano Davide Astori, ammonito per aver “reagito” prendendo successivamente per la maglia l’attaccante romanista che stava facendo una sceneggiata degna di Cinecittà, dopo aver simulato di aver ricevuto un colpo dal giocatore dei sardi”.

Gianpaolo Tosel

Gianpaolo Tosel

PERCHE’?…“Quindi, i dirigenti e i tifosi della Roma, oltre che i giornali a loro vicini, a noi toscani devono spiegare perché martedì 11 dicembre 2012, quando uscirono le decisioni del Giudice Sportivo Gianpaolo Tosel, non gridarono allo scandalo. Perché all’epoca non cercarono di distogliere l’attenzione attaccandosi alle sbracciate di Giorgio Chiellini? Perché all’epoca non tirarono fuori che il Palazzo aiuta la Juventus? Perché non dissero di essere soli contro tutti? Perché non invocarono “er Sistema” per la prova tv su un’azione valutata dall’arbitro? Perché il Corriere dello Sport non titolò “Così no” a lettere cubitali in prima pagina? Perché il celebre telecronista Caressa non si incazzò pubblicamente? Forse perché Olivera aveva la maglia della Fiorentina e giocava contro la Roma? (…) L’arbitro Banti all’epoca ammonì Olivera per il fallo su Pjanic, ma non vide il pestone, e quindi gli sfuggì la condotta violenta facendo scattare la prova tv, come riportato proprio sul Corriere dello Sport, che oggi grida allo scandalo per la decisione su Destro”…

La penosa simulazione di Mattia Destro dopo la manata rifilata ad Astori

La penosa simulazione di Mattia Destro dopo la manata rifilata ad Astori

TU CHIAMALA SE VUOI RICORSOPOLI – Diciamo la verità: Mattia Destro merita non 4 ma almeno 6 giornate di squalifica. Come faceva giustamente notare ieri il nostro Antonio Casu, la simulazione dell’attaccante giallorosso è davvero macroscopica e intollerabile, e anche la condotta anti-sportiva deve essere sanzionata (3 giornate per la manata, 1 per somma di ammonizioni e almeno altre 2 per l’indecorosa sceneggiata). Questo, in fondo, è l’unico appunto che può essere mosso a Tosel, che per il resto va elogiato a chiare lettere. E invece no. Tosel è quasi un “golpista” stando alle pacate dichiarazioni di Baldissoni & co., che ora promettono battaglia (la Roma farà il solito e imbarazzante ricorso) e gridano al “complotto(“per noi la legge è più uguale che per gli altri”). Che dire? Essere senza memoria è grave, essere senza pudore…molto di più.

E mentre il francese Rudi Garcia si guadagna la cittadinanza italiota sul campo (“Siamo soli contro tutti”) vale la pena di fare un’ultima considerazione: fermo restando che la giustizia è sempre più importante della legge, quello che conta in questo come in altri casi è la “ratio” della legge, e la ratio è chiara: certi episodi non possono restare impuniti. Se il cavillo, il distinguo e il “vizio procedurale” (che peraltro in questo caso non sussistono) prevalgono sulla “ratio” allora è finita….Baldissoni for president!…Io dico viva Tosel.

Enrico Steidler

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